Vi avevo raccontato le anteprime, ve lo avevo promesso, e alla fine eccomi pronto a mantenere la parola data: sabato scorso, 17 ottobre, ho presenziato, per conto di Isola Illyon, ad un avvenimento che segna una piccola ma decisiva svolta del percorso del genere fantastico in Italia. Finalmente anche il nostro Paese ha il suo Museo dedicato al fantastico in tutte le sue espressioni: si tratta del Mu.Fant, che ha aperto ufficialmente i battenti a Torino in Via Reiss Romoli 49 bis. Che l’evento abbia una portata decisamente significativa è testimoniato anche dalla risonanza a livello istituzionale riservata all’inaugurazione: hanno presenziato esponenti della giunta della Città e del Comune di Torino, e rappresentanti delle realtà circoscrizionali. Inoltre, la notizia è stata riportata sia su quotidiani nazionali (La Stampa, Repubblica) che sui notiziari RAI regionali. In più, il Museo entrerà a far parte del circuito Torino Musei a gennaio 2016 (e sarà incluso nella tessera Torino Musei), insieme a realtà molto più celebri come il Museo Egizio, il MAO (Museo di Arte orientale) e la GAM.
L’esposizione è ospitata nei locali di un ex complesso scolastico professionale: all’ingresso, si viene accolti da un gigantesco murale dipinto sulla facciata laterale dell’edificio, rispetto all’ingresso vero e proprio. Una composizione ispirata alla fantascienza d’antan, con razzi, paesaggi lunari e pianeti ad anelli, che introduce al tema che fa la parte del leone all’interno del Mu.Fant: la fantascienza. Tradizionalmente, l’aspetto fantascientifico è preponderante nella concezione di fantastico nel nostro Paese, e il museo rispecchia questa impostazione. Davvero partecipato l’evento, con centinaia di persone tra appassionati duri e puri e semplici curiosi.
L’ingresso si compone di due grandi saloni dedicati alla fantascienza come genere trans mediale per eccellenza, declinato nella letteratura, nel cinema, nei fumetti, nelle serie televisive, nell’animazione orientale, e nei videogiochi. In omaggio alla imminente uscita della nuova trilogia, queste sale ospitano diverso materiale dedicato a Star Wars: maschere, costumi, modellini, giocattoli, VHS, poster e chi più ne ha più ne metta. Ma ad essere rappresentata in queste sale è una vastissima selezione di opere fantascientifiche, tra cui molte delle serie televisive che hanno fatto la fortuna del genere nel corso dei decenni, come Spazio 1999, i Visitors, UFO, e tante altre, tra poster, riproduzioni, schemi tecnici e materiale audiovisivo.
La sala dedicata alla protofantascienza racconta, tramite l’allestimento composto di volumi unici, stampe d’epoca e materiale cartaceo, la genesi del concetto di futuro, utopia e scienza fantastica che tra il 1700 e la fine del 1800 fu alla base della nascita della moderna sci-fi. Stampe utopistiche, edizioni rare di Jules Verne e di altri autori, leggendarie riviste pulp americane del novecento come Astounding Science Fiction (dove scrisse addirittura Asimov) e, per quanto riguarda il nostro Paese, rarissime prime edizioni della collana Urania, da emozione vera, e teche dedicate ai proto-autori di fantascienza, come Emilio Salgari. Il tutto curato da Piero Gondolo della Riva.
La Space Opera per eccellenza, Star Trek, ha giustamente un’intera sala ad essa dedicata, intitolata nell’occasione alla memoria di Alberto Lisiero, fondatore dello Star Trek Italian Club e della rivista Inside Star Trek, e curata da una delle massime collezioniste mondiali, Stefanie Groener. Qui mi sono divertito tra uniformi, action figures di tutte le serie, poster, phaser, modellini di astronavi (Enterprise, Defiant e una magnifica Deep Space 9) e protesi di scena, tra cui le imperdibili orecchie a punta del Signor Spock. Da urlo alcuni pezzi di merchandising originali americani dell’epoca.
Nella biblioteca dedicata alla memoria di Riccardo Valla, oltre a più di ottomila volumi di genere fantastico liberamente consultabili, abbiamo trovato i ragazzi di Fast Forward – Future Lab Torino che presentavano il gioco di carte “The Thing from the Future”. Si tratta di un imagination game nel quale i giocatori sono chiamati a concepire e descrivere dei dispositivi fantascientifici seguendo delle linee guida stabilite dalle carte, come la forma generica dell’oggetto, il tipo di società in cui è stato sviluppato, l’ambito di applicazione e via di questo passo. Alla fine, i giocatori stessi decretano per votazione l’idea più bella. Il sottoscritto si è divertito davvero molto a prendere parte all’esperimento, conseguendo un dignitosissimo secondo posto su quattro giocatori.
Il fantasy e l’horror sono sicuramente minoritari all’interno del Museo, ma rappresentati tramite plastici, action figures, poster ed una quantità di materiale comunque più che discreta. Di sicuro impatto la Galleria di Arte Fantastica, allestimento che di volta in volta ospiterà vere e proprie opere d’arte di ambito fantascientifico.
Tra scorci di metropoli futuriste alla Blade Runner e reinterpretazioni a mezzo busto di Maestri Jedi come Yoda, ho infine l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con Davide Monopoli, direttore del Museo, chiedendo quali siano le impressioni dell’inaugurazione, e quali le prospettive per l’immediato futuro.
“La risposta del pubblico, francamente, è davvero oltre le nostre aspettative. Siamo l’unica realtà del genere in Italia, e ci rendiamo conto che gli auspici fossero importanti,” mi confessa Davide “ragion per cui siamo molto felici di averli soddisfatti. Il Museo ovviamente è ancora work in progress, ma siamo felici di aver potuto mostrare le sue piene potenzialità. Contiamo a breve di aprire le sale ancora in allestimento, come per esempio il laboratorio permanente sul videogioco che vedrà la luce nel 2016. Inoltre, abbiamo stretto delle collaborazioni con realtà come il Tohorrorfilmfest che siamo convinti porterà ottimi frutti. Anche nelle sezioni oggettivamente più deboli come il fantasy o l’horror, cerchiamo l’aiuto di realtà come la vostra che ci possano far conoscere presso il pubblico. Insomma, grazie all’impegno di tanti appassionati e cultori del fantastico abbiamo svolto un bel lavoro, e contiamo di fare grandi cose per il futuro.”
Sul sito del Museo trovate molte altre informazioni, insieme ad orari di apertura e logistica. Se siete in zona o capitate a Torino, non mancate di fare un salto al Mu.Fant: ne vale la pena!
– Luca Tersigni –