Eh sì, mi avete beccata: una persona proprio non può starsene tranquilla, nelle sue vesti di Assassino, a giocare. E vabbe’, allora andiamo a vedere insieme il secondo episodio della trilogia sviluppata per Ubisoft da Climax Studios, Assassin’s Creed Chronicles: India. Come il precedente capitolo, siamo ancora alle prese con un action/platform in 2,5D, e cioè una fusione tra i vecchi giochi a scorrimento e l’interazione con una parte del paesaggio su più livelli di profondità. In verità, questo tipo di giocabilità non è mai riuscita a conquistarmi, ma in questo caso è innegabile che, come per China, l’azienda abbia deciso di puntare molto sulla saga, che si concluderà il 9 febbraio con il lancio del terzo episodio, ambientato in Russia. Le piattaforme su cui è disponibile Assassin’s Creed Chronicles: India, sono sempre le stesse: Xbox One, PS4 e PC, con l’uscita su PS Vita prevista per il 5 aprile. In questo gameplay vi mostro la versione PC, che ovviamente ho giocato nella mise adatta (su Isola Illyon non lasciamo nulla al caso… siamo, inoltre, Assassini di natura). Ma parliamo un po’ della trama.
In Assassin’s Creed Chronicles: India si vestono i panni di Arbaaz Mir, e come non rimanere subito incuriositi dal suo sorriso sfuggente (prerogativa degli Assassini, a quanto pare) e dallo sciabolone gigante che porta con sé, nonché… dalle sue babbucce? Come faccia a scalare i muri con quelle, è un po’ la magia del gioco. Ma la domanda che mi son posta appena afferrato il controller è stata: riuscirà veramente Arbaaz Mir nella sua missione, ovvero recuperare il diamante Koh-i-noor rubato da un Maestro Templare? Riuscirà a destreggiarsi tra le tigri del Bengala, tra i soldati dell’Impero Sikh, la Compagnia britannica delle Indie orientali e tutto il cucuzzaro che imperversava in un’India sotto il dominio britannico nel XIX secolo? Come si fa a non rimanere interessati nel voler scoprire il finale di questa storia, in bilico tra un’importante missione e l’amore che Arbaaz prova per la principessa Pyara Kaur? Beh, ovviamente, la risposta a questa sequenza di domande la potrete scoprire solo voi. Quindi, niente, vi lascio al gameplay (le imprecazioni che sentirete sono in lingua indiana, quindi se non doveste capirle, ora sapete il perché!):
P.S.: Il cagnaccio sta bene e vi manda i suoi saluti.
– Elisa Erriu –