Per gli horror, non faccio testo. Se non fosse per la parodia di “Scary Movie”, non potrei neanche guardare “The Blair Witch Project”. Quindi immaginatevi il mio approccio a questo filmato:
QUANDO, COME E PERCHÉ JERUZALEM NON MI FARÀ DORMIRE
Quello che avete appena visto è il trailer di “JeruZalem“, lungometraggio che uscirà nei cinema americani il 22 gennaio 2016. Si tratta di un horror girato in found footage (uno stile cinematografico che usa le riprese dal vivo, di solito una videocamera di un attore, ricreando la sensazione di un pseudo-documentario), con tematiche che si legano all’apertura delle porte dell’Inferno a Gerusalemme. La trama vede due ragazze americane che si recano in vacanza nella Città Santa, per seguire un antropologo nei suoi studi. Dopo le dovute bevute e i dovuti festeggiamenti, però, si ritrovano in un Inferno vero e proprio, scatenatosi dalle viscere delle città. Insomma, è dalle antiche scritture che ce lo dicono che sotto Gerusalemme ci sta l’Inferno; anche Dante Alighieri aveva provato a farcelo capire in quel modo così divino. Ci volevano due ragazzine americane per fare casino… come al solito.
Le attrici che interpretano le due protagoniste sono Danielle Jadelyn e Yael Grobglas (israeliana, tra l’altro), quest’ultima che potreste ricordare nella serie “Jane the Virgin” oppure in “Reign”. Anche i registi, i due fratelli Yoav e Doron Paz, non sono molto famosi, ma hanno ben pensato di mettersi al lavoro su una pellicola che potesse unire una storia lineare e classica da film horror, aggiungendo giusto quel pizzico di originalità data da un’esperienza grafica dal vivo e dai nostri atavici problemi con la religione. Sì, religione. Come si vede nel trailer, è stato citato un passo del profeta Geremia, che è uno di quelli presenti nelle Sacre Scritture, in cui si dice che “ci sono tre porte per l’Inferno. Una è nel deserto, una nell’oceano e una si trova a Gerusalemme“.
Lasciamo perdere il fatto che Geremia ce l’avesse a morte con Gerusalemme – e che forse solo per questo l’ha scritto –, e facciamo finta che sia vero, che nella città si trovi davvero una porta per l’Inferno. Scavando nei nostri passati di bravi chierichetti, dovremmo dunque far riemergere tutti quegli orrori che avevamo rimosso, come l’accettazione di anime dannate e i demoni mostruosi. Dovremmo, dunque, congiungere queste paure con un luogo ben preciso nel nostro mondo, Israele appunto, e non più soltanto nelle nostre fantasie. D’altronde, con la fantasia e le credenze religiose si offre un terreno fertile per storie adatte a terrorizzare i fedeli. Dal trailer non è proprio ben chiaro come mai si siano aperti in quel momento i cancelli infernali, e presumo che lo si scoprirà guardando il film (non guardate me, io voglio dormire la notte!). Una cosa, comunque, è chiara: quello che esce da queste maledette porte non può essere di certo nulla di buono. Si profilano demoni che ricordano vagamente i mostri dei film a tema possessioni demoniache o spiriti maligni, creature strane e rachitiche da far invidia a “Silent Hill”, che avanzano dalle tenebre della profondità della terra. Anche le stesse persone sembra che, ad un certo punto, vengano possedute (quegli occhi interamente neri non penso siano dovuti ad un’alta esposizione solare…). Il caos, la paura e il conflitto contro qualcosa che non si conosce e probabilmente non si può sconfiggere pare rientrare perfettamente nell’immaginario che ci siamo fatti in duemila e passa anni trascorsi a pensare a cosa potrebbe popolare il primo piano dell’Inferno: ci manca il demone caprino e cornuto che ci infilza col forcone, e siamo a posto.
Personalmente, non credo che bisognerebbe approcciarsi a questo film con l’idea di andare al cinema per divertirsi o passare semplicemente del tempo. Credo che sia un lungometraggio con un messaggio potenziale, il messaggio di un esperimento (come dice lo stesso co-regista) di chi vuole mostrare Gerusalemme sulle spalle di una persona, attraverso le sue strade, la sua storia, e anche le sue recondite paure… anche se, probabilmente, molti di voi non sono realmente spaventati da questo trailer, né lo saranno dal film. Ma una lancia fatemela spezzare. Lasciamo perdere per un attimo gli effetti speciali: come diavolo (ci sta proprio bene) si fa a non avere paura dell’idea che qualcosa che diamo per scontata non possa davvero generare mostri? Come tutti i film che toccano temi religiosi o di superstizione, ci troviamo di fronte ad un argomento davvero “horror”. Perché l’horror ha le sue radici nell’immaginazione, nelle paure che possono essere toccate con idee che non necessariamente debbano realmente avverarsi: l’importante è che siano credibili. E un Inferno in grado di scatenarsi da Gerusalemme forse è una cosa più credibile di quanto si possa immaginare…
– Elisa Erriu –