Come gli assidui frequentatori dell’internet avranno notato, la NASA ha recentemente annunciato la scoperta di acqua su Marte: a trarne i maggiori benefici saranno probabilmente Ridley Scott e Matt Damon, regista e protagonista rispettivamente di “Sopravvissuto – The Martian” (film tratto dal romanzo di Andy Weir, che trovate recensito dal nostro Luca qui), uscito a inizio ottobre nelle sale americane con un tempismo talmente coincidenziale che Adam Kadmon starà già gridando al complotto illuministico.
La notizia avrà probabilmente anche riacceso le fantasie di tanti amanti della fantascienza, almeno fino a quando quel poco di scienza spaziale che abbiamo studiato alle superiori non sarà intervenuta a ricordarci come, a prescindere dalla presenza di H2O, un viaggio su Marte quasi sicuramente si tramuterebbe in un viaggio dell’orrore culminante nella nostra morte.
A farci evadere da questa noiosa realtà dove non potremmo mai inscenare dal vivo le gesta di Alec Mason contro la crudele EDF, ci ci pensa un certo Percival Lowell, astronomo statunitense che a partire dal 1877 si convinse al di là di ogni ragionevole dubbio che su Marte vi fossero dei canali per irrigazione di origine non-naturale. L’idea di una civiltà aliena intelligente proveniente dall’altro lato del nostro pianerottolo stellare era talmente affascinante che rimase attaccata all’inconscio creativo degli scrittori di fantascienza per interi decenni, resistendo alla prova degli anni e a qualsiasi spedizione Viking gli americani organizzassero per dimostrare che no, lassù non c’erano i cervelloidi di “Mars Attacks!” (1996, regia di Tim Burton) ad attenderci.
Ecco quindi che i marzianologi di Isola Illyon hanno scavato nei più reconditi meandri del sistema solare, selezionando solamente le migliori opere che vi conviene leggere prima di saltare sulla vostra nave spaziale e salpare in direzione del Pianeta Rosso:
7 – Lontano dal Pianeta Silenzioso (C.S. Lewis, 1938)
Primo capitolo della “Trilogia dello Spazio” di C.S. Lewis, nata in seguito a una scommessa con J.R.R. Tolkien (che porterà quest’ultimo a scrivere un paio di libri poco conosciuti su uno hobbit e un Anello magico), ci narra le avventure di Elwin Ransom, un filologo rapito da due scienziati non troppo sani di mente e condotto sul pianeta di Malacandra (noto qui da noi come Marte) nella poco invidiabile funzione di vittima sacrificale: questo prima ancora che entrino in scena gli animali parlanti e l’iconografia cristiana (è un libro di Lewis, dopotutto)
6 – Voyage (Stephen Baxter, 1996)
Per gli amanti dell’hard science fiction e della storia alternativa (e anche della lingua inglese, poiché non sono riuscito a rintracciare alcuna edizione italiana), si consiglia caldamente questa ucronia che principia dalla domanda: “cosa sarebbe successo se l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy fosse fallito?”. Baxter ci accompagna lungo le varie (e impensate) conseguenze di questo svincolo non previsto nella nostra storia, e in particolare del primo tentativo di missione umana su Marte da parte della NASA, con una particolare attenzione per gli aspetti più pratici e concreti della scienza dei viaggi spaziali
5 – Mars (Ben Bova 1992)
Parte del ciclo del “Grand Tour” e all’origine di due differenti seguiti, il romanzo di Bova (del quale, purtroppo, non abbiamo notizia di traduzioni in lingua di Dante) segue dappresso le vicende di Jamie Waterman, un geologo messo a capo della prima spedizione umana su Marte e incaricato di esplorare la superficie del Pianeta Rosso in appena qualche mese: anche qui abbiamo a che fare con un autore ben ferrato sul versante tecnico, ma che non disdegna incursioni in territori più “fanta” che “scientifici”, a partire dalla scoperta del team di Waterman nel corso della propria missione…
4 – Old Mars (George Martin & Gardner Dozois, 2013)
In compresenza sulla “Top 7 delle cose che Martin sta facendo anziché finire le dannate Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, c’è questa raccolta, dalla qualità invero altalenante, di racconti brevi dedicati al tema del Marte classico, almeno nell’immaginario collettivo degli autori di fantascienza di quell’epoca in cui a nessuno importava veramente di come lo spazio fosse e tutti erano interessati a come lo spazio sarebbe dovuto essere: pieno di belle donne in pericolo, alieni decerebrati e aitanti astro-eroi terrestri impegnati a dispensare morte a suon di spadate e raggi laser.
3 – John Carter di Marte (E. R. Burroghs)
Ogni occasione è buona per rileggere questo classico d’avventura del creatore di Tarzan, la saga di Barsoom, e riflettere sul suo alto valore da un punto di vista pratico e filosofico: se un giorno anche noi ci trovassimo sul pianeta Marte, in che altro modo potremmo sfruttare i superpoteri concessici dalla ridotta gravità, se non prendendo a pugni in faccia qualsiasi cosa si muova o respiri (eccetto per il fatto che l’idea della mega-forza marziana scientificamente parlando ha la stessa credibilità di un propulsore interstellare alimentato a waffel)?
2 – Trilogia di Marte (Kim Stanley Robinson, 1992-1996)
Di questa saga in Italia è arrivato solo il primo capitolo, “Il Rosso di Marte” (1995, Mondadori), ma si tratta di una delle più complete e curate rappresentazioni di una fantasiosa (ma credibile) esplorazione umana di Marte, attraverso una serie di fasi che portano il lettore dagli albori della colonizzazione al termine dell’opera di terra-formazione, attraverso le vicende e le riflessioni dei vari protagonisti sul senso stesso dell’esplorazione umana nello spazio.
1 – Cronache Marziane (Ray Bradbury, 1950)
Considerato “l’altro” capolavoro dell’autore di “Farenheit 451”, questa corposa e variegata antologia poco “scientifica” ma molto “storica” (nel riportare in scena, su scala interplanetaria, luci e ombre della colonizzazione dell’America), giustamente consacrata a una delle migliori opere di fantascienza di tutti i tempi, in un certo senso racchiude in sé tutto ciò che affascina della prospettiva di un Marte sempre più vicino: la possibilità di un nuovo inizio, di lasciarsi alle spalle gli errori del passato e partire alla ricerca di una nuova casa, per l’uomo, tra le stelle.
Che ne pensate, amici? Siete d’accordo? Avete letto qualche altro titolo sull’argomento che non ho riportato? Fatemelo sapere con un commento!
– Federico Brajda –