Tante sono le software house che nel corso del tempo hanno dato vita a titoli epici, imponenti a tal punto da rimanere impressi nella mente dei giocatori e diventare di fatto delle pietre miliari dei rispettivi generi di appartenenza. Oggi ripercorreremo le vicende di una di queste aziende storiche, così importante da aver rivoluzionato un genere: stiamo parlando di Lionhead Studios.
Il team fu fondato da Peter Molyneux nel lontano 1997, quando quest’ultimo decise di abbandonare la sua precedente software house, Bullfrog Production, qualche anno dopo che quest’ultima era stata acquisita da EA. Prese forma, però, proprio all’interno di Bullfrog quella che fu l’idea che diede vita ai God Games, giochi di strategia o gestione nei quali il giocatore interpretava una divinità che doveva vegliare sul suo popolo. Primo titolo di questa tipologia a essere concepito fu infatti Populous, gioco per Amiga datato 1989, dove l’utente interpretava per l’appunto un dio con il compito di guidare i suoi seguaci, nel tentativo di imporre il suo dominio sulle altre divinità.
Una volta lasciata Blullfrog Production assieme ad alcuni colleghi, Molyneux decise di riprendere le meccaniche di questo titolo e implementarle con alcune nuove, creando Black & White, quello che da tutti è considerato un intramontabile esponente del genere. Lo sviluppo avvenne sotto la nuova etichetta Lionhead Studios, e la produzione del gioco fu interamente finanziata dallo stesso Molyneux, che sborsò di tasca propria 6 milioni di dollari: dopo tre anni di lavoro, nel 2001 il titolo venne finalmente distribuito al pubblico, e la critica ne fu particolarmente entusiasta.
Lionhead Studios debuttò quindi con il botto nel mondo dei videogiochi, registrando vendite record del titolo, le quali spinsero il team a dividersi in tre piccoli gruppi (Big Blue Box Studios, Interpid Games e Black&White Studios) per occuparsi contemporaneamente di prodotti differenti. Ad Intrepid Games fu dato il compito di realizzare un gestionale a sfondo cinematografico, ovvero The Movies; Black&White Studios si mise al lavoro, come intuibile, su quello che sarebbe stato il seguito del primo titolo della serie; infine Big Blue Box Studios iniziò a lavorare su un titolo per la prima Xbox, un altro prodotto che avrebbe riscosso moltissimo successo, ovvero Fable, ancora oggi considerato uno dei cavalli di battaglia del parco titoli della prima console di Microsoft.
Sfortunatamente per gli sviluppatori, il lavorare contemporaneamente su titoli differenti aveva portato non poche complicazioni, specialmente dal punto di vista economico e, seppure tutti i titoli rilasciati ottennero plausi dalla critica di settore, le vendite non furono sufficienti a generare profitti, mettendo la software house in una situazione in cui rischiava di dover chiudere. A salvare capra e cavoli ci pensò fortunatamente Microsoft, molto soddisfatta dalle vendite di Fable, che decise di continuare a puntare sul team di Molyneux acquistandolo nel 2006.
Da quel momento in avanti la software house si concentrò quindi solo sull’espandere il catalogo Xbox 360, realizzando i due sequel di Fable, che vendettero sufficientemente bene, nonostante qualitativamente non riuscirono a raggiungere le vette del primo episodio.
Seppure Lionhead navigasse apparentemente in acque abbastanza calme, Molyneux decise nel 2012 di abbandonare il team da lui creato, a causa di un diverbio avuto con Don Mattrick durante lo sviluppo di Fable: The Journey: l’allora capo della divisione Interactive Entertainment Business di Microsoft credeva che i videogiochi dovessero orientarsi sempre di più verso i casual gamers, in esatto contrasto con il pensiero innovatore dello sviluppatore. Il titolo venne quindi sviluppato seguendo le direttive di Mattrick, ma queste purtroppo non incontrarono i favori del pubblico: lo spostamento verso una serie di meccaniche più casual (il gioco richiedeva l’utilizzo del Kinect) portò il nuovo titolo della serie a non essere apprezzato dalla critica e a registrare vendite davvero scarse.
Seppure, a questo punto, i fan della serie chiedessero a gran voce un vero seguito per Fable III, Microsoft e Don Mattrick continuarono imperterriti per la loro strada, chiedendo a Lionhead di sviluppare uno spin-off cooperativo basato sulla serie, ovvero Fable Legends. Appassionati insoddisfatti a parte, poco dopo la partenza del progetto Mattrick decise di abbandonare Microsoft dando le sue dimissioni. Ciò porto gli sviluppatori a effettuare un cambio di traiettoria, riportando il gioco verso meccaniche più consone a quelle della serie e meno casual. Lo sviluppo proseguì per altri due anni, ma purtroppo ciò non bastò a concretizzare il tutto dato che, a marzo di quest’anno, il titolo fu cancellato dalla stessa Microsoft, che decise anche di chiudere Lionhead.
Chissà se le cose sarebbero potute andare diversamente per questo team che sicuramente poteva dare al mondo del gaming ancora tanto… Nonostante Molyneux non abbia espresso il meglio di sé con Fable II e III, sono dell’opinione che fosse lui la vera anima di Lionhead, la persona in grado di fare la differenza, quella proiettata al futuro, e che la software house abbia subito questo triste destino anche a causa del suo (comunque comprensibile) abbandono. Siete d’accordo?
– Luca Mugnaini –