Ci sono lavori destinati a non cominciare né finire mai, che si protraggono nel tempo indefinito come gli anni della Carrà o il collo di Maurizio Costanzo. Altri esempi celebri sono i manga “Bastard!!” o “Berserk”, ufficialmente ancora in produzione ma sostanzialmente finiti nel dimenticatoio. Anche “Ni-Oh” stava per aggregarsi a questo nugolo di raccoglitori di imprecazioni a Lathander e, almeno fino a poco tempo fa, la frittata sembrava fatta. Ma con sorpresa di tutti (un po’ come Gordon Ramsay che entra nella cucina indiana di quartiere per un ispezione), il fantomatico gioco è stato confermato in via ufficiale. Andiamo a vedere di cosa parla e se è valsa la pena aspettare ben dodici anni.
CHE STORIA TRISTE
La triste storia di questo videogioco comincia nel lontano 2004, anno nel quale Koei Tecmo annuncia l’inizio dei lavori sul titolo. Il trailer del 2004, ancora pixelloso e orribile, presenta un campo di battaglia tipicamente cinese sullo sfondo, e un samurai biondo in primo piano. Così trash da sembrare un film della Dynamic. Il guerriero si fa strada a suon di affondi e scudisciate nei deretani altrui, finché una massa di tori infuocati non investe l’eroe e un drago cinese non si palesa nel cielo. Neanche a dirlo, il trailer era montato peggio di una ricostruzione storica sotto metanfetamine ma, nonostante tutto, il gioco si creò attorno una folta schiera di fan che lo bramavano con ansia.
Sfortunatamente, tutti questi appassionati vennero ingannati, peggio dei 9 Re umani con L’Unico Anello. “Ni-Oh”, difatti, venne rinviato dapprima al 2006 per problemi tecnici, poi al 2011 per “miglioramento performance del gioco”. Insomma, una litania senza fine. Dei tanti affezionati rimasero solo pochi eletti, lo zoccolo duro, se così vogliamo chiamarli, che ancora vedevano una luce in fondo al tunnel. Gli altri fan, meno fedeli, si rifugiarono in partite lunghissime a Dynasty Warrior (il 6, il 7, l’8… non ha importanza, sono tutti uguali) e probabilmente abbandonarono il sogno tanto trash quanto impossibile di vedere un samurai americano combattere in Giappone.
A molti anni da “L’Ultimo Samurai” e dal più recente “47 Ronin“, americanizzazioni di leggende giapponesi e non rese più o meno all’americana, “Ni-Oh” è sbarcato al Tokyo Game Show 2015, annunciandosi ai 27 sopravvissuti in sala (alcuni sono deceduti per la felicità). Il titolo sembra essere abbastanza interessante, ma andiamo ad analizzarlo insieme.
Dal trailer sembra che l’editore (sempre Koei Tecmo) non abbiano badato a spese, permettendo al team di sviluppo, i ragazzi di Team Ninja, di infarcire la loro creatura con una grafica spettacolare, luci dinamiche e ombre da mozzare il fiato. Il filmato sembra quasi voler prepotentemente dimostrare cosa siano riusciti a realizzare gli sviluppatori al livello tecnico, cosa decisamente insolita per un trailer di annuncio (solitamente si fanno vedere giusto due scenette, una cutscene, roba per fare hype, seni femminili ed il titolo del gioco). Il combattimento sembra seguire i titoli del filone di “Dark Souls”, con un sistema di aggancio e lotta basato su combo non troppo articolate (ma ancora non è chiaro quanto sarà profondo).
Il gioco racconterà delle gesta di questo samurai biondo (figlio di un noto samurai e di una donna occidentale) alle prese con mostri e demoni – Oni, in giapponese. Ogni demone sarà come un boss di fine livello, un po’ alla “Dark Souls” (scusate la ripetizione, ma questo titolo è diventato il metro di paragone un po’ per tutto, dalla cucina della propria moglie al governo). Simile al gioco di From Software sarà anche il sistema degli spiriti: durante l’esplorazione troveremo difatti delle pozze di sangue rosso che, se toccate, evocheranno un nemico (un altro giocatore online) da sfidare. Sistema alquanto curioso e totalmente sconosciuto (le nostre spie non sono riuscite a scoprire di più), poi, è quello delle entità che si legheranno al personaggio, e che serviranno ad aiutarlo in combattimento, ma che cadranno a terra (sì, un po’ come le anime di “Dark Souls”) se il giocatore verrà sconfitto.
Il sistema dei boss richiamerà in gioco una serie di figure tipicamente cinesi-giapponesi, dalla strega volpe (già vista in “47 Ronin”) al Cane Fu enorme, passando dal drago cinese e dal più generico Oni forte, grasso, e che ama mangiare le cose dolci e pucciose. In sostanza, una sfilata di storia orientale, così da rallegrare sia gli otaku che i normali videogiocatori. Ancora non si sa nulla su quale sarà il meccanismo di leveling del personaggio (e se ci sarà), né se sarà presente un albero delle abilità. Insomma, il trailer ha mostrato davvero poco, nonostante tutti gli anni a disposizione.
Potremmo cominciare a farci delle domande. Una tra le tante, conoscendo la casa produttrice, potrebbe essere “Dov’é Lu Bu, o un suo omonimo in gioco?”. Oppure potremmo chiedere perché, nonostante i titoli che hanno messo un americano nei panni di un samurai siano tanti e si siano dimostrati quasi tutti baggianate enormi, si voglia continuare a fare pressione su questo genere di tema. Ricordiamoci pure che Team Ninja è lo sviluppatore responsabile della saga di “Ninja Gaiden” (nonostante l’ideatore originale, Tomonobu Itagaki, abbia abbandonato il gruppo), mica pizza e fichi…
Un’enorme perché, quindi, striscia dal trailer fino a noi, un po’ come l’ombra di Mordor nella Terra di Mezzo. Che ci scappi l’ennesimo titolo trash targato Koei Tecmo? Staremo a vedere! Appuntamento al 2016 (non esiste ancora una data precisa), e solo su PlayStation 4.
– Yari Montorsi –