“The man in black fled across the desert and the gunslinger followed”. In tanti hanno immaginato questa scena, negli ultimi trent’anni. In tanti hanno seguito Roland, l’ultimo pistolero, nel suo viaggio allucinante fatto di multiversi, ragni mannari e sfondamenti della quarta parete. In tanti sanno che è finalmente giunto un momento tanto atteso quanto temuto. C’è chi lo guarda con speranza, e chi con la stessa paura con cui ha atteso – per anni – il finale della serie: parliamo, ovviamente, de La Torre Nera, l’opera magna di Stephen King. Più nello specifico, parliamo dell’adattamento cinematografico in uscita nel 2017.
Per anni Hollywood ha fatto penzolare di fronte ai fan la possibilità di una trasposizione di questa serie di romanzi sul grande schermo: nel lontano 2007, J.J. Abrams e Damon Lindelof avrebbero dovuto produrlo e girarlo. Ma erano i tempi di Lost, e bisognava finir quello. Lo faremo una volta chiuso Lost, davvero. Tra la paura di Lindelof, amante dichiarato della serie, di mandare tutto all’aria (il classico complesso d’insicurezza del fanboy) e gli intoppi del caso, il progetto ha fatto la muffa. Nella tornata successiva si è parlato di Ron Howard alla regia e Viggo Mortensen al grilletto, ma anche lì un nulla di fatto: cinque anni di attese, speranze e trepidazioni.
Ma ormai la notizia è certa e iniziano anche a circolare un po’ di nomi. Partiamo dal regista: si tratta di Nikolaj Arcel, co-sceneggiatore di “Uomini che odiano le donne” e di “A Royal Affair”, vincitore del premio per la miglior sceneggiatura al 62esimo festival di Berlino e insomma vabbe’, abbiamo capito, uno che qualche buon trascorso ce l’ha, ma manco troppi. Alla sceneggiatura ci sono Jeff Pinker e Akiva Godsman, che possono sfoderare un bel tesserino con su scritto “Fringe” e quietare (in parte) le già citate paure.
E Roland? Un pistolero che vaga nel deserto, figura Arturiana rielaborata in chiave western, quasi un Clint Eastwood postmoderno: lo so, piccoli nazionalsocialisti occulti, che volevate masturbarvi sulla possanza bianca di Javier Bardem, Liam Neeson o qualche altro standardizzatissimo ganzo del tamburo. E invece vi tocca un bel cioccolatino, Idris Elba, che fra parentesi è uno dei migliori attori in circolazione. Ma tanto a voi che ve ne frega, già vi sento: mio dio, it’s Hermione all over again, il mondo è impazzito, cosa sono tutti questi negri afroamericani, fatemi rispolverare il mio cappuccio bianco, eccetera. Ok, magari non la pensate così proprio voi che leggete Isola Illyon, ma qualcuno ha provato a sollevare il problema. Alcuni in modo legittimo: l’universo narrativo de La Torre Nera si gioca spesso sui conflitti razziali, e nei libri si è sempre presupposto che Roland fosse bianco. Altri, in modo meno legittimo, hanno parafrasato il discorso dei cappucci.
Il regista ha risposto ai primi rassicurandoli: lo sappiamo, e ci stiamo ragionando. I secondi li ha mandati a cagare. Per loro, comunque, c’è Matthew McConnonlosomaiscrivereaughey nel ruolo dell’Uomo in Nero (ah! La sagace ironia! Il nero fa il bianco e il bianco fa il nero!). Chi meglio dell’attore più trasformista di Hollywood può interpretare lo Straniero Che Cammina? Poi c’è anche quella discreta e biondissima topa di Abbey Lee, alla quale è stato offerto il ruolo di Tirana che, come nella realtà è la capitale di uno Stato di rilevanza discutibile, così nei libri ha molto meno peso di quello che avrà nel film (si parla di lead female role). Le ultime news vogliono infine Tom Taylor come Jake Chambers.
Le riprese inizieranno in Sud Africa ad aprile, e per ora non si sa molto più di quello che avete letto fin qui. Quale libro adatteranno? Boh. Sappiamo, però, quale non adatteranno: il primo. Anzi, stando al buon Stephen la partenza è in medias res e coinvolge la dimensione fantasy della saga in misura marginale: “A lot of it takes place in our day, in the modern world”, dice il regista. Il che ha dato adito alla teoria per ora più accreditata: il film pescherà dal terzo libro, Terre Desolate, nel quale Roland completa il suo ka-tet (acchiappando proprio Jake Chambers) e si avventura verso la Torre Nera. Cos’è il ka-tet? Niente, è il party. Tipo la compagnia de Il Signore degli Anelli o la cricca di scuola di Harry Potter. Il che fa scaturire il peggiore dei timori, e cioè che ne verrà fuori un prodotto studiato per piacere alle solite masse, standardizzato sulla dimensione narrativa più semplice possibile (l’eroe mette insieme il gruppone, fa il viaggio e sconfigge il cattivo). Speriamo di no. Il fatto che il film cominci con la stessa frase di apertura dell’Ultimo Cavaliere fa pensare che il materiale sarà tratto in parte anche da lì. Ma in fondo sticazzi: c’è Idris Elba che spara. Tanto vi basti per andarlo a guardare.
– Luca Pappalardo –