Manca un mesetto e mezzo perché ‘Game of Thrones’ faccia ritorno sui nostri schermi: il 24 aprile negli Stati Uniti, il 25 (degno coronamento di una giornata di festa e di un week-end prolungato!) in Italia, con la versione dello show sottotitolata trasmessa da Sky Atlantic. “Solo” un mesetto e mezzo, se teniamo presente che la scorsa stagione è terminata a giugno del 2015; “ancora” un mesetto e mezzo, per i fan più sfegatati ed impazienti. Come al solito HBO gioca con il nostro hype come un gatto gioca col topo, ed ecco che nella serata del fatidico 8 marzo è spuntato in rete il nuovo full trailer della sesta stagione de ‘Il Trono di Spade’. Scopriamolo insieme!
DISCLAIMER: Il presente articolo contiene SPOILER dal trailer e, per ciò stesso, dalla sesta stagione di ‘Game of Thrones’. Contiene anche ipotesi e speculazioni che potrebbero infastidire i più sensibili. Per procedere, è ovviamente consigliabile aver visto le precedenti stagioni, perché la notte è oscura e piena di spoiler.
Il trailer scorre sulle note di ‘Wicked Game’ di James Vincent McMorrow e, proprio come questa canzone, ha un inizio soft, che degenera dopo poche decine di secondi in un crescendo. Le prime immagini ci mostrano Jon Snow esanime, a terra. “Se n’è andato”, commenta una voce fuori campo. Insomma, il tema che ha fatto scervellare milioni di fan – in realtà già dall’ultimo capitolo dedicato al bastardo di Grande Inverno in ‘A Dance with Dragons’ – viene preso di petto dalla HBO. Sì, è morto. Ma finisce qui? Difficile crederlo. In una inquadratura decisamente più luminosa ammiriamo poi una nave dorniana (presumerei quella che riporta a casa Jaime, Bronn e il cadavere di Myrcella) far vela verso Approdo del Re. Infatti subito dopo vediamo i gemelli Lannister confabulare insieme, con Jaime che minaccia di riprendersi tutto ciò che è stato loro tolto… “e anche di più”. Cersei ha le guance rigate di lacrime, poi appare ripresa frontalmente con un’espressione enigmatica.
Salto spazio-temporale e ci ritroviamo al Nord, dove la neve è sempre più copiosa. Ramsay si volta a guardare il padre, poi – in un passaggio piuttosto crudo – vediamo un uomo calvo (che molti hanno già identificato con Stannis Baratheon…!) crocifisso a testa in giù, verosimilmente scuoiato secondo le tradizioni dei Bolton, quindi arso vivo. La voce di Melisandre è un degno contrappunto a questa scena: “La grande vittoria che ho visto nelle fiamme era una menzogna. Tutto quanto era una menzogna.” Lo choc che le impediva di parlare alla fine della quinta stagione sembra aver lasciato il posto al pianto irrefrenabile: non l’avevamo mai vista così provata. Accanto a lei, ser Davos che, ricordiamo, non ha motivo di amarla: è stata la donna rossa a dare in pasto alle fiamme Shireen, adorata dal Cavaliere delle Cipolle.
Altro salto, colline erbose, cavalli. Sono Jorah e Daario, che ritrovano – e c’è da far loro i complimenti per le doti paranormali che hanno così dimostrato – l’anello lasciato cadere dalla khaleesi sul finire dell’ultima puntata. Proprio Daenerys appare, le vesti bruciacchiate, sporche e sdrucite, i capelli spettinati, i polsi legati: i dothraki che l’hanno catturata la conducono verso Vaes Dothrak (lo capiamo dal dettaglio di una statua), il luogo dove le vedove dei khal sono costrette a terminare i loro giorni, di fatto prigioniere di un mondo crudo e maschilista.
Riappare anche l’Alto Passero che, parlando con un interlocutore che fatico a riconoscere, fa presente, ancora una volta, l’importanza delle folle: “Ognuno di noi è povero e privo di potere, eppure possiamo rovesciare un impero.” Senza soluzione di continuità passiamo a un panorama aspro, roccioso, una costa che potrebbe essere quella delle Isole di Ferro (e gli stendardi scuri con il kraken dorato che garriscono al vento mi paiono confermare quest’ipotesi): forse le voci insistenti sul ritorno dei Greyjoy si riveleranno fondate? Vedremo l’Adunata di Re? Sinceramente, lo spero: la storyline di questa famiglia ha già subito abbastanza violenza dalla produzione e meriterebbe di recuperare un po’ di dignità, anche se fuori tempo massimo per incastrarsi con certi altri eventi al di là del Mare Stretto, come accade invece nei libri.
Apparizione fugace per Sansa – una Sophie Turner mai così matura e bella –, mentre Tyrion, con una fiaccola in mano, afferma: “Ormai sei parte del Grande Gioco, e il Grande Gioco è terrificante”; comparsata anche per Drogon, il drago più grosso e più cattivo della cucciolata di Dany, quindi vediamo qualcosa che i fan bramano ormai dai tempo: Lancel-sono-uno-spostato-Lannister, cugino incestuoso pentito di Cersei, avanza baldanzoso. “Ti dispiace farti da parte? Ci sarà violenza, altrimenti”, afferma con falsa cordialità. “There will be violence” è già diventata una frase cult, e pare un po’ una dichiarazione sulla poetica di questa stagione imminente. Vediamo il nuovo cavaliere della Guardia Reale, che tutti abbiamo già identificato con lo zombie della Montagna, ma è Cersei a prendere la parola: “Io scelgo la violenza”. E qui il nostrano Attila di Abatantuono si scatenerebbe. A me personalmente freme l’hype, perché l’idea di quel che Zombie-Clegane può fare al povero Lancel tocca corde crudeli, annidate in fondo all’anima.
Cersei non fa in tempo a finire di parlare, che vediamo sette cavalieri del Nord estrarre le armi: sette, come quelli che andarono alla Torre della Gioia a salvare Lyanna Stark. Signori miei, sostenitori di R+L=J, ci siamo: è questo il flashback che stavate cercando. Carrellata di personaggi, Arya, Tommen, Ditocorto, archi, frecce, torce, esplosioni, sesso (Jaime, ci caschi ancora con quella zoccola di tua sorella?!?), Brienne, un braciere, le tette di Mel (sempre gradite), una mano sugli occhi chiusi di Jon, il muro di scudi dei Bolton, un bacio lesbo, Thormund, un combattimento (ancora flashback…) fra un giovane Ned Stark e un cavaliere della Guardia Reale con lo stemma dei Targaryen sul pettorale dell’armatura, cavalli, combattimenti, cavalli… Scusate, tiro il fiato. Alla fine, ritroviamo Bran (assente giustificato nella scorsa stagione) che, con l’espressione che faccio io quando prendo un paracarro in retromarcia, si volta e si trova faccia a faccia con il Re della Notte, il capo degli Estranei. L’incontro sarà amichevole, o assisteremo a uno scontro fra i nuovi poteri di Bran e quelli degli Estranei? Chissà.
Si va a nero, tutto sembra finito, ma è presto per uscire dal cinema – se mi passate la metafora. “Non sono mai stato un granché come combattente” premette ser Davos, mentre afferra Lungo Artiglio, la spada d’acciaio di Valyria di Jon. Vediamo il Lord Comandante defunto, immobile, su una sorta di catafalco. “Mi scuso quindi per quello che state per vedere.” Davos estrae la spada e, in un lampo, vediamo l’immagine di Jon, con il suo metalupo Spettro sopra di lui. Senza correre troppo con la fantasia, è lecito presumere che sia l’inizio di un rituale – da alcuni paventato, da altri lungamente atteso – per riportare in vita Jon.
Il trailer finisce qui, e così il mio commento: mi è parso un prodotto ben fatto, anche se forse ha rivelato un po’ troppe cose che sarebbe stato meglio conservare per un momento successivo… di sicuro ci lascerà per i prossimi quaranta giorni a scervellarci su ciò che accadrà. Season Six is coming…!
– Stefano Marras –