Konnichiwa, miei cari lettori. Che vuol dire konnichiwa? Ma suvvia, ormai tutti sanno che è un saluto formale giapponese… non siete cresciuti a pane e anime? Ah, guardavate solo cartoon Disney? Santo Lucca Comics, perdonali, perché non sanno quello che fanno… Bazzecole a parte, oggi vi devo acculturare su un manga che sta conquistando il mondo, The Seven Deadly Sins. In verità è da un po’ che questo prodotto è in circolazione, in quanto ha debuttato su Weekly Shōnen Magazine il 10 ottobre 2012. Il suo autore, Nakaba Suzuki, si è subito distinto per la particolarità della sua penna sbarazzina, lineare e gradevole, tant’è che nel giro di due anni ha venduto dieci milioni di copie, piazzandosi come uno dei manga più famosi degli ultimi tempi, e sfiorando persino il record di “One Piece” il quale, ricordiamo, è il manga più venduto di sempre in Giappone. Mica cotiche. Ma questo lo sapevate già, vero? Quello che non sapete è che vi premierò, elencandovi sette (ovviamente) buoni motivi per amare questo manga, parlandovi anche del concorso indetto dal suo autore e di altre curiosità! Via!
1) La storia è semplice. Forse in alcuni momenti persino scontata, ma questo rende la trama molto facile da seguire e per niente pesante. Starete pensando “vuol dire che ha una trama per bambini”? No, vi avrei detto che aveva una trama per bambini. A giudicare dall’altissima frequenza di battute a sfondo sessuale, alla violenza esplicita, agli intrighi di potere e alle sfumature allegoriche che si raggiungono, direi proprio di no, non è per bambini. Semplicemente… è semplice. La trama inizia con un bambino che gestisce una locanda, il “Boar Hat”, e “accidentalmente” fa la conoscenza con la principessa Elizabeth, la terzogenita della famiglia Liones. In verità la principessa è sfuggita dal suo regno per cercare i Seven Deadly Sins: vuole arruolarli per sconfiggere i Cavalieri Sacri, che hanno usurpato il Trono, ribaltando così le sorti della Britannia e, forse, anche del mondo. Da questo incontro inizia il viaggio alla ricerca dei Sette Peccati Capitali. La trama non si perde in fronzoli e in congetture che poi l’autore potrebbe non essere più in grado di gestire, ma si concentra su dialoghi efficaci e su azioni ben dirette; i disegni, poi, sono essenziali, si intuisce sempre tutto quello che accade, nei tempi e nei modi che hanno una sola, precisa interpretazione. Quindi, un manga che pare una fiaba.
2) Il fumetto ha una sua originalità, pur essendo semplice. I Seven Deadly Sins sono sette banditi dai poteri straordinari, e ognuno di loro è stato marchiato da uno dei sette peccati capitali, incarnandone le peculiarità. Sono i fuorilegge più forti del regno di Britannia… o perlomeno, i Cavalieri Sacri vogliono far credere che siano fuorilegge. I buoni che sono cattivi e i cattivi che sono i buoni è un fattore che apprezzo moltissimo nei manga, e il modo in cui Nakaba Suzuki lo traduce su carta è davvero affascinante. Ma non voglio rovinarvi la sorpresa. Già nel primo capitolo dovete sempre tenere a mente che niente e nessuno è ciò che sembra.
3) A proposito di nessuno è ciò che sembra… il protagonista principale, Meliodas, è ciccino bomboso. Che è uno dei miei modi per dire “carino e piacevole”. Ha un po’ quel fare strafottente di chi vince sempre, che ti fa prudere le mani. Sembra un bambino e invece è il capitano dei Sette Peccati Capitali. Il suo segno è quello del Dragone e il peccato che rappresenta è l’Ira. Lo direste mai di un bambino biondo con gli occhi verdi, che impugna una spada dalla lama spezzata e ha per amico un maialino parlante? No, appunto. Adorabile.
4) Come vi dicevo, ci sono parecchi riferimenti sessuali. E con questo intendo che Meliodas è perennemente con le mani su tette, sederi e quant’altro. Soprattutto sulle tette e il sedere di Elizabeth, la principessa. Questo non è un motivo per cui dovreste apprezzare il manga (maliziosi!), ma un modo col quale l’autore, in maniera intelligente e mai volgare, vuol strappare una risata e sdrammatizzare una storia che sarebbe altrimenti molto drammatica. Le figure femminili hanno ampissimo spazio nel fumetto, sono disinibite ma non provocanti, e la storia d’amore fra Ban e Elaine fa pensare a tutto eccetto che l’autore abbia una sola cosa in testa…
5) Ovviamente protagonisti sono anche gli altri sette Deadly Sins: abbiamo Diane, una gigantessa, innamorata di Meliodas. Lei rappresenta il peccato dell’invidia, ha il simbolo del serpente e ha una forza capace di spostare le montagne; c’è Ban, che raffigura il peccato d’avarizia, col simbolo della volpe. È immortale poiché ha bevuto dalla Fonte della Giovinezza; poi abbiamo King, il peccato d’accidia, col simbolo dell’orso. Nonostante l’aspetto pacioccoso, è il re delle fate; Gowther, invece, rappresenta il peccato di lussuria col simbolo dell’ariete. È in realtà una bambola a cui un mago ha inserito un’anima, e ha un potere psichico; poi c’è Merlin, che è il peccato di gola col simbolo del cinghiale, ed è una delle maghe più potenti di tutta Britannia; e infine Escanor, il peccato di superbia col simbolo del leone. Sarebbe il più forte…se non fosse che il suo potere funziona solo di giorno, mentre di notte è più fragile di un rametto secco. Fantastico.
6) L’autore, Nakaba Suzuki, tiene molto ai suoi fan e gli piace sentire il loro supporto, quindi ha indetto un concorso di disegno per i suoi lettori. Ai partecipanti è richiesto di raffigurare uno dei suoi personaggi, su un foglio bianco e con qualsiasi tecnica, da inviargli entro il 15 febbraio. Volete partecipare anche voi? Allora leggete tutti i dettagli qui: c’è la possibilità di venire pubblicati nel manga!
7) Il fumetto, pubblicato in Italia da Star Comics, presenta una buona qualità generale, e sapevate che da novembre, su Netflix, è disponibile anche la trasposizione anime (doppiata in italiano)? Ve la consiglio caldamente, lì si possono ancora di più apprezzare i colori sgargianti e le ambientazioni fantasy tipiche della serie. E, cosa per niente scontata, è altamente fedele al manga.
Bene, da Elisa-chan è tutto, ora aspetto a sentire i vostri commenti sulla storia (mi raccomando, però… che siano sette)!
– Elisa Erriu –
The Seven Deadly Sins – Recensione e concorso
Isola Illyon
- I disegni dell’autore sono molto particolari e peculiari;
- La storia è semplice, ma per nulla noiosa: è, anzi, più facile da seguire e assai piacevole;
- Adoro Ban!
- La faccia da schiaffi di Meliodas;