È sotto gli occhi di tutto come il film Jurassic World abbia riportato in auge la moda dei dinosauri. Parlo di moda perché esattamente come tale si è sviluppato questo revival delle creature preistoriche appena prima dell’uscita del film, con, ad esempio, edicole invase da pupazzetti e riviste sull’argomento, nulla che non si fosse già visto ai tempi del primo Jurassic Park, quasi come se i dinosauri fossero destinati ad estinguersi e rinascere più volte, a seconda del momento e dell’interesse di Hollywood. E non poteva esserne immune neppure il mondo videoludico. Proprio quest’onda, infatti, sembra cavalcare Ark: Survival Evolved; anzi da buon surfista saetta tra ben due onde di successo: quella dei dinosauri, appunto, e quella dei survival, genere che sta avendo il suo momento d’oro, come dimostrano i vari titoli che spopolano su Steam.
Lo stesso Ark sta avendo proprio sulla piattaforma di casa Valve un grande successo, rimanendo per lungo tempo al primo posto tra i titoli più acquistati, e raggiungendo in breve tempo (il gioco è disponibile da giugno) a un milione di utenti. Se calcoliamo che il gioco è ancora in accesso anticipato e non ha un prezzo proprio accessibilissimo (27,99€), la cosa è ancora più straordinaria. Ark va a inserirsi esattamente nella scia di titoli come H1Z1 e DayZ, solo che, se in questi giochi dovevamo vedercela con il modesto appetito degli zombie, qui le creature affamate raggiungono ragguardevoli dimensioni, così come la loro fame. Il nostro protagonista, infatti, si ritroverà senza tante spiegazioni su un’isola abitata solo da altri sventurati come lui e da una fauna preistorica piuttosto ricca, e che, mano a mano che vengono rilasciati gli aggiornamenti, si infoltisce di nuove razze. Ci troveremo quindi in mezzo a pacifici branchi di Parasaurolophus che brucano l’erba vicino a luoghi paludosi, oppure dovremo andare a caccia di Stegosauri, facendo attenzione alla loro coda appuntita. I Triceratopi ci caricheranno a testa bassa come farebbe un rinoceronte, solo che invece che di un solo corno dovremo affrontarne ben tre. E ovviamente bisognerà fare attenzione a non venire calpestati dai titanici Apatosauri o dai Mammuth lanosi. E fin qui abbiamo parlato solo dei “pacifici” erbivori, ma sappiamo tutti che i dinosauri più amati e conosciuti sono i carnivori, come i rapidi e letali Utahraptor o i pericolosi Dilophosauri, capaci di sputare un potente veleno. Per non dimenticarci poi di quello che quasi sicuramente è il più riconoscibile di tutti, il Tyrannosaurus Rex, che già con il solo nome incute paura, un vero e proprio sovrano di tutte le creature della preistoria.
La prima cosa che salta subito agli occhi osservando la rosa di dinosauri disponibili – oltre al fatto che c’è una certa confusione di ere nella testa dei programmatori, visto che in Ark convivono bestie che sono apparse sulla Terra a milioni di anni di distanza l’una dall’altra – è che sono presenti quasi tutte le creature viste nella saga di Jurassic Park. Proprio grazie a questi film il pubblico ha imparato a conoscere gli spietati Velociraptor, il sempre affamato Tirannosauro e tante altre “terribili” creature. Come abbiamo detto all’inizio, il gioco ha sfruttato molto l’onda di successo di Jurassic World, e ciò è stato riconosciuto anche da Jesse Rapczak, uno dei direttori creativi del titolo, che ha candidamente ammesso che: “Con l’uscita di Jurassic World, i dinosauri sono un tema piuttosto ricorrente, e la pubblicazione del gioco in questo momento è stata legata anche a quello”. Peccato che insieme a quell’immaginario siano stati riproposti gli errori già presenti nei film, come ad esempio le errate dimensioni del Dilophosauro, che in realtà era alto quasi tre metri – senza contare che non si ha nessuna prova della sua presunta velenosità, che è appunto retaggio hollywoodiano. Per fortuna (sì, lo so, sono pignolo in fatto di dinosauri!) non è stato commesso l’errore contrario con i Velociraptor, che in realtà erano grandi come polli, decidendo appunto nel gioco di sostituirli con i ben più grossi Utahraptor, che effettivamente raggiungevano la stazza vista nei film.
Comunque sia, gli sviluppatori, i talentuosi ragazzi dello studio Wildcard, stanno facendo del loro meglio per inserire sempre più specie, e sono già molte quelle annunciate. Considerando che Ark si trova in una fase di Accesso Anticipato, e quindi con una versione definitiva ancora lontana, il lavoro svolto fin qui è davvero notevole, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto tecnico. L’isola è ricreata magnificamente, così come i suoi mostruosi abitanti, con scorci davvero mozzafiato che danno al giocatore il senso che intorno a lui ci sia davvero vita. Tutto questo però cozza con una pesantezza degna di un Brontosauro, visto che per farlo girare adeguatamente è necessario un PC molto performante, anche con le opzioni impostate al minimo: il motore grafico, infatti, è ancora poco ottimizzato. A dimostrazione di ciò non mancano bug a profusione e glitch, che sono abbastanza prevedibili vista la natura del prodotto, e che spero saranno corretti quanto prima. Completamente da rivedere è anche l’intelligenza artificiale: è vero che per lungo tempo i dinosauri sono stati immaginati come creature goffe e un po’ tarde, ma in Ark si sfiora davvero il ridicolo. Non si sono mai viste bestie così poco reattive, e certe situazioni mi hanno fatto rimpiangere i letali mostri di Dino Crisis – e sto parlando di un classico di 16 anni fa. Ad alzare l’asticella dell’ansia durante il gioco ci pensano certamente gli altri utenti, visto che potremo incontrare sopravvissuti come noi che non aspettano altro che attaccarci per appropriarsi dei nostri averi. Proprio questo ci spingerà a cercare salvezza organizzandoci in tribù che funzionano come le classiche gilde degli MMORPG, fattore che potrà aiutarci a procacciarci il cibo e i beni di prima necessita, a difenderci e a cacciare i cari bestioni preistorici, sia per ucciderli, sia per addomesticarli, aspetto questo molto interessante del gioco. Stordendo un dinosauro, infatti, potremo curarlo e alimentarlo per farlo diventare mansueto e ubbidiente, fino a prenderne il controllo, arrivando anche a cavalcarlo grazie a delle selle particolari.
Purtroppo anche sul versante del gameplay c’è ancora molto da fare. Le interazioni con l’ambiente sono piuttosto limitate rispetto ad altri titoli del genere, e molti aspetti sono ancora da rifinire, soprattutto per quanto riguarda la costruzione di strutture e il crafting in generale. Tutto è poi minato dal fastidiosissimo lag, che rende un’impresa notevole colpire anche il più grande dei dinosauri. Meglio si può fare anche per quanto riguarda la progressione del personaggio, forse troppo lenta. Un capitolo a parte meriterebbe l’aspetto fisico dei nostri alter ego, così primitivo da risultare ridicolo, soprattutto visto che non è possibile modificare più di tanto tratti somatici e capigliatura, mentre è invece possibile ritoccare tutte le parti del corpo, popolando così l’isola di nerboruti uomini delle caverne simili ad armadi muscolosi.
Voi l’avete provato? Cosa ne pensate? Credete che una volta che questa moda rilanciata da Jurassic World evaporerà e i mostri preistorici torneranno al loro triste destino di dimenticate creature estinte, Ark manterrà lo stesso fascino che sta dimostrando di avere ora?
– Davide Carnevale –
Ark: Survival Evolved – Recensione Early Access
Isola Illyon
- Ci sono i dinosauri;
- Grafica molto curata, con squarci dell'isola sbalorditivi;
- Continui aggiornamenti e controlli da parte degli sviluppatori;
- Ho già detto dei dinosauri?
- Bug fastidiosi e glitch frequenti;
- Intelligenza Artificiale da sistemare;
- Troppi aspetti ancora poco approfonditi;
- Prezzo troppo alto;