
Oggi, diamo il via a una nuova rubrica, “La meridiana di Ebe e la clessidra di Geras”, con la quale vogliamo riunire vecchio e nuovo, tornare indietro nel tempo e rivedere con gli occhi del presente le memorie del passato. Ecco perché abbiamo scelto queste due figure, la giovinezza e la vecchiaia e i simboli tipici dello scorrere del tempo. Ma tornando agli argomenti che ci riguardano…
…era il 1996 e Ser Robert Cohen, il registra di Dragon, aveva prodotto un nuovo film che probabilmente sarà ben noto a tutti quelli che amano i racconti dei cavalieri, e per chi non l’avesse ancora capito stiamo parlando di Dragonheart.

Dopo una lunga battaglia che si trasforma in un’ancora più lunga situazione di stallo, il drago e il cavaliere giungono infine a un accordo: l’uno fingerà di essere cacciato, l’altro di cacciare, riscuotendo poi il compenso. Fra i due comincia a nascere una sorta di amicizia e il cavaliere darà al suo compagno di viaggio il nome di Draco, un nome in un certo senso strappato dal cielo. Tuttavia la loro frode ha vita breve, perché in uno di questi villaggi fanno conoscenza di Kara, figlia di uno dei ribelli prima reso cieco, poi ucciso dall’attuale Re Einon. Ed è proprio dialogando con lei che Draco comincia a convincersi della necessità di liberare quella gente dalla tirannia del sovrano. E tali argomentazioni acquistano maggior valenza quando, in fuga dagli abitanti del villaggio, i tre, con l’aggiunta di fratello Gilbert, si rifugeranno in corrispondenza delle rovine dell’antica Avalon. Ed è qui che Draco rivelerà la verità, e cioè che è sua la metà del cuore che batte nel petto di Einon. Ed è anche per questa ragione che lui è intenzionato ad aiutare Kara e gli abitanti del villaggio. Bowen è troppo deluso e troppo scoraggiato, ma saranno proprio i vecchi fantasmi di Avalon a ricordargli il suo Codice e il suo giuramento.
il suo cuore conosce solo la virtù,la sua spada difende gli inermi,la sua forza sostiene i deboli,la sue parole dicono solo la verità,la sua ira abbatte i malvagi.
Riuniti, i nostri protagonisti si preparano ad affrontare il tiranno, ma diventano presto consapevoli che l’unico modo di porre fine alla vita di Einon è uccidere per primo Draco. E Draco sarà disposto a sacrificare la sua vita, così da portare alla morte anche Einon e guadagnarsi il suo posto nel Paradiso dei draghi.
Ci sembra opportuno dire che, per quanto il tempo possa essere trascorso, Dragonheart è e rimane uno di quei film che si guarda sempre con piacere. I valori ripresi sono quelli cari ai temi di Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda. Il Codice, di cui abbiamo riporta il pezzo che riteniamo forse più significativo e che ha un grande valore all’interno dell’intero film, ne è probabilmente il più chiaro degli esempi. Personalmente ho amato questo film la prima volta che l’ho visto, e ancora oggi è in grado di emozionarmi. Le espressioni di Draco appartengono, tra l’altro, a colui che lo ha doppiato (almeno in lingua originale), cioè Sean Connery e che, solo due anni prima, aveva prestato il volto allo stesso re Artù ne Il primo cavaliere. Nel 1997 vinse il premio come Miglior Film Fantasy ai Saturn Award, riconoscimento ampiamente meritato. Nello stesso anno fu nominato agli Oscar nella categoria Migliori effetti speciali, stessa categoria per cui ottenne la nomination anche ai Saturn Award insieme ai Miglior costumi e Migliore colonna sonora.
Tra l’altro, parlando di effetti speciali, vi segnaliamo una piccola curiosità: ad occuparsi del design di Draco fu Phil Tippett, che aveva già collaborato in progetti come Star Wars e Jurassic Park, anche se l’apporto di Tippett sulla realizzazione di Draco è stato di gran lunga maggiore rispetto a quello dei dinosauri di Spielberg.
E con questo siamo giunti alla fine del nostro piccolo special: vi salutiamo, dunque, con il finale dello stesso film.
“E negli anni seguenti il sacrificio di Draco, Bowen e Kara condussero il popolo verso un periodo di giustizia e fratellanza. Ripensandoci ora, quelli furono anni d’oro illuminati da una luce ultraterrena. E quando le cose diventavano più difficili, la stella di Draco splendeva più forte per noi che sapevamo dove guardare.“
Eleonora Carrano