Dopo che tanto se ne era sentito parlare in rete, arriva finalmente in Italia, pubblicato da Star Comics, l’attesissimo manga World Trigger. L’opera di Daisuke Ashihara si presenta come il più classico degli shōnen, nella piena tradizione della rivista Weekly Shōnen Jump, sulla quale World Trigger viene pubblicato regolarmente in Giappone: nella fittizia città giapponese di Mikado City, del tutto simile a una grande metropoli dei nostri giorni, iniziano ad aprirsi dei misteriosi portali, chiamati Gate, che creano un collegamento con un’altra dimensione, dalla quale provengono i mostruosi invasori conosciuti come Neighbor. Ma questi alieni non si dimostrano certo dei buoni vicini, visto che iniziano a devastare il luogo, portando sull’orlo della disperazione i cittadini sopravvissuti, almeno fino a quando non viene fondata la Border, un’organizzazione di difesa che riesce a combattere questi incredibili avversari utilizzando la loro stessa tecnologia futuristica, chiamata Trigger.
Se a questa trama, di per sé molto semplice e per certi versi scontata, aggiungete il classico contesto scolastico giapponese, comprenderete quanto effettivamente il manga ruoti intorno a quei cliché che hanno fatto, in alcuni casi, la fortuna del genere. Il protagonista è, infatti, il giovanissimo Osamu Mikumo, che pur frequentando appena le scuole medie (ha 15 anni), milita già come cadetto nell’organizzazione Border, addestrandosi a combattere i Neighbor. Osamu, a dispetto del suo carattere introverso, non perde mai occasione di esporsi quando si trova ad assistere ad una ingiustizia, cercando con tutte le sue forze di proteggere i più deboli. La sua vita cambia, però, repentinamente nel momento in cui si aggiunge alla sua classe un misterioso studente da poco trasferitosi in città, Yuma Kuga, anch’esso elemento già presente in numerosi manga.
Il tutto potrebbe sapere, perciò, di già visto, di trito e ritrito, con elementi presi qua e là e rimaneggiati all’occorrenza, se non fosse che la bontà degli altri aspetti di World Trigger lo salvano da quello che sarebbe, almeno nell’ottica di noi occidentali, un insuccesso. Non si può, infatti, mettere in dubbio la cura impiegata dall’autore nel presentare la sua ambientazione, con una narrazione che se all’inizio stenta a catturare, recupera in fretta mettendo il lettore di fronte a situazioni sempre movimentate e diverse tra loro: su una base rappresentata dai combattimenti adrenalinici e senza esclusione di colpi si inseriscono sia momenti più spensierati, con diverse scenette comiche ben riuscite (merito soprattutto di un’ottima caratterizzazione dei personaggi, principalmente per quanto riguarda il piccolo Yuma Kuga, la cui ingenuità dà il via a situazioni surreali e divertenti), sia situazioni più riflessive che fanno presupporre un buon margine di evoluzione dei protagonisti nel prosieguo della storia.
Per l’opera, Ashihara ha dichiarato di essersi ispirato a Doraemon, l’anime che più ha amato nella sua infanzia, ed effettivamente lo zampino del grosso gatto blu venuto dal futuro sembra esserci davvero in World Trigger: anche qui uno dei temi fondamentali è rappresentato dalle implicazioni che possono sorgere nell’introdurre oggetti futuristici in un contesto attuale. I disegni, poi, nella loro semplicità, appaiono molto freschi e perfettamente adatti, nonostante il tratto sia molto stilizzato e poco attento ai dettagli nel raccontare la storia di Osamu e Yuma, tuttavia con delle scene di combattimento molto dinamiche e appassionanti. Simpatiche sono anche le pagine riempitive tra un capitolo e l’altro, dove con ironia vengono presentati i vari protagonisti che mano a mano il lettore incontra. Già nel primo tankōbon non mancano personalità interessanti, ma non ho dubbi sul fatto che siano destinate ad aumentare rapidamente nei prossimi volumi.
Anche in Giappone, per le ragioni già citate, World Trigger è partito un po’ in sordina, non riuscendo a ottenere il successo sperato nei sondaggi dello Shōnen Jump, e costringendo così l’autore a diverse modifiche in corso d’opera, facendogli anticipare la comparsa di alcuni personaggi chiave della storia. Ma dal capitolo 11 in poi (per intenderci, il primo volumetto ne include sette) ha riscosso un improvviso successo tra i lettori, arrivando a piazzarsi spesso tra i primi posti nelle classifiche dei manga più venduti del periodo. Per quanto, quindi, l’inizio non sia dei migliori, bisogna avvicinarsi a questo prodotto senza pregiudizi, con l’idea che il primo volume contenga soltanto le premesse di una storia molto più ampia e appassionante, con un potenziale che riusciranno ad apprezzare solo coloro che non si fermeranno alle prime pagine.
Star Comics porta, quindi, nel nostro Paese un altro ottimo manga che è già un successo in terra nipponica, con un suo anime e una grande schiera di fan, in un’ottima edizione, di quelle a cui ci ha ormai abituati, che riproduce esattamente la versione originale. Il consiglio è quello, se si è in cerca di una storia semplice, ricca di scene divertenti e di combattimenti, di dargli una possibilità, tenendo sempre a mente che le avventure di Osamu e del misterioso Yuma sono appena iniziate.
– Alessia Bellettini –
World Trigger Volume 1 – Recensione
Isola Illyon
- Disegno pulito e fresco, adatto sia alle scene di combattimento che ai momenti più comici;
- Storia spensierata che sa intrattenere senza grandi pretese;
- La trama, nella sua semplicità, lascia intravedere ampi margini di evoluzione;
- Edizione identica all'originale;
- A volte si abusa di stereotipi e cliché del genere;
- Enorme lentezza della vicenda nel catturare l'interesse;
- Il meglio deve ancora arrivare...