Mass Effect è stata, senza ombra di dubbio, una delle saghe videoludiche più importanti della scorsa generazione, capace di ridefinire il concetto di gioco di ruolo, trasportandolo direttamente nel mondo degli action per acquisire maggiore spettacolarità e un modo di narrare più cinematografico. Ovviamente ci si è arrivati per gradi, con ottimi titoli ibridi, come l’ormai dimenticato Jade Empire (di cui si vocifera da un po’ di tempo a questa parte che qualcosa si stia muovendo). Mass Effect portò una grande storia degna delle migliori epopee di space opera in un prodotto che permetteva la profondità interpretativa di un gioco di ruolo, unita alla frenesia dei combattimenti di uno shooter in terza persona, il tutto raccontato in maniera ineccepibile, merito anche di un’ambientazione completamente creata ad hoc talmente ricca da riuscire a competere tranquillamente con universi narrativi di vecchia data, come quello di Star Wars, in quanto a contenuti e a profondità. Se nella saga cinematografica di George Lucas abbiamo avuto anni e anni e ben sei film per imparare a conoscere le razze di alieni simbolo della galassia lontana lontana, in Mass Effect già dal primo capitolo avevamo capito quanta cura fosse stata impiegata nella creazione di quell’universo fantastico, facendoci affezionare subito ai burberi e guerrafondai Krogan, alle misteriose Asari o agli onorevoli Turian. Ogni razza era descritta nei minimi dettagli, con una propria cultura e una propria storia, perfettamente inserita nel contesto in cui noi eravamo chiamati a vestire i panni del comandante Shepard.
Il gioco non fu soltanto capace di dare uno scossone al per certi versi troppo stagnante panorama dei giochi di ruolo occidentali, ma fu un punto di svolta anche per quanto riguardava il team che si occupò del suo sviluppo, i ragazzi di Bioware. Insomma, non proprio gli ultimi arrivati, visto che stiamo parlando di un nome storico nel mondo degli RPG, a cui dobbiamo capolavori come Baldur’s Gate e Knights of the Old Republic, solo per citarne alcuni. Il grande successo di Mass Effect, infatti, con ben 11 milioni di copie vendute, arriva dopo l’acquisizione della software house da parte di Electronic Arts, fattore che non avrebbe potuto non lasciare un segno, soprattutto a causa delle politiche di quest’ultima. L’esempio forse più eclatante di questi attriti dovuti soprattutto a scelte di carattere commerciale lo possiamo vedere con il finale del terzo Mass Effect, quello che doveva concludere l’intera saga. A fronte delle lamentele di un considerevole gruppo di fan a causa di un finale dal loro punto di vista troppo oscuro e frettoloso, senza il lieto fine che molti si aspettavano e forse troppo riflessivo, gli sviluppatori corsero subito ai ripari arricchendo con dei contenuti aggiuntivi le sequenze finali, venendo incontro a ciò che veniva richiesto dagli appassionati. Fu una scelta forzata, in cui è facile intravedere l’ombra di EA, desiderosa di non perdere i propri utenti, ma dal punto di vista artistico rappresentò una sconfitta totale per Bioware, che per le leggi del mercato dovette rinunciare a quella che per il team doveva essere la conclusione della loro storia. Dopo questo e altre scelte non troppo felici, come la produzione di uno sfortunato MMORPG basato sull’universo di Star Wars, The Old Republic, e il seguito dell’ottimo RPG fantasy Dragon Age, disastroso proprio per l’ossessione di seguire a tutti i costi il mercato, nel settembre del 2012 Ray Muzyka e Greg Zeschuk, i due fondatori di Bioware, annunciarono di voler abbandonare il mondo dell’industria videoludica. Una spaccatura continuata con la fuoriuscita di diversi altri membri storici del team.
Ovviamente EA non poteva abbandonare una gallina dalle uova d’oro come Mass Effect, e anche se la trilogia aveva ormai concluso definitivamente la storia del comandante Shepard e del suo disperato tentativo di salvare la galassia dai Razziatori, poco tempo dopo la conclusione della saga venne subito annunciato lo sviluppo di un quarto capitolo. Un universo così ben sviluppato e dettagliato, in fondo, non poteva fermarsi a tre titoli, e le sue possibilità narrative sono lungi dall’essersi esaurite: ma cosa ci si deve aspettare da una software house che non è più la stessa di un tempo, e da una saga che deve essere capace di reinventarsi per offrire qualcosa di nuovo agli appassionati, lasciando allo stesso tempo intatta l’anima della prima trilogia?
A molte di queste domande sembra dare una possibile risposta il sondaggio uscito nei giorni scorsi su Reddit (ne avevamo parlato anche noi in questa news), in cui un utente, il cui nome è stato cancellato, propone diverse indiscrezioni che sembrano più che semplici rumors, considerando che le prime informazioni di Dragon Age: Inquisition erano pervenute con le stesse modalità.
Nel sondaggio, probabilmente fatto per indirizzare il settore vendite di EA nella fase di pubblicizzazione del prodotto e che potete trovare qui, vengono toccati un po’ tutti i punti più importanti che dovrebbero caratterizzare questo nuovo capitolo, iniziando dall’ambientazione. C’erano ancora molti dubbi, infatti, sulla direzione che gli sviluppatori avrebbero preso proprio a causa del pesante finale che concludeva Mass Effect 3, che rendeva molto problematico l’ambientare il sequel nello stesso contesto. In parole povere, e soprattutto spoiler-free, collocare la nuova vicenda nella Via Lattea presentava delle enormi difficoltà, ed erano in molti ad ipotizzare un’ambientazione distante (anni luce) che poco avesse a che fare con gli avvenimenti precedenti. Secondo questo misterioso utente, Mass Effect 4 si svolgerà nell’Ammasso di Helius, un agglomerato di sistemi solari nella galassia di Andromeda, in un tempo e uno spazio quindi completamente separato dalle imprese eroiche di Shepard e della sua ciurma. Anche il protagonista sarà completamente rinnovato: se infatti nella prima trilogia impersonavamo un veterano militare, capace di muovere i suoi uomini per via del suo carisma nel comando, qui vestiremo probabilmente i panni di un esploratore, un pathfinder alle prime armi, con poca esperienza ma addestrato nell’uso delle armi, che dovrà cercare luoghi sicuri per stabilirvi nuove colonie umane. Su una foto delle magliette degli sviluppatori di Bioware compare anche quello che sarà il logo di questa divisione esplorativa, un cerchio arancione in cui campeggiano le parole “Pathfinder Initiative A.R.K.C.O.N”. È molto probabile che le prime due lettere dell’acronimo stiano per Alliance Reconnaissance, quindi una forza di ricognizione dell’Alleanza. Quindi ci muoveremo ancora all’interno del mondo militare dell’Alleanza, ma questa volta in un ruolo molto più marginale nella gerarchia di comando.
Questo cambio di luogo (è il caso di dirlo) galattico ovviamente porterà diverse novità e probabilmente un arricchimento dell’ambientazione, con nuove razze e pianeti da scoprire. Oltretutto, proprio nel nuovo ruolo di apripista, sarà nostro compito fondare insediamenti, e probabilmente anche quello di proteggerli, attraverso, a quanto pare, un sistema di Strike Team, ovvero gruppi di mercenari controllati dall’IA che dovremo posizionare per la galassia e che compiranno missioni a tempo. Questa sarebbe una meccanica strategica che arricchirebbe ancora di più il sistema di gioco. Il nostro equipaggio, invece, dovrebbe essere composto da sette personaggi con cui dovremo interagire, come nei più classici giochi di ruolo, e ciascuno di loro avrà una personalità unica e abilità specifiche che ci permetteranno di cambiare strategia in battaglia, a seconda dei due che decideremo di portare con noi in ciascuna missione, esattamente come accadeva nella trilogia attuale di Mass Effect. Il numero di compagni reclutabili dovrebbe essere ridotto rispetto ad altre produzioni, ma sembra essere questa ormai la tendenza di Bioware, ovvero mettere a disposizione meno personaggi ma curarne di più lo sviluppo. Con il nostro equipaggio dovremo viaggiare per la galassia di Andromeda con una nuova nave, la Tempest, che non sappiamo ancora se saprà scalzare dai cuori degli appassionati la ormai iconica Normandy, vero e proprio simbolo della saga. Sembra che gli spostamenti, la discesa dalla nave e i movimenti sui pianeti si susseguiranno senza necessità di caricamenti, probabilmente con alcuni momenti di attesa sapientemente mascherati all’interno dello scorrere del gioco, come avveniva un po’ per gli ascensori del primo capitolo. Proprio per quanto riguarda l’esplorazione dei pianeti, pare esserci il grande ritorno del Mako, il veicolo di perlustrazione terrestre visto proprio nel capostipite della saga e poi eliminato nei due successivi episodi. Dovrebbe essere personalizzabile, così come ogni singola parte del nostro equipaggiamento dovrebbe poter essere scelto da noi, potenziandolo con diversi miglioramenti che dovrebbero addirittura comportare cambiamenti al gameplay: per esempio, modificando i nostri stivali dovremmo poter spiccare dei salti più alti aiutati da dei piccoli jet pack.
Un altro gradito ritorno potrebbe essere quello della modalità multiplayer, che aveva avuto un buon riscontro nel capitolo finale della trilogia. La modalità dovrebbe chiamarsi Horde, e permettere di scontrarci, insieme a tre amici, contro ondate di nemici all’interno di varie arene sparse in giro per la galassia.
La conferma di tutte queste informazioni, che possono essere prese ad oggi come poco più che voci di corridoio, arriverà probabilmente man mano che si avvicinerà l’uscita del gioco, ed è probabile che molte altre notizie trapeleranno nel frattempo. Noi saremo pronti ad aggiornarvi tempestivamente su ogni novità, intanto non vi resta che aspettare con Isola Illyon Mass Effect 4!
– Davide Carnevale –