La vita del vichingo ai giorni nostri è dura: prendete ad esempio l’idromele, che non è più come una volta. E queste son cose che fanno sempre e comunque male…
Ho tentato di non andare sul moralistico con l’articolo di approfondimento sulle divinità nordiche (qui, se ve lo siete perso). Ma è più forte di me: volevo lanciarvi un messaggio. Supportate la causa vichinga.
I vichinghi ci sono ancora adesso, è un dato di fatto: sono diminuiti, ma non nello spirito. Guardateli lì, questi reduci si fanno sempre notare sia che prendano la metro o che li incrociate alla lavanderia a gettoni. Hanno quella frenetica voglia di inveire contro qualcuno o qualcosa, hanno la ricrescita istantanea della barba due secondi dopo averla tagliata (roba che vi girate un attimo, sono rasati, due secondi dopo hanno una barba che pure la barba c’ha la barba) e, soprattutto, hanno la necessità fisiologica di indossare pellicce e pellami. Rassegnatevi, la maggior parte di coloro che portano pelliccia – anche un piccolo, esile lembo, che sia pelliccia propria o animale (rigorosamente viva e che magari abbai) –, è al 98% un vichingo moderno. Perché il vichingo vero bada al suo abbigliamento. Perché l’abito non farà il monaco, ma fa sicuramente il vichingo.
Non vedrete mai un vichingo moderno, una versione 2.0 diciamo, che indossa un elmetto cornuto o robetta del genere. Non li portano, punto, è questione di principio… al massimo un elmo piumato o crestato, ma con le corna non lo portavano neppure nei tempi antichi!
Non vedrete mai un vichingo rifiutare un indumento che ha qualche collegamento con le sue radici, fosse anche una magliettina da donna. Lui la strapperebbe orgoglioso col suo petto possente, magari vicino a vostra nonna, nei momenti migliori insomma…
Non lo vedrete mai glabro, fragile emotivamente e fisicamente, incapace di stare con una canottina mentre imperversano -20°. Lui, il freddo, ce l’ha nel sangue. Al posto dei cereali la mattina, mangia cubetti di ghiaccio.
Come ogni specie protetta, il vichingo moderno ha bisogno di curare le sue esigenze, e questo comporta il permettergli di esprimersi. Perché oggi più che mai sta prendendo piede la “moda vichinga“.
Non so esattamente a cosa sia dovuta, se al Thor della Marvel o alle scie chimiche e i relativi cambi climatici, ma è un dato di fatto: la passione per questa cultura avanza inesorabile dai fiordi… e porta qualche confusione. E avete capito benissimo a cosa mi sto riferendo. Esatto, al loro indumento.
Le donne vichinghe NON sono nude.
Lo so, fanno assai gola quelle stangone muscolose che vi mettono nei poster e spingono il genere maschile a voler approfondire la conoscenza su questa razza. Ma state sbagliando, amici: prima di tutto, se sarete fortunati e conoscerete una “vera” vichinga (e sopravviverete al suo abbraccio con pressione da 200Kg per centimetro quadrato), dovrete fare i conti con i loro usi e “costumi”. Vogliono appunto sopra ogni cosa indossare un bel capo impellicciato (sempre finto, ovviamente). Vi consigliamo un cucciolo di cane, simile al lupo magari, che lei indosserà al posto vostro coi suoi abbracci. Sennò un gatto di razza “Norvegese delle foreste“, che guidava il carro della dea Freyja….vi farà ridere finché non vedrete che può arrivare anche a pesare 13 Kg…
Bandite assolutamente, insomma, quelle fantasiose immagini di donne seminude, coperte di lacci selvaggi: la vichinga 2.0, proprio come la sua antenata, deve vivere in climi freddi. E in montagna quella roba lì non è il massimo se vuoi vivere… magari se le avete regalato un cane, potrebbe concedere a voi questo regalo… Ma andiamo avanti!
Trecce. Capelli lunghi, annodati in lunghe trecce. In code, Chiffon, oppure sciolti, liberi e selvaggi come i crini dei cavalli Fjord. Questo è il principale indumento della vichinga. Perdonerete le matasse di capelli che vi ritroverete in macchina, addosso e ovunque, non appena la vichinga 2.0 vi sorriderà, credetemi.
Ma veniamo al nodo della questione: vi ho parlato dell’indumento dei vichinghi per un motivo fondamentale, ovvero esortarvi a perdonare tutti questi piccoli inconvenienti che so bene potrebbero dar fastidio nel nuovo millennio. Non dev’essere facile, lo capisco, sopportare tutte quelle pellicce incolte. Magari riuscirete a passare sopra alla sbronza trionfale, alle canzoni stonate, alle intimidazioni che le donne vichinghe vi lanceranno ogni qualvolta doveste sfiorare il discorso “abbronzati un po’ “, all’odore di cinghiale arrosto e salmone affumicato che potrebbe addobbare le pareti di casa vostra… il suo indumento “vigoroso”, però, vi turba, e la delusione della donna stangona muscolosa NON nuda è troppo cocente…
Per questo vi prego… credete profondamente con me che il vichingo è una razza fantastica, ma non nel senso che si è soliti attribuire al termine “fantastico”… ma è “veramente” fantastica. E se nel duemila il tuo amico o la tua amica vuole ancora credere nel valore di un buon idromele e di una pelliccia da salvare, ve lo dico col cuore: val(halla) la pena…
– Elisa Erriu –