E siamo giunti alla fine della stagione balneare anche qui sull’Isola più famosa del fantasy italiano. Tra ombrelloni in pelle di viverna, ambulanti coboldi che vendono praticamente qualunque cosa, il servizio di salvataggio in mare offerto dagli uomini delle Isole di Ferro (e siamo davvero a cavallo) e grigliate sulla spiaggia a fuoco di drago, non poteva mancare la colonna sonora, gentilmente offerta da Illyon e selezionata dal sottoscritto (a cui potete inviare complimenti, regali, congrue donazioni in denaro e quant’altro). Ecco così una top ten delle canzoni fantasy (che fa seguito alla top ten delle canzoni sci-fi di qualche settimana fa) che vi terrà compagnia nei rimanenti scampoli di stagione sotto l’ombrellone! Anche qui, trattasi di classifica semiseria ed assolutamente personale, che tenta il più possibile di tenersi lontana da tormentoni e colonne sonore di film e telefilm, riuscendovi fino ad un certo punto. Hard rock, metal, prog e folk la fanno da padroni, come è ovvio, ma non mancano le sorprese nemmeno stavolta. Pump up the volume!
10) Earth, Wind & Fire – FANTASY
Anche stavolta partiamo con qualcosa che apparentemente c’entra poco col fantasy, dato che siamo in piena Blaxploitation, nel 1977, gli anni dello Studio 54, delle camicie coi collettoni, della disco music. Però questa traccia un po’ soul, un po’ funky, un po’ R&B degli Earth, Wind & Fire (mai nome fu più fantasy) tratta dall’album All’N All, può essere considerata un divertissement e allo stesso tempo un omaggio, a partire dal titolo, al nostro genere preferito. La canzone, sia negli arpeggi iniziali che nei testi (“Every man has a place/ In his heart there’s a space / and the world can’t erase his fantasies” “Take a ride in the sky / on our ship fantasy / all your dreams will come true right away” “Every tought is a dream / rushing by in a stream / bringing life to the kingdom of doing”) giustifica il suo nome. “È una canzone dedicata alla voglia di evadere” disse Maurice White, uno dei leader “dalla falsità, l’ingiustizia, l’invidia e l’autocompiacimento del mondo reale, verso un reame fatto dalla propria fantasia, dove ognuno può scappare”. E in fondo il nostro amore per il fantasy, in parte può rappresentare anche una fuga da un mondo che sentiamo non appartenerci completamente, e che a volte ci appare più irreale delle nostre fantasie.
9) Florence and the Machine – I’M NOT CALLING YOU A LIAR
Pezzo del 2009 del gruppo indie rock Florence and the Machine, tratto dall’album Lungs, deve la sua notorietà fantasy al fatto di essere il tema di chiusura del controverso videogame Dragon Age II, nonché il tema associato (nello stesso titolo) ad uno dei personaggi più amati della serie, quella adorabile canaglia nanica che va sotto il nome di Varric Tethras. La versione presentata è un riarrangiamento del brano originale (acustico con venature folk e soul) ad una più epica versione pienamente orchestrata, dove il malinconico e passionale timbro di Florence Welch sembra farsi portavoce di tutte le fanciulle col cuore spezzato dal nostro latin lover nanico, oltre ad avere un testo che sembra descrivere alla perfezione alcuni personaggi del gioco ad ogni strofa: “ I’m not calling you a liar, just don’t lie to me (Varric) / I’m not calling you a thief, just don’t steal from me (Isabela) / I’m not calling you a ghost, just stop haunting me (Fenris e Anders)” e via di questo passo…
8) Hammerfall – Hearts on Fire
Per rappresentare quello sterminato mondo di band (soprattutto scandinave) che hanno fatto del metal la loro religione, e del fantasy e della mitologia norrena i loro temi preferiti nel ventennio 1985-2005, scegliamo questo brano power metal del gruppo svedese Hammerfall, singolo tratto dall’album Crimson Thunder del 2002. Tra cori, riff di chitarra prepotenti e giri sinfonici, gli Hammerfall qui si dimostrano particolarmente incazzati, con tutto il campionario del genere tra grimori maledetti, dei norreni armati di martello, paesaggi oscuri, rune sui monoliti ed un bell’esercito di scheletri stile Armata delle Tenebre. Per dirla alla Abatantuono, “Uomn’ t’inautit’ iulenza, t’inautit’ ferocia, figli deddio Otino!”.
7) Ray Parker jr. – GHOSTBUSTERS
Il giovane Ray Parker assiste nel 1984 ad una proiezione parziale del film di Ivan Reitman “Ghostbusters”, con l’incarico di scrivere in pochi giorni il tema identificativo del film: ha l’intuizione, sulla base della scena nella quale i tre acchiappafantasmi girano un goffo spot televisivo, di scrivere la canzone come se fosse un gigantesco jingle pubblicitario: ne viene fuori questo fantastico funkettone passato ormai alla storia nel quale l’ironia regna sovrana, capace di rimanere al primo posto della Billboard per ben tre settimane consecutive. Il video venne girato da Reitman stesso ed è zeppo di scene dal film e di momenti epici, tra i quali la famosa “Ghostbusters march” in piena Times Square (con l’autore stesso, Dan Aykroyd, Bill Murray, il compianto Harold Ramis ed Ernie Hudson) ed i personaggi famosi che urlano a squarciagola il nome dei Ghostbusters (riconoscete qualcuno?). Non incrociate i flussi!
6) Deep Purple – STORMBRINGER
Nonostante sia Ritchie Blackmore che David Coverdale, rispettivamente chitarrista e voce dei Deep Purple, abbiano negato di essersi ispirati ai libri di Michael Moorcock, questo brano del 1974 tratto dall’album omonimo è chiaramente un omaggio alla spada demoniaca utilizzata dall’albino Elric di Melnibonè. Negli anni ’70 nacque quella irripetibile stagione d’oro dell’hard rock nella quale un pugno di gruppi principalmente britannici riscrissero la storia della musica fondendo ritmi blues d’oltreoceano e ballate celtiche delle isole britanniche, spesso prendendo ispirazione dalle più famose opere fantasy del pianeta, come vedremo anche in seguito. Qui la voce lancinante di David Coverdale, la chitarra orgasmica di Blackmore brandita come la spada dell’Albino, e le tastiere di Jon Lord prefigurano il venturo metal ed aprono il fronte della tempesta musicale. Stormbringer comin’, time to die!
5) Black Sabbath – THE WIZARD
Altro giro, altro brano hard rock. Cosa c’è di più fantasy di un mago o di uno stregone? Nulla, si sono risposti Ozzy Osbourne & soci in questo pezzo del 1970 tratto dall’album “Black Sabbath”. La canzone parla di un mago che utilizza la sua magia per incoraggiare e smuovere dal torpore le persone che incontra. Il pensiero corre subito a Gandalf, munito di Narya il Grande, l’anello che smuove le coscienze e incita i cuori all’azione e alla ribellione, peraltro confermato all’epoca dai Balck Sabbath stessi. “Casting his shadows / weaving his spells”; “Evil power disappears / demons worry / when the Wizard is near”: pezzo che evoca anche Sergio Leone, dai ritmi e dai testi sincopati, con la voce e gli strumenti che esplodono improvvisamente come a simulare le ondate di energia arcana che emanano dal protagonista, mentre cammina come Clint Eastwood sulla Main Street, spaventando demoni vari. Va detto che un’altra interpretazione identificherebbe il mago come metafora dello spacciatore, ma visto che noi siamo fantasy preferiamo di gran lunga la prima interpretazione.
4) Ramin Djawadi feat. Sigur Ròs – THE RAINS OF CASTAMERE
Ai piedi del podio, poteva mancare il motivo forse più famoso della serie televisiva che ha sconquassato il fantasy negli ultimi anni? Con la musica del compositore tedesco Ramin Djawadi ed i testi dello stesso Martin, la canzone nasce nella finzione per celebrare la distruzione totale della casata Reyne di Castamere da parte di Tywin Lannister. Da allora, essa viene suonata come monito verso tutte quelle case che osano opporsi a Castel Granito, e più in generale per ricordare il triste destino delle casate cancellate dalla faccia di Westeros. Durante le stagioni dello show della HBO la canzone ritorna parecchie volte, finendo per diventare la principale espressione musicale della spietatezza del mondo de Il Trono di Spade. Sentiamola per l’ennesima volta, nella versione dei titoli di coda del secondo episodio della quarta stagione, “Il leone e la rosa”, cantata dagli islandesi Sigur Ròs.
3) Simon & Garfunkel – SCARBOROUGH FAIR
Terzo gradino del podio per questa ballata tradizionale inglese ricalcata su un’antichissima canzone scozzese intitolata “Il Cavaliere Elfo”, che più fantasy non si può. Il brano narra la storia di un giovane che invita l’ascoltatore a domandare alla sua ex-amata di svolgere per lui una serie di imprese impossibili; solo quando avesse portato a termine il compito ella sarebbe tornata ad essere il suo vero amore. Particolarmente celebre il ritornello riguardante prezzemolo, rosmarino, salvia e timo da trovare alla fiera, ingredienti di un fantastico filtro per ritrovare l’amore perduto. La canzone conta miriadi di versioni: qui presentiamo la più celebre dei giorni nostri, del duo newyorchese Paul Simon e Art Garfunkel, incisa nel 1966 con la allora pionieristica tecnica dell’”overdubbing” (incisioni multicanale per moltiplicare e sovrapporre le voci) che resero ancora più eterea e sognante la canzone tratta dall’album “Parsley, Sage, Rosemary and Thyme” (appunto!). Venite con noi alla Fiera di Roccaspaccata!
2) Led Zeppelin – STAIRWAY TO HEAVEN
Quella che è stata definita “la più bella canzone di sempre sulla speranza, il riscatto e la scoperta di sé” non è nient’altro che l’omaggio esplicito in musica dei Led Zeppelin a Tolkien. L’introduzione di chitarra folk e flauto dolce si trasforma gradualmente in un intermezzo di chitarra elettrica, prima di esplodere nella sezione finale, più veloce e tipicamente hard rock (come poi in altre canzoni dei Led Zeppelin). “In my thoughts I’ve seen / rings of smokes through the trees” “..and the forest will echo in laughter” “There’s a feeling I get / when I look to the West / and my spirit is crying for leaving”, c’è bisogno di aggiungere altro? E poi, guardate nel video il giovane Jimmy Page mentre esegue quello che è stato definito dalla rivista Guitar World il più bell’assolo di chitarra rock della storia: non sembra in penombra Bilbo Baggins che suona una Gibson EDS-1275 doppio manico rossa?
1) Howard Shore e Fran Walsh feat. Annie Lennox – INTO THE WEST
Lo so, ci sono cascato anche stavolta: al primo posto una canzone da titoli di chiusura. Ma che titoli. Semplicemente la End Title della saga cinematografica fantasy più mitica di tutti i tempi: Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Scritta dal premio oscar Howard Shore, coi testi di Fran Walsh e la voce dell’ex Eurythmics Annie Lennox, la canzone ci immerge nello struggente richiamo che coglie gli elfi verso il mare, alla fine di tutto, per scivolare nella pace e nella serenità delle Terre Imperiture. Godiamocela ancora una volta, sugli stupendi titoli di coda de “Il Ritorno del Re”.
Avrei voluto includere anche la voce di Billy Boyd, Misty Mountains Cold cantata dai nani che ricalca i cori delle nostre valli alpine, e molto altro: ma il tempo e lo spazio sono tiranni. E voi Illyoners, cosa avreste incluso o tralasciato?
– Luca Tersigni –