Arriva il film che rievoca la vera storia dei 47 Ronin. Ma bastano draghi, gnocche aeriformi e altro per renderlo un film fantasy? Parliamone insieme!
Come si evince dal titolo, siamo qui oggi, riuniti sotto il nostro fresco ombrellone, sulla nostra isola preferita per parlare di questo film, “47 Ronin” in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 16 gennaio del prossimo anno (anche se gli americani potranno gustarselo già sotto l’albero, portato da Babbo Natale).
Ha incuriosito molti, dai fan cinefili ai frequentatori dei Drive In della domenica e, ovviamente, anche noi ci siamo interessati. I commenti, scatenati dopo l’uscita del primo trailer, sono molti ed anche discordanti. Sarà un’altra ciofeca, alle quali da tempo siamo abituati, o un piccolo capolavoro della cinematografia? La prima cosa che ci salta agli occhi è il titolo, e chi è almeno un po’ ferrato con la storia orientale saprà che si basa su fatti realmente accaduti. Allora, incamminandosi nella visione del trailer, ci si chiede da dove sbuchino fuori queste, chiamiamole così, stranezze. In un racconto che dovrebbe rievocare fatti storici possono trovare spazio draghi cinesi e combattenti dai poteri a dir poco sensazionali?
Magari sì, è una rivisitazione che non dispiace e che permette di imparare qualcosa anche allietando gli occhi con un’opera di fantasia. Ma qui sorge il primo interrogativo: la storia saprà trasmettere qualcosa? O sarà una semplice accozzaglia di combattimenti ed effetti speciali random? Ovviamente non scordiamo che i film basati sui costumi e sulle usanze orientali sono sempre stati pieni di riflessioni e di scene toccanti (vedi “L’Ultimo Samurai”, “La Città Proibita”, o lo stupendo “L’Ultimo Imperatore”) e ciò dovrebbe farci sperare bene. È anche vero, però, che siamo ancora intontiti dall’orrore del recente “L’Uomo con i pugni di ferro“: un film con tutti i presupposti appena citati, ma che chiamarlo un buco nell’acqua sarebbe un grandissimo complimento. Non vi era nulla in quella pellicola che potesse definirsi utile ala società umana.
Allora ecco sorgere il secondo quesito: la storia dei 47 Ronin non era già sufficientemente profonda e interessante? Una trasposizione cinematografica biografica non sarebbe già stata un ottimo traguardo? Le aggiunte favolistiche e fantastiche non rischieranno di ridicolizzare un po’ il tutto? Certo, dipenderà da come verrà gestito il film e da quanto i dialoghi saranno ben strutturati.
Come cast e come talenti non siamo messi male: il famigerato “Sign. Anderson” (Keanu Reeves) torna nel ruolo di protagonista (Kai) e sebbene non sia più doppiato da Luca Ward, confidiamo comunque nelle sue capacità di coinvolgimento. Vi è anche Cary-Hiroyuki Tagawa a fargli compagnia nel ruolo di “Shogun” (ricordiamo che uno dei film migliori che abbia fatto è “Memorie di una Geisha“).
Il film, tuttavia, in fase di produzione non se l’è passata benissimo, e i vari cambi di regia hanno portato costi aggiuntivi e lo slittamento della sua uscita di oltre 13 mesi. A proposito di direzione, molti si sono lamentati anche del fatto che il regista è un assoluto novizio, al suo primo lavoro come lungometraggio. Sarà riuscito a gestire gli oltre 170 milioni di dollari stanziati, in modo intelligente? Staremo a vedere!
Come da incipit quindi: draghi, fiamme magiche, combattenti e gnocche aeriformi fanno di questa pellicola un degno film fantasy? La risposta è: solo se riuscirà a trasmetterci qualcosa, perché il fantasy è prima di tutto “sentire”.
Vi lascio con questi dubbi esistenziali e il video da gustare e criticare! Diteci il vostro parere e le vostre aspettative su questo film!
– Giulio Marciello –