“Tu, Capra, sei stata imprigionata a causa delle stregonerie che hai indefessamente praticato. Per questo sei condannata a dimorare qui, insieme agli altri condannati per tutta l’eternità!”
Questa è l’introduzione che ci verrà fatta una volta dato il via ad una nuova partita a “Escape Goat”, bizzarro puzzle-platformer sviluppato ed edito da “MagicalTimeBean”. Nei panni di una capra viola accusata di stregoneria (si sa, il colore viola è un chiaro sintomo delle pratiche occulte), ci troveremo imprigionati nella Prigione di Agnus, luogo fatiscente e decadente pieno di trappole, meccanismi segreti e misteri, da cui cercheremo, ovviamente, di evadere il prima possibile. Nei primi sei livelli di gioco faremo un po’ di familiarità con i comandi, oltre ad incontrare il nostro unico alleato nell’impresa, ovvero un topolino che potremo sfruttare per passare attraverso condotti troppo stretti e per premere pulsanti troppo lontani.
L’ultimo livello del tutorial sarà differente dai primi cinque: ci troveremo infatti in una stanza senza trappole né marchingegni, all’interno della quale troveremo una pecora. Essa ci ringrazierà per averla salvata e spiegherà che scappare dalla prigione da soli è impossibile. Inoltre ci chiederà di salvare le sue sorelle, ognuna imprigionata in una sezione diversa della prigione.
Ci troveremo quindi nel ritrovo, ovvero la stanza centrale della prigione, dalla quale potremo accedere alle 6 diverse sezioni, anch’esse divise in 6 stanze, per liberare altre pecore. Le stanze di ogni sezione saranno caratterizzate da un metodo di approccio e risoluzione dei puzzle specifico: potremo quindi trovare sezioni in cui sarà fondamentale fare affidamento sul nostro compagno topolino come sezioni in cui il tempismo di salto da una piattaforma all’altra sarà fondamentale.
Nello svolgimento dei vari puzzle il giocatore sarà agevolato nel tentare più e più strategie differenti per due motivi: innanzitutto il numero di vite della nostra capra è illimitato, e quindi morire all’interno di una stanza non ci farà perdere nient’altro che i progressi fatti all’interno della stessa, inoltre i puzzle risolti nei livelli precedenti di fatto allenano il giocatore per affrontare i livelli più complessi del gioco. Anche le mappe più complesse del gioco seguono questo ragionamento, per cui difficilmente vi troverete di fronte ad una stanza talmente difficile da farvi perdere la voglia di proseguire il gioco.
Continuare ad esplorare la prigione e tentare più volte di superare una stanza sarà quindi un piacevole divertimento, merito anche dell’aura di mistero che permea il gioco e spinge il giocatore a continuare per poter scoprire qualcosa di nuovo sulla storia e sul mondo di gioco. Finire una sezione della prigione è qualcosa di veramente appagante, tanto da invogliare il giocatore ad iniziare una nuova sezione subito dopo, coinvolgendolo dunque fino alla fine del gioco. Terminate tutte le sezioni, compresa quella opzionale il cui livello di difficoltà è esorbitante, i giocatori potranno inoltre sbizzarrirsi nella creazione di scenari personalizzati da condividere con i propri amici od altri giocatori.
La grafica riporta piacevolmente i giocatori nell’era dei 16 bit, le musiche sono sempre appropriate ed interessanti, i controlli sia su pad che su tastiera sono comodi e fluidi, cosa non sempre presente in giochi sviluppati in maniera indipendente. Unica pecca del titolo, insomma, è la sua durata contenuta, che si attesta sulle 5 ore di gioco, tempo esiguo per un titolo da 9 euro e rotti su Steam.
Ciononostante è sicuramente un titolo divertente ed interessante che vale la pena di essere almeno provato una volta nella vita, magari acquistato durante il periodo di saldi sui titoli online, oppure in uno dei classici bundle di videogiochi ormai all’ordine del giorno su internet. Dategli una chances!
–Luca Mugnaini–