Isolani, oggi tenteremo di fare il punto su di un’epopea che si protrae da molti anni: stiamo parlando della pubblicazione di The Last Guardian, progetto per PS3 del designer Fumito Ueda e del suo studio “Team Ico”, team di sviluppo che ha ottenuto il successo con la pubblicazioni di due pilastri videoludici di PlayStation 2, ovvero ICO e Shadow of the Colossus. Questo titolo, ambientato nel medesimo universo dei due titoli citati in precedenza, era stato pensato per essere un action-adventure in terza persona con qualche puzzle da risolvere qua e là, qualcosa di molto simile ai titoli precedenti della software house, amati non tanto per la loro complessità quanto più per le atmosfere e le stupende storie.
La trama sarebbe stata legata alla storia di un ragazzo e dei suoi tentativi di fuggire dalle rovine di un gigantesco castello. Nel corso del suo peregrinare egli avrebbe incontrato una gigantesca creatura simile ad un grifone, che inizialmente si sarebbe comportata in maniera violenta nei confronti del protagonista, ma con il proseguire della storia i due avrebbero stretto una salda amicizia e si sarebbero aiutati vicendevolmente. Il grifone, chiamato Trico, a detta degli sviluppatori si sarebbe comportato un po’ come un cucciolo, e quindi i giocatori avrebbero dovuto provvedere a sfamarlo, ad estrarre dal suo corpo eventuali oggetti, come spade e frecce, rimaste piantate sulla bestia durante le lotte, e ad addestrarla in modo tale che essa ubbidisse ai loro ordini ed eseguisse determinate manovre. L’istinto naturale della creatura, quindi, poteva essere sfruttato per forzarla ad eseguire determinate azioni, ma al tempo stesso avrebbe potuto rendere impossibili azioni più complesse ordinategli dal giocatore. Con l’aiuto di Trico il ragazzo sarebbe quindi stato in grado di superare o eliminare ostacoli e nemici, risolvere puzzle e raggiungere locazioni del castello altrimenti irraggiungibili, merito anche di un level design veramente particolare. Il progetto risultava quindi, come i due “capitoli precedenti” della saga, un’avventura intrigante con una storia meravigliosa, ma con quel qualcosa in più che lo avrebbe potuto rendere un capolavoro decisamente superiore ai “prequel”, merito anche di un nuovo motore fisico, implementato per l’occasione, e, sopratutto, della complessa intelligenza artificiale che avrebbe reso Trico diverso da qualsiasi altro animale presente in un videogioco, rendendolo quanto più possibile simile ad un animale selvatico in carne ed ossa.
Questo, almeno, nel lontano 2009, quando alcune immagini del progetto in via di sviluppo, allora chiamato Project Trico, furono mostrate online. Nel corso degli anni, però, la situazione è andata sempre più degenerando. A seguito della pubblicazione di tali immagini, stampa e pubblico si aspettarono di poter vedere qualcosa di più riguardo a questo titolo – la cui data di rilascio fu fissata per l’inverno del 2011 – all’Electronic Entertainment Expo del 2010, ma, purtroppo, nulla di nuovo fu presentato. Giunti all’inverno del 2011 senza alcuna notizia, i giocatori si arresero all’evidenza che il titolo sarebbe stato pubblicato solo molto più tardi, eventualità che, però, poteva anche non realizzarsi, dato che in quello stesso periodo Ueda, direttore del progetto, decise di lasciare Sony. Ma fortunatamente il game designer assicurò che avrebbe continuato a dedicarsi lo stesso al progetto. Con il passare del tempo, però, le notizie riguardo The Last Guardian iniziarono sempre più a latitare. Ogni tanto gli sviluppatori rispondevano ai videogiocatori, in ansia per l’uscita del titolo, confermando che fosse ancora in fase di lavorazione. Nel frattempo era giunta anche la next gen, con l’uscita di PS4 da parte di Sony nel 2013. Molti ipotizzarono che il titolo sarebbe stato quindi traslato su questa nuova macchina, cosa confermata dal team, poiché il gioco non si trovava ancora in uno stadio avanzato di sviluppo tale da richiedere grosse modifiche nel passaggio da PS3 a PS4. A seguito di queste voci calò nuovamente il silenzio. Ed il silenzio permeò l’aria fino allo scorso 18 febbraio, quando una terribile notizia fece fremere gli utenti in attesa: a detta dell’ufficio brevetti statunitense, Sony avrebbe fatto scadere il trademark di The Last Guardian, in quanto negli anni precedenti la compagnia non pubblicò alcuna comunicazione ufficiale sull’utilizzo del marchio né, fino a tal data, effettuò la richiesta standard di estensione temporale sui diritti. Fortunatamente il giorno seguente l’azienda confermò che The Last Guardian era “ancora in sviluppo”, senza ovviamente addurre ulteriori informazioni, e spiegò che era stata fatta una petizione per riesumare il marchio, specificando che il mancato rinnovo di quest’ultimo era stato solo un incidente.
Dopo tutte queste vicissitudini, personalmente sono dell’opinione che si tratti di un titolo morto di partenza. Mi spiego meglio: se in tutti questi anni non è stato rilasciato altro materiale sul gioco se non quello pubblicato nel lontano 2009, allora significa che il prodotto è lungi dall’essere anche solo parzialmente giocabile, oppure non soddisfa appieno gli sviluppatori nello stato attuale delle cose. Nel primo caso non ha senso continuare il progetto, poiché si rischierebbe di trasformarlo in una chimera irraggiungibile; se invece gli sviluppatori non sono soddisfatti della loro “creatura”, allora figuriamoci come potrebbero esserlo gli utenti. Purtroppo, per quanto un gioco possa essere bello, il pubblico reagirà sicuramente in maniera negativa, perché i lunghi tempi di attesa e il continuo aumentare dell‘hype avranno generato enormi aspettative. A mio parere, quindi, il Team ICO avrebbe fatto meglio ad abbandonare il progetto, o quanto meno a lavorare su qualcosa di simile con un altro nome.
Voi siete d’accordo con me o la pensate diversamente? Sperate ancora che il titolo venga rilasciato o preferireste venga abbandonato nel dimenticatoio? Diteci la vostra!
–Luca Mugnaini–