Il gioco di ruolo, si sa, è aggregazione: ci si incontra con gli amici per interpretare personaggi inesistenti, per fare confusione ad un tavolo da gioco, per ingurgitare cibo e in generale divertirsi – o cercare di farlo – come se non ci fosse un domani. Sovente, durante la sessione, ci sono un sacco di situazioni nelle quali una parola in più o in meno scatena l’ilarità; e, allo stesso modo, ci sono situazioni stupide che si vengono a creare dalle quali ne deriva una morte – per uno o più personaggi – stupida o umiliante. Ecco, quindi, che andiamo a presentarvi la nostra Top 11 delle morti peggiori dei pg al tavolo da gioco. Perché una 11? Perché, copian pardon, plagian intendevo, parafrasando un famoso youtuber americano (Doug Walker aka Nostalgia Critic) “…siamo sempre un passo avanti agli altri”.
11° Posto – “Non cercare trappole al momento giusto”
Capita spesso che la vita di un pg ladro – specie se halfling o hobbit ladro/scassinatore/esploratore – sia durissima, specie perché il resto del gruppo tende ad usarlo come una sorta di radar umano(ide), mandandolo avanti nelle situazioni di pericolo; conseguenza è che chi usa questo personaggio sia paranoico al punto che, in un ambiente potenzialmente pericoloso, inizi ad esplorare il terreno palmo a palmo, con ripetuti test che si protraggono per una dozzina di round almeno, e quindi per quasi venti minuti di role al tavolo, finché il resto del gruppo (Vero Nemico™) non si spazientisce e grida “dai, spicciati che non c’è nulla!”… e, puntualmente, nei primi 3 metri successivi da che il ladro ha smesso di controllare, scatta la trappola mortale che lo uccide. Se in D&D, comunque, le speranze di salvezza ci sono, in un gioco come Girsa è probabile che dovrete prepararvi all’estremo saluto del fu-ladro. Too Bad.
10° Posto – “No, ho dichiarato che lo prendo io!”
Questa è la pittoresca posizione per quei personaggi mossi da giocatori che vogliono mettere le mani su qualcosa PRIMA degli altri membri del gruppo, specie per avidità, nella speranza di incappare prima di tutti gli altri in un oggetto figo su cui poter avanzare qualche blanda pretesa di prelazione: è una pratica comune nei gruppi in cui “chi trova tiene”, ossia non si mettono tutti insieme i tesori con lo scopo di spartirli a fine sessione in base alle esigenze dei pg. Ora, questa smania di possesso non può che portare a conseguenze nefande perché un DM ha sempre modo di punire questo stile di gicoo senza nemmeno impegnarsi più di tanto. È sufficiente piazzare un oggetto maledetto o una trappola in luogo di un oggetto appariscente e invitante per lasciare che il gruppo si stermini da solo. Tanto va il player avido al tesoro, che il party ci crepa.
9° Posto – “Fidarsi di un kender”
L’intenzionalità della capacità autolesionistica dei giocatori si concretizza quando, per necessità o disattenzione, sono costretti ad affidare la loro vita e/o la risoluzione positiva della missione nelle mani di un personaggio Kender, specie se giocato in modo coerente dal suo player. La famosa esclamazione “Ops!”, pronunciata da un Kender, che precede le tragedie e le stragi dei gruppi, è più di una leggenda metropolitana: vicende nelle quali questi tocca la leva sbagliata, prende un oggetto che non doveva toccare (esempio: “La Gemma della Palese Autodistruzione”, parafrasando Dork Tower), allenta una corda, rivolge la parola a chi non dovrebbe o attira l’attenzione di un semidio su di lui e sul party sono, oramai, una triste realtà. Rest in Peace.
8° Posto – “Borseggio chi non dovrei”
Per quanto possa sembrare un’estensione della posizione precedente, capita spesso che non solo Kender, ma in generale personaggi ladri, sia nel GdR online che in cartaceo, abbiano la brillante idea di tentare di borseggiare il PNG sbagliato nel momento peggiore: il Re che sta affidando una missione al gruppo, il mago a cui è appena stato riportato l’oggetto di cui vi aveva commissionato il recupero, il paladino che accompagna gli eroi nell’avventura e dalla cui presenza può dipendere la sconfitta dell’avversario malvagio, un altro giocatore particolarmente vendicativo… In ogni caso, nella migliore delle circostanze, la figura di melma è assicurata; nella peggiore, il gruppo si troverà costretto a lottare per la propria vita o a fuggire. E solo alla fine, contare i superstiti: non tra i PG, ma del numero di dita e dei polmoni in dotazione a ciascuno.
7° Posto – “Sono troppo POWA”
Fare lo sborone con il Master non porta mai bene; vantarsi di possedere uno o più incantesimi con cui “nessuno può resistermi”, oppure un’arma o un talento “con cui spacco il c**o a chiunque” è, in realtà, il modo più sicuro perché simili strategie si rivelino ben presto fallimentari. Vi affidate agli incantesimi? Ecco che incontrerete solo golem; avete un bonus assurdo o un oggetto anatema contro determinate creature? Non ne incontrerete più nemmeno supplicando; avevate puntato su numerosi attacchi con Riflessi da Combattimento o un Attacco Turbinante, sacrificando un sacco di talenti? Ecco che incontrerete UN solo nemico, fortissimo, per volta. Oh, il resto del gruppo vi sarà ETERNAMENTE grato per la vostra umiltà.
6° Posto – “Fallisco solo con 1, tranquillo!”
Qui c’è poco da dire, dato che è capitato a chiunque di conoscere questa situazione. Semplicemente, l’alea dei dadi spesso agisce per ripristinare l’equilibrio e punire chi è troppo convinto dei propri mezzi, facendo uscire proprio quel punteggio che non si voleva tirare… ed uno spontaneo sorriso malefico sul volto degli altri giocatori.
5° Posto – “Ne so più del DM”
Quando e se giungerete a questa valutazione di voi stessi, state certi che morirete, soffrendo atrocemente: anche qui, poco da dire, se non la soddisfazione di essere costati al vostro DM del tempo per trovare come fare del male al vostro pg nel modo più umiliante possibile.
4° Posto – “Quella creatura è scarsissima”
Riferita di solito a mostri che si presume di conoscere bene, salvo ignorarne possibili versioni avanzate, o con livelli di classe o con multipli archetipi. Anche qui, avrete il merito di aver costretto il Master ad essere creativo nel realizzare un essere che al confronto i Grandi Antichi di Lovecraft sono animali da compagnia.
3° Posto – “Il carico del mio pg? Cosa è?”
Macro categoria nella quale confluiscono situazioni nelle quali un pg tenta O un’arrampicata libera OPPURE una traversata a nuoto di un corso d’acqua e, puntualmente, solo in quella circostanza si ricorda di portare sulle spalle l’equivalente di una casa, parenti compresi. Ovviamente, il DM non aspettava altro che questa occasione per punire il giocatore disattento alle regole, offrendogli una morte umiliante oltre ogni dire.
2° Posto – “Tranquillo, risparmia le pozioni, ho una ventina di punti ferita”
È quasi al top delle morti stupide, perché in questi casi il personaggio, dopo molteplici difficoltà, è convinto d’aver superato il peggio e che trascorrere le ore di guardia durante la notte sia un pro forma e, per non “sprecare” le pozioni, preferisce restare ferito gravemente perché “tanto non succederà nient’altro”. Puntualmente, il DM farà si che i mostri più idioti e scarsi si facciano una passeggiata notturna nei pressi del gruppo, così da ferire ed uccidere l’incauto personaggio che, per eccesso di convinzione e tirchieria, ha preferito anteporre le sue risorse alla salute del pg.
1° Posto – “Non ascoltare il DM. MAI”
Per quanto possa sembrare scontata come cosa, è pur vero che, alle volte, la semplicità è il miglior strumento del Caos. Capita, difatti, che un DM non celi nessun doppio senso, nessun inganno, nessun raggiro, in una o più informazioni fornite al gruppo di gioco: se dice “il demone non deve essere liberato” intende proprio questo, non che esso in realtà è un angelo sotto mentite spoglie che va salvato dalla prigionia; se dice “il mago è malvagio e va fermato” non intende che il png in realtà è un buono con una lacrimevole storia alle spalle che ne giustifica l’agire. In questi casi il gruppo, alla costante ricerca di menzogne nelle informazioni del DM, si scava la fossa da solo facendo l’opposto di quello che, semplicemente e banalmente, andava fatto. Le morti che ne derivano sono di solito accompagnate da recriminazioni feroci, commenti tipo “come facevo a sapere che dicesse la verità” oppure “non pensavo che fossero per davvero delle suore! Credevo fossero delle succubi!”.
Scommetto di aver solo toccato la punta dell’iceberg con questa classifica: raccontateci le vostre esperienze di morte!
– Leo d’Amato-
L’immagine di sfondo è © Michael Dashow