Internet è un posto meraviglioso. Fra i tanti ovvi motivi c’è il fatto che esacerba ogni discussione, trasformando semplici elementi di controversia (magari solo potenziali) in polemiche. In tutto questo metteteci anche la vexata quaestio della percezione di un fenomeno mediata dalle fonti d’informazione, e ne viene fuori la solita retorica sulla distorsione della realtà. Della serie che la realtà virtuale ci fa una sega, per quanto è virtuale quella vera.
Per questo, nel parlarvi dell’ultima polemica, approccerò la cosa con la giusta cautela. Con la giusta cautela vi dirò che, ad esempio, è una polemica che segue a un trend recente di polemiche analoghe: quelle sull’adeguatezza etnica degli attori scelti per determinati ruoli. L’abbiamo visto, per il teatro, con Hermione nella prossima produzione marcata Harry Potter; ci hanno blandamente provato con Idris Elba che spara ne “La Torre Nera”; qualche giornalista da poco, pur di cavalcare l’onda, ha messo in discussione anche il casting di Shadow nella prossima trasposizione cinematografica di “American Gods”. Ma della serie che per farlo ha dovuto far finta che l’attore fosse bianco, ignorando palesemente le foto che allegava all’articolo.
L’ultimo tassello di questa onda (che forse esiste, e forse facciamo esistere) è Scarlett Johansson, che è stata scelta per interpretare Motoko Kusanagi nell’imminente Ghost in The Shell. Il problema principale è che Scarlett non è asiatica. Un po’ come l’intera produzione del film. Ora: va bene che Motoko ce la immaginiamo tutti come Nikita, e Nikita l’abbiamo vista sul grande schermo e quindi ZAC, associazione immediata. Va bene che Scarlett è tutta bella pienotta tondina guanciotte da Woody Allen e che con quegli occhioni non ce la vediamo, a sparare incazzata. Ma tutta questa roba non c’entra col fatto che sia occidentale. Volete davvero dirmi che quando annunceranno l’attore che interpreterà Spike nel prossimo live action di Cowboy Bebop vi lamenterete perché non è asiatico? Il problema, forse, è che siamo poco abituati ai live action di produzione occidentale.
Semmai c’è da preoccuparsi del fatto che la produzione abbia fatto, pare, qualche prova di CGI per “orientalizzare” alcuni attori. Sembra fossero comparsate in background. Dice così. Si spera. Avete visto che mostri create, con queste pretese di coerenza etnica?
– Luca Pappalardo –