Ci risiamo. Ancora una volta, tutti sulle spiagge dell’Isola a lume di falò, a parlare dello sviluppo di un nuovo RPG isometrico di stampo classico, per la precisione il futuro Tyranny di Obsidian Entertainment, team già responsabile dell’acclamatissimo Pillars of Eternity, e pronto più che mai a bissarne il successo con questo nuovo progetto.
Ora, la rinascita di fatto dell’RPG di stampo classico (ricordiamo giusto, negli ultimi mesi, il già citato PoE e l’invece evitabilissimo Sword Coast Legends basato sul regolamento D&D 5.0) sulla falsariga dei capolavori capostipiti del genere che non sto nemmeno più a ricordare (e invece sì, perché sono pedante: Baldur’s Gate, Icewind Dale, Neverwinter Nights, ecc.) è probabilmente dovuto ad una serie di fattori. In primis, la natura essenzialmente nostalgica e conservatrice del videogiocatore di ruolo medio (natura alla quale mi sento di aderire pienamente), adepto della mai troppo rimpianta stagione d’oro di cui sopra. Ma pure una certa qual deriva “hollywoodiana” che comincia a farsi sentire anche nell’editoria videoludica – per sua natura sperimentatrice – che porta le software house ad appiattirsi su formule non particolarmente innovative purché commercialmente valide. Del resto Obsidian affonda le sue radici nella dissoluzione di Black Isle Studios, già protagonista della citata golden age. Ed è risaputo che, se si sa far bene una cosa, tanto vale continuare a fare quella. Ebbene, tutto questo per Tyranny potrebbe non essere vero, o esserlo solo in parte: vediamo perché.
KYROS FOR PRESIDENT
Del nuovo titolo di Obsidian si sapeva relativamente poco fino alla presentazione di una demo di mezz’ora alla Game Developers Conference di San Francisco: Tyranny sarà basato su una versione modificata del motore simil-Infinity Engine che abbiamo già apprezzato in Pillars of Eternity. Di nuovo isometrico, quindi. Ma a quanto pare le similitudini con PoE finiscono lì. Sì, perché con tutta evidenza Obsidian, a partire dall’ambientazione, vuole offrire all’utente un’esperienza diversa rispetto al titolo precedente: muoveremo i nostri passi nuovamente in un setting completamente originale, cosa altamente apprezzabile di per sé, dato che escogitare da zero due ambientazioni nuove di zecca in meno di due anni non è esattamente come combinare l’ennesimo adattamento dei Forgotten Realms che si stagliano belli che pronti da tempo immemore.
Qualche ruolista più attempato si ricorderà una vecchia modifica al setting del gloriosissimo GiRSA, che prese piede parecchi anni fa, dal titolo Sauron For President, nel quale i PG dovevano muoversi in una Terra di Mezzo nella quale l’Oscuro Signore aveva recuperato l’Anello e dominava Arda, mentre i resti della Compagnia erano sparsi ai quattro angoli del pianeta, e via di questo passo. Ecco, in Tyranny (come si deduce anche astutamente dal titolo), siamo all’incirca da quelle parti: nel solito derby Bene vs. Male, per una volta, ha trionfato il Male (con l’aiuto dell’arbitro pare, ma tant’è – il Male non gioca mai pulito, tutto ciò mi ricorda qualcosa…). Un tale Kyros, il cattivo di turno, ha stabilito il suo dominio sulle terre conosciute e instaurato una simpaticissima tirannia. Ora, per una volta, pare che il giocatore non dovrà vestire i panni dell’eroe che, armato di stuzzicadenti, partirà dai livelli di potere più infimi per arrivare ad affrontare e sconfiggere Kyros, bensì si calerà nella parte del Fatebinder, infame emissario del signore oscuro, incaricato di rimettere assieme i cocci del conflitto distruttivo di cui sopra e di ristabilire una parvenza di ordine (facendo capire al popolino chi sia a comandare adesso). “Una sorta di Judge Dredd fantasy” a detta degli sviluppatori stessi. E qui, a quanto pare, entrerà in gioco l’altra peculiarità del titolo: in discontinuità con i canoni del genere (PoE è sì un capolavoro, tecnicamente ineccepibile e pieno zeppo di citazioni, ma tutto sommato classico, nel quale si sviluppa un trama piuttosto lineare che da A conduce a B), in Tyranny ogni decisione che prenderemo – a partire dalla creazione del personaggio – avrà delle ripercussioni sullo sviluppo successivo degli eventi. Un po’ come succedeva nei primi capitoli di Dragon Age, ma molto più pesantemente. Pare infatti che, in base alle nostre scelte, non solo la trama verrà stravolta completamente, ma addirittura si avranno delle modifiche a livello di scenario.
La demo, per esempio, in base alla creazione del personaggio si svolgeva in un piccolo villaggio chiamato Plainsgate, occupato dalle armate dell’Oscuro ma relativamente risparmiato dalla furia della guerra. In un altro passaggio della stessa, invece, in base a scelte completamente diverse in fase di creazione del PG, Plainsgate giaceva semidistrutta dal conflitto, con una bella voragine che aveva spazzato via parte della cittadina, la quale addirittura aveva cambiato nome in Halfgate, con le presumibili variazioni anche a livello di quest. Il sistema di acquisizione delle abilità, “alla Elder Scrolls” (aumentano le abilità che si usano di più, quindi se tenderemo a far risolvere le questioni alla spada piuttosto che alla lingua, diventeremo abili combattenti piuttosto che diplomatici e spie, e viceversa) può far storcere il naso, ma si inserisce perfettamente in un progetto nel quale la reattività dello scenario e la imprevedibilità degli eventi dovrebbero essere la chiave di volta. Il tutto confermato dalla relativa brevità (pare una ventina di ore di gioco) del titolo, sintomo del fatto che ogni volta che inizieremo una run sarà una partita diversa, con ambizioni piuttosto elevate circa la rigiocabilità – almeno nelle intenzioni degli sviluppatori.
Insomma, un titolo che promette una bella ventata di novità all’interno di un genere che amiamo alla follia ma che ad oggi forse aveva già detto tutto quello che aveva da dire. La release di Tyranny è prevista per un vaghissimo 2016. State sintonizzati Illyoners, vi terremo aggiornati!
– Luca Tersigni –