Cari Illyoners, oggi vi scrivo per parlarvi di una cosa che mi è accaduta pochi giorni fa. Girando per la rete ho trovato una notizia che in un primo momento ha disegnato un bel sorriso a trentadue denti sul mio viso: Square Enix è intenzionata a portare in Occidente (esclusivamente su PS4) Dragon Quest Heroes, ultimo capitolo di questa famosa serie di GdR disegnata dal leggendario Akira Toriyama (non penso serva dirvi di chi parlo… Dragon Ball). Un sorriso destinato a diventare un enorme punto interrogativo sulla mia testa (no, non ho quest per voi) quando leggo di cosa si tratta: la saga che da sempre ha fatto del combattimento a turni il suo leit-motiv, ora nel suo ultimo capitolo diventa un action in stile Dynasty Warriors: tanti nemici sullo schermo di varie taglie e botte da orbi. Se la cosa mi ha lasciato un poco sbigottito, d’altro canto non posso dire che sia stata una sorpresa. Negli ultimi tempi la parola GdR sembra aver assunto un senso più “ampio”, appunto con la creazione del genere action GdR, quindi cosa dovremmo aspettarci e cosa cambierà davvero in questo prodotto?
È MORTO IL GDR, EVVIVA IL GDR!
Intendiamoci, non sono uno che sta lì a lamentarsi. Anche perché di questi tempi stiamo assistendo ad un vero e proprio revival dell’RPG old-school, quindi anche i nostalgici hanno dovuto un poco ridimensionare le proprie lamentele. Alcune produzioni indie possono tranquillamente confrontarsi con i prodotti più blasonati, ma assistiamo sempre più allo stravolgimento di brand che mutano la propria natura in funzione del mercato console. Ormai sembra che nessuno voglia più i turni. Tutti vogliono premere bottoni e fare un botto di danni. Ma perché? Io ritengo che ormai, in un’epoca in cui il progresso tecnologico avanza in maniera così rapida, lo stesso si può dire dei business a lui collegati. In tempi recenti il videogioco è passato da intrattenimento di nicchia a fenomeno di massa, e ovviamente la spietatezza del mercato ha costretto i produttori a cercare di accaparrarsi sempre più giocatori, producendo giochi più semplici ma con un grosso appeal: creare e vendere un nuovo titolo è più difficile rispetto ad un gioco con una larga fetta di fan-base alle spalle, quindi quale può essere la soluzione? Semplice: produrre un nuovo gioco con un vecchio brand. È accaduto con Final Fantasy, con Dragon Age (seppure il franchise sia relativamente giovane) e quindi è toccato a Dragon Quest. E di certo non sarà l’ultimo.
COSA È E COSA NON È IL GDR
Diciamocelo… le storie non brillavano certo per freschezza e innovazione. Le premesse erano quasi sempre eguali. Il cattivone da sconfiggere, la principessa da salvare, il party, il grinding selvaggio. Eppure il peso di Dragon Quest è non indifferente. Le opzioni quando si entrava in un combattimento erano sempre molto varie, i membri del party tutti diversi e ognuno con una serie di caratteristiche differenti. Prendiamo ad esempio DQ8: Yangus è un guerriero, le sue statistiche fanno di lui un guerriero, ma in base a quali abilità si selezionavano, poteva essere uno scout, un guerriero o un ladro. Così per Jessica, che poteva essere sia un mago, che una curatrice, che una supporter, (da notare che questi faranno parte del roster di personaggi all’interno di questo Heroes). Le statistiche sono una parte critica e fondamentale di un GdR poiché decidono l’esito di tutto ciò che avviene dentro e fuori dal combattimento. Ed esse continuano a non mancare, ma sembra che ormai siano semplici valori da alzare al fine di sbloccare determinate classi, ma senza alcuna influenza reale sulle capacità del giocatore. O forse la velocità di DQ Heroes ci impedisce di apprezzare l’utilità delle stesse. Oppure è la definizione di Action GdR ad essere errata? Ormai con Action GdR si indicano giochi ambientati in mondi di fantasia ma dalla forte componente Action. Quindi Crusaders of Might and Magic era un Action GdR? Non un semplice Action? E DQ Heroes cosa sarebbe? Un Action-Jrpg? Ma i Jrpg non erano da sempre a turni? Che fine hanno fatto i Jrpg?
UNA LANCIA IN SUO FAVORE
Va detto, ad onor del vero, che in territorio nipponico il brand DQ è stato spremuto abbastanza. Tra giochi di carte e vari spin-off (categoria nella quale potrebbe anche rientrare lo stesso DQ Heroes), il brand vanta anche 2 Guinness dei Primati: uno per il numero di vendite in Giappone, l’altro per essere stato il primo videogioco ad aver ispirato un musical (!!!). Quindi la questione sulla snaturalizzazione del brand, in questo caso, va un poco a farsi friggere. Ma ciò che proprio non digerisco è il termine Action-GdR in un gioco così. Lo capisco e lo accetto in un Dark Soul, ma perché non definire il gioco come un Action? Dove starebbe il GdR nel picchiare orde e orde di mostri? Statistiche messe solo a decoro non fanno del gioco un GdR. Voi cosa ne pensate al riguardo? Ritenete che la mia retorica sia il giusto frutto di un 18 in “conoscenza: videogiochi”? Chissà, magari forse in tempo reale non avrei potuto dire tutto ciò… lunga vita ai turni!
– Andrea Fabiano –