Con un colpo di mano più inatteso di una pugnalata durante un matrimonio, HBO è tornata alla carica con la promozione della sesta stagione della serie TV ‘Game of Thrones’, regalandoci forse il trailer più esaltante mai visto nell’arco di tutte le precedenti stagioni. E ve lo dice uno che, dopo un iniziale entusiasmo stellare, ha perso un po’ di fiducia nel complessivo progetto dei produttori esecutivi Benioff & Weiss. Non ci credete? Bando alle ciance e diamo il via al commento!
SPOILER, duh…!
La musica che ci rimbomba nelle orecchie, in sottofondo, è primeva, arcaica, incalzante; niente temi moderni, elettronici; è un ritmo che vuole contribuire alla sospensione di incredulità, e ci riesce alla perfezione. Iniziamo dalla Barriera, dove sembra essersi creata una situazione di stallo: Jon Snow è morto – come ci conferma l’ennesimo fotogramma del suo cadavere – e tra Bruti e Guardiani della Notte è verosimile che giunga una resa dei conti caricata da secoli di odio reciproco. “Pensavo che fosse lui a doverci guidare attraverso la Lunga Notte”, dice la voce di Tormund. “Ma mi sbagliavo”. Appaiono delle torri altissime, che – mi sbilancio – potrebbero essere quelle di Pyke, capitale delle Isole di Ferro e sede della Casa Greyjoy, pronta a tornare alla ribalta nella nuova stagione.
Vediamo Tyrion scendere dalla scalinata del Trono di Meereen, quindi assistiamo a un confronto fra Jaime – che forse si è deciso a tornare l’uomo cazzuto che era un tempo – e l’Alto Passero, che gli chiede: “Vuoi davvero versare sangue in questo luogo sacro?” La risposta di Jaime è fulminante: “Gli dèi versano più sangue di tutti noialtri messi assieme.” Carrellata veloce: Melisandre alla Barriera, un braciere, quindi vediamo uno sterminato esercito di Dothraki intenti a marciare nel deserto… quando su di loro passa la mastodontica ombra di un drago. È Drogon, ovviamente: non è mai stato così grande, così maestoso, così terrificante.
Bran si risveglia tra le radici dell’albero nel quale, sul finire della Quarta Stagione, aveva incontrato Bloodraven, incarnazione un po’ umana e un po’ fitomorfa del corvo con tre occhi; ma il trailer va troppo in fretta per consentirci di soffermarci su questo, perché mentre ancora si vede Bran udiamo la voce di Jaqen H’ghar, che insiste col suo mantra: “Chi sei?”, “Nessuno”, tenta di rispondere Arya, ma la replica del suo maestro è l’ennesimo manrovescio. Stacco: Daenerys, catturata dai Dothraki, viene condotta a Vaes Dothrak, spogliata in malo modo ed esposta a qualche tipo di rituale. Se state già esultando al pensiero di rivedere Emilia Clarke nuda, frenate l’entusiasmo: scommetto che, per rispettare il contratto blindatissimo della Khaleesi, avremo teste di dothraki e lenzuola vaganti e altri magici artifici a schermare le sue grazie dalla nostra vista. Peccato. Ma non divaghiamo: torniamo subito su Arya, con gli occhi velati come nel finale della quinta stagione, cieca. La voce di Jaqen continua: “Alla ragazza è stata data una seconda possibilità. Non ce ne sarà una terza.”
Rullo di tamburi, entra in scena Sansa Stark. Bella più che mai, matura, forse – finalmente! – dura come acciaio; non è più una schiava, una donna stuprata ogni notte dal folle Ramsay Bolton. Adesso appare come una regina, con un mantello di pelliccia, metalupi ricamati sulla veste, capelli rossi raccolti in una treccia. Lo dico senza vergogna: adoro questa nuova Sansa e ho grandi aspettative per lei. In una carrellata rapidissima, al limite del potere di separazione dell’occhio umano, vediamo una sala comune che ricorda quella delle Torri Gemelle, il castello dei Frey dove gli Stark hanno trovato la morte, e scorgiamo Walder Frey, il bastardo che ci ha spiegato una volta per tutte come vanno le cose in questa serie, alzare il calice in un brindisi. Avverto un tremito nella Forza: Winter is coming? Forse. Ma soprattutto: Revenge is coming.
Sprazzi di Ditocorto, Jorah Mormont sempre più simile a ‘La Cosa’ dei ‘Fantastici 4’, Margaery Tyrell che abbraccia uno sfatto Loras, ancora vittima dei trattamenti di bellezza riservatigli dagli uomini dell’Alto Passero. Se lo avete confuso con Reek, non preoccupatevi: è perché ci somiglia. Vediamo Davos, croci che bruciano al Nord mentre eserciti avanzano, quindi una bellissima donna, che indossa gli abiti rossi delle sacerdotesse di R’hllor, che si allontana sorridente da Varys e Tyrion. Un uomo incappucciato si rivela sotto la pioggia, ma è veramente difficile dire chi sia a causa del buio e del brutto tempo.
Quindi Jaime Lannister conduce dei cavalieri della sua Casata al galoppo attraverso un accampamento di tende rosse (ve l’ho detto che torna ad essere cazzuto!); segue una scena della Torre della Gioia (ne abbiamo parlato nel nostro articolo precedente); infine Cersei che tocca con un gesto decisamente poco materno il mento di Tommen e sembra, a giudicare dalle sue parole in sottofondo, mandarlo in guerra. “Stai alla testa dell’esercito, è quello il tuo posto. Mostra a tutti loro cosa sono i Lannister.” Assistiamo a una scena di backstab, ma è impossibile capire chi sia coinvolto perché si vedono solamente le ombre; quindi appare la Montagna, Gregor Clegane redivivo sotto l’elmo della Guardia Reale. Spazio per i Greyjoy e le Isole di Ferro, poi si torna su Jaime a cavallo, con la corazza da Lord Comandante della Guardia Reale e una fila di lancieri (non dei Lannister, a giudicare dalle corazze!) che marciano, schierandosi intorno a lui, le armi puntate contro i fedeli e il Tempio di Baelor.
Siamo vicini alla conclusione: Davos annuncia che “La vera guerra è fra i vivi e i morti. E non commettere errori: i morti stanno arrivando.” A rafforzare l’affermazione c’è una parata di Estranei, sui loro cavalli decomposti. Seguono – non necessariamente in quest’ordine: navi in mezzo alla tempesta, scene di battaglia e di fuoco, Estranei, Sam e Gilly, bacio lesbo (la produzione sembra essere particolarmente affezionata a questa scena e la ripropone ad ogni occasione), Bloodraven, Tormund, Sansa, Arya che combatte con un bastone, Ramsay Bolton, arcieri che scoccano, cavalli, Cersei che lecca l’orecchio di Jaime (?), figli dell’Arpia, Theon Greyjoy, Brienne e Prodrick, un uomo strangolato, Drogon…
Si va a nero. “I draghi non se la passano bene in cattività”, spiega Tyrion a Varys e a Missandei. Altra carrellata, muro di scudi dei Bolton, Tormund che combatte, Podrick strangolato, una porta sfondata da un gigante, una mano insanguinata…
Ancora a nero. Tyrion, armato solo di una fiaccola, fronteggia uno dei draghi incatenati di Daenerys nelle catacombe di Meereen. Il drago ringhia, quindi carica la fiammata… e la libera, arrostendo le nostre speranze di capire qualcosa di più. Almeno fino al 25 aprile.
– Stefano Marras –