Cari Walkers, dopo aver letto la recensione della seconda puntata, procediamo con qualche chiacchiera sulla terza. Inutile dirvi che in questo articolo ci sarà uno spoiler pesantissimo che non sono disposto a risparmiarvi (anche perché sono certo che prima del consueto appuntamento con la recensione sull’Isola abbiate già appreso questa terribile notizia), e quindi chi è sensibile agli spoiler può anche dedicarsi ad una lettura che non riguardi la recensione di una puntata. Vi siete fatti un’idea di come stanno andando le cose? Facciamo rapidamente il punto della situazione. Il nostro gruppo di sopravvissuti, decisamente più eterogeneo di quello composto dai membri stoici ai quali ci siamo abituati fino ad ora, si trova ad affrontare un’orda infinita di zombie in CGI fuoriuscita da una cava di pietra. Mentre stanno mettendo a punto il piano per deviare quest’orda il più lontano possibile da Alexandria, qualcosa va storto. Un suono che sembra essere quello di un clacson attira parte dell’orda proprio verso la città. Intanto, i misteriosi Wolves invadono Alexandria, distruggendo il fragilissimo equilibrio e avendo facilmente la meglio sul gruppo di superstiti. Carol, insieme a qualcuno dei sopravvissuti più abituati alla vita del nuovo mondo, riesce a respingere l’attacco. Tutti felici e contenti, insomma, nonostante la batosta bella fresca fresca.
Ma qualcuno mancava all’appello. Questa puntata, infatti, racconta in parallelo ciò che accade al resto del gruppo, in particolare a Rick, Michonne, Glenn, Daryl e altra gentaglia del genere. Uno dei Leitmotiv dell’episodio rimane il forte contrasto fra la brutalità dei vecchi e l’incapacità dei nuovi incontrati ad adattarsi alle disgrazie del mondo. Conseguenze? Un disastro di proporzioni bibliche. A differenza di come siamo stati abituati dalla serie, questa puntata riesce a trovare il giusto compromesso fra narrazione ed azione. I personaggi, da queste parti, muoiono letteralmente come mosche (giuro, al ventesimo minuto della puntata avevo già perso il conto!). Molti sono combattuti sul fatto di tornare indietro o meno ma, alla fine, si decide che lo spettacolo deve continuare e l’orda deve essere portata a destinazione. Se tutto questo fosse facile a farsi quanto a dirsi, probabilmente non ci sarebbe stata una terza puntata al cardiopalma come quella alla quale abbiamo avuto modo di assistere, invece. Un bel punto interrogativo per Daryl che, oltre ad essere poco partecipe fatta eccezione per le inquadrature ampie e “ignoranti” con gli zombie al seguito, risulta sempre più enigmatico e decisamente poco incisivo. Michonne, invece, in uno scambio di battute col nuovo nero con le treccine (quello che non è Morgan, per capirci), si riprende totalmente dalla tristissima battuta sul burro d’arachidi con una digressione sul cosa siano diventati e sul come siano arrivati ad esserlo. Brava miss Katana: la sua inequivocabile propensione all’aiutare il prossimo la porterà ad una situazione very di merda. Se c’è una cosa che film e roba del genere sugli zombie ci hanno insegnato è che l’unione fa la forza. Niente di tutto questo, mi spiace. Sicuramente, il momento di spannung della puntata è quello in cui l’orda raggiunge anche questo gruppo di sopravvissuti.
Qualcuno di voi sicuramente si sarà interrogato sul piano e sul come abbiano pensato di farlo funzionare. Sono l’unico che non ha capito le reali dinamiche? Per quanto possa essere distratto, sono sicuro che sia effettivamente stato trascurato (volutamente o meno, ovviamente): a tutti avrebbe fatto piacere, forse, essere resi più partecipi dei loro progetti. Ma anche questo fa parte della sensazione di irrisolto che questa serie è obbligata per natura a trasmetterci. Quindi riteniamoci fortunati di aver percepito quanto basta per sapere che il gruppo abbia un’idea sul cosa fare. Un’idea che passo dopo passo diventa sempre meno efficace e più pericolosa. Ad un certo punto, poi, accade un evento che a molti fan avrà fatto male, ma male sul serio. Stiamo parlando di Glenn, signori. Bruttissima storia. Dopo sei stagioni e, soprattutto, dopo un casino di puntate nelle quali si è salvato per non so quale cazzo di miracolo, Glenn MUORE. Esattamente, Glenn muore.
Uno spoiler? No, se avete aperto questo articolo significa che volevate sentirvelo dire da un fan affranto almeno quanto voi dalla perdita in questa puntata. Proprio perché lo spoiler non è l’intenzione, non vi dirò come muore, perché davvero, quella è la parte migliore.
Una nota doverosa se la merita il fatto che qui, nella serie, il nostro pseudo cinese preferito muore in modo più dignitoso ed eroico che non nel fumetto, dove veramente fa proprio una fine da cane rabbioso. E Rick, invece? Bene. Lui rimane da solo e, ovviamente, nella merda più totale. Nonostante tutta la cacca nella quale si sono ritrovati i nostri personaggi, devo dire che questo episodio mi ha stupito. Di gran lunga superiore alle mie aspettative e forse, anche per questo, assolutamente affascinante. Una puntata che finalmente tiene incollati allo schermo, minuto dopo minuto. Davvero sorprendente e, soprattutto, posta in modo che faccia ben sperare per il futuro. Un episodio che inizia e finisce come ogni miglior episodio di The Walking Dead, di quelli dei tempi belli durante i quali la serie ha saputo dimostrare tutto il suo potenziale accattivante e la trama geniale dalla quale questa storia ha preso spunto, per di più coronata da una morte inaspettata alla quale questa puntata deve gran parte del suo appeal. Chi se lo sarebbe aspettato? IL PRIMO VOLTO AMICO che Rick incontra quando arriva ad Atlanta, e lo salva da morte certa. Sì, proprio lui, il cinese col cappellino. Pace all’anima sua.
Addio Glenn, ti abbiamo voluto tutti tanto bene. Soprattutto perché alla fine ti sei coricato quella figa di Meggie approfittando in maniera evidente della fine del mondo. Stima assoluta.
P.S.: sarà che questo spunto non torni a far capire a questi deboli umani che la vera minaccia sulla faccia della terra sono gli zombie?
– Antonio Sansone –
The Walking Dead 6×03 – Recensione
Antonio Sansone
- Oddio, sto guardando una vera puntata di The Walking Dead! Quasi non ci speravo più;
- Wow Michonne... mi hai davvero steso con questa puntata;
- La morte di un personaggio storico può essere drasticamente incisiva;
- Speriamo che questa torni ad essere la qualità standard di The Walking Dead;
- I soliti piccoli gap nei dialoghi che vengono assolutamente coperti da un action adrenalinico;
- Dannazione, più azione per Daryl;