Con la conclusione dell’ultima beta di For Honor, questa volta pubblica e testabile da tutti, e l’uscita ufficiale del gioco (avvenuta proprio oggi), la guerra delle fazioni si è spostata sui forum e siti di discussione. Vichinghi, cavalieri e samurai si sono trovati a scontrarsi fuori dai campi di battaglia a colpi di tastiera e delle informazioni che la rete poteva loro fornire. Qualunque possa esser stato il vincitore di questo ipotetico scontro, dobbiamo spezzare una lancia a favore di Ubisoft per aver risvegliato nella massa la passione per questi tre diversi tipi di guerriero – un’impresa che ben pochi professori e scuole avrebbero potuto compiere. Oggi vogliamo dunque raccogliere il guanto di sfida, e cercare di rispondere in maniera più oggettiva possibile alla domanda “Quale esercito, tra i tre, potrebbe avere la meglio?”
L’anno è il 1000 d.C., e vichinghi, samurai e cavalieri sono molto diversi da quelli mostrati nel gioco. Non sarebbe realisticamente possibile paragonare tre guerrieri al massimo delle loro possibilità storiche ma, per puro gioco, alla fine ci proveremo. Cominciamo nel frattempo con il delineare le reali possibilità delle categorie (escludendo eroi mitologici o leggendari in grado di falciare interi eserciti con il proprio sguardo).
“L’eroe che entra nel Valhalla non piange la sua morte”
I vichinghi non avevano molto con cui difendere il corpo. Commissionare e produrre una cotta di maglia o qualcosa di simile a essa era costoso, motivo per cui solo capi e grandi condottieri potevano vantarne. Il resto dei guerrieri vestiva i propri indumenti o forse anche meno, come raccontano le saghe e l’immaginario comune. Utilizzavano lo scudo insieme alla lancia (tenuta a una mano), alla spada e all’ascia. Era usanza per ogni uomo libero possedere armi, e sicuramente i vichinghi, non avendo un regolare esercito, non infrangevano la regola alla leggera. Combattevano senza una vera e propria disciplina, ed effettivamente il loro bersaglio non era rappresentato da eserciti forti e possenti, ma da villaggi e monasteri, di certo non avversari temibili. Sbarcavano dalle loro navi, piccole e veloci, razziavano quello che potevano e scomparivano prima che il signore del luogo potesse anche solo accorgersi di cosa stesse accadendo.
“Mi ha sorpreso apprendere che la parola samurai voglia dire: servire”
Ben lontani dai maestri di spada illustrati nei film, i samurai erano per lo più grandissimi arcieri. Rappresentando al tempo una stretta élite di persone ricche, erano armati di tutto punto e non si facevano mancare nulla di quello che la loro cultura bellica avesse da offrire. Combattevano per lo più a cavallo e, maestri dell’arceria sul loro destriero, potevano essere allo stesso tempo veloci e precisi anche da lunghe distanze, risultando letali per i loro nemici. Sia per una carenza di ferro che per comodità e leggerezza in battaglia, i samurai non vestivano armature pesanti, nonostante potessero permettersele. Anche negli anni a seguire la loro filosofia non incluse mai grosse protezioni, preferendo la tecnica e la libertà di movimento sopra qualsiasi altra cosa.
“Difendi il re; se il re non c’è, difendi il popolo”
Sfortunatamente per coloro che amano le protezioni scintillanti, i cavalieri di inizio secondo millennio potevano contare quasi esclusivamente sulla cotta di maglia. Le armature che conosciamo furono sviluppate qualche secolo dopo, rendendo l’eccezionale protezione da loro offerta fuori dalle nostre analisi. I cavalieri usavano principalmente la lancia quando si trovavano a cavallo, mentre diventava più comoda una spada o una mazza una volta giunti al corpo a corpo. Combattevano con disciplina e guidati da forti valori cristiani, e vengono ricordati come i principali protagonisti delle battaglie medievali occidentali.
Con queste informazioni in nostro possesso, possiamo dunque provare a capire quale tra le tre fazioni potrebbe avere la meglio sulle altre.
Per quanto affascinanti e possenti potessero sembrare, i vichinghi non erano pronti a scontrarsi con un esercito ben addestrato, e il fatto che combattessero come una gigantesca orda rende molto bene l’idea. Non possedevano mezzi da assedio, ed erano per lo più grandi incursori. Non sono noti neanche per l’uso di cavalli, e questo li esclude quasi automaticamente dalla competizione.
Rimane dunque la domanda sul vincitore tra samurai e cavaliere. Sia a cavallo che a piedi, l’arco del samurai avrebbe potuto molto facilmente aver ragione della cotta di maglia del cavaliere, terminando lo scontro a diversi metri di distanza. L’oriente avrebbe dunque facilmente portato a casa la vittoria.
Bonus: Immaginiamoli invece come sono rappresentati nel gioco
L’armatura del cavaliere gli avrebbe concesso ottima difesa sia nel combattimento ravvicinato che in quello a cavallo, motivo per cui il vantaggio dell’arco del samurai sarebbe venuto meno. Il peso non sarebbe stato un problema, consentendo di muoversi veloci e agili per qualche tempo. L’unica strada possibile per il samurai sarebbe stata, a questo punto, giocare di resistenza e sperare che i venticinque chili di armatura sfiancassero l’avversario. Chi avrebbe vinto? Soltanto il fato conosce la risposta.
Qual è la vostra opinione? Abbiamo omesso qualcosa che avrebbe potuto ribaltare le sorti della battaglia? Scrivetecelo nei commenti e ricordate che il Valhalla non lo batte nessuno.
–Simone Maccapani–