Solo qualche giorno fa, in occasione della vigilia di natale, abbiamo pubblicato una lista dei lungometraggi natalizi dal retrogusto fantasy; ora i regali sono aperti, il cenone (quasi) digerito e i programmi spingono verso un più dinamico capodanno, magari lontano dal pettinato contesto familiare. È pertanto ora di iniziare a lasciarsi alle spalle i boccali di zabaione caldo per concentrarsi sulle festività di stampo pagano che ci attendono e, mantenendoci in tema cinematografico, valutare quale pellicola visionare prima del conto alla rovescia. Le opzioni sono ovviamente molte e, pur arginando la selezione ai temi cari a noi di Isola Illyon, potremmo passare settimane a discutere degli scontri tra Satana e Schwarzenegger o delle vacanze da urlo della famiglia Torrance; per questione di sintesi – e per gusto personale – vedrò pertanto di concentrarmi su di un solo esempio, un esempio che molti avranno già intuito dal titolo dell’articolo: Ghostbusters II.
1989, cinque anni dopo agli avvenimenti del primo film, il mondo è stato incapace di accettare le prove dell’esistenza del paranormale e, non appena sfumata la tensione derivante dall’aver sfiorato l’apocalisse, ha prontamente etichettato gli acchiappafantasmi come impostori e ciarlatani bravi solamente a vendere “fumo e merda”. Ancora a piede libero – per qualche evidente buco nelle leggi statunitensi – il gruppo è costretto ad abbandonare l’improbabile carriera intrapresa per dedicarsi a mestieri socialmente accettabili: Peter (Bill Murray) diviene un discusso conduttore, Ray (Dan Aykroyd) ha aperto una libreria dell’occulto estremamente specializzata, Egon (Harold Remis) dedica il suo tempo a ricerche scientifiche atte a dipanare i segreti della mente umana e Winston (Ernie Hudson)… beh, di Winston si sa poco se non che racimola di che vivere con un lavoro part-time che condivide con Ray, ma non siamo troppo sorpresi dal silenzio nei suoi confronti, visto che sin dalla sua prima apparizione non gli è mai stato dedicato troppo tempo. Considerati oramai come pagliacci surclassati in dignità da spadaccini palestrati che combattono in perizoma, gli eroi ritorneranno alle loro indagini paranormali quando Dana Barrett (Sigourney Weaver), vecchia amica e passata amante del loro carismatico “leader”, si troverà coinvolta in una serie di sfortunati eventi evidentemente ricollegati a mistiche manifestazioni.
Il pericolo da affrontare è questa volta rappresentato da uno spirito malevolo incarnato in un dipinto a olio; si tratta del carpatico Vigo, un tiranno sanguinario che combina in sé i tratti grotteschi di Vlad III e Rasputin, un monarca crudele che sin dai tempi della sua morte – ovviamente violenta – pianifica la sua resurrezione e l’inizio di un redivivo regno di terrore. Questi, che solitamente è uno spettro di poco conto rinchiuso dentro a un museo, viene esponenzialmente potenziato da una disgustosa melma rossastra che fluisce nelle fognature di New York e reagisce ai sentimenti negativi tipici dei suoi cittadini. Rinvigorito, Vigo riesce ad accedere a poteri che gli consentono di ordire il rapimento dell’infante di Dana per tentarne la possessione attraverso un rituale coincidente – puta caso – con lo scoccare dell’anno nuovo. Sarà compito dei ghostbusters riconquistarsi la fiducia della metropoli, imbracciare per l’ennesima volta i poderosi proton-pack e tostare la malevola emanazione protetta sia da un’armata di ectoplasmi inferociti che dal suddetto slime rosato.
Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa: Ghostbusters II viene notoriamente considerato un deludente sequel, nonché un film mediocre. Le critiche più diffuse, magnificamente rappresentate dalla recensione di Siskel&Ebert, riguardano la pochezza di una sceneggiatura troppo impegnata a emulare le dinamiche del predecessore per poter offrire un’esperienza fresca e originale; altre lamentele sono state espresse anche nei confronti della superflua trama amorosa o delle differenti scelte stilistiche nel campo musicale/fotografico. Di fatto, i critici dell’epoca lapidarono la pellicola sia per il suo essere ancorata a formule già vissute, sia per le novità introdotte, probabilmente influenzati da fin troppo alte aspettative derivanti dall’irraggiungibile standard dettato dal Ghostbusters del 1984.
A ben vedere, in effetti, il primo capitolo della saga è ancora oggi un capolavoro nel campo della commedia, tutti tra attori e registi lo consideravano un lavoro finito e hanno esitato non poco prima di rimettervi mano, ma con l’avvicinarsi degli anni ’90 si stava raffinando anche il concetto odierno di blockbuster e la produzione esigeva di battere cassa. Con la popolarità del cartone The real ghostbusters, gli acchiappafantasmi erano virtualmente ovunque – dalle caramelle agli zainetti – e la Columbia Pictures voleva approfittarne per tenere viva una moda che sembrava gradualmente affievolirsi, magari ricavandoci un lungometraggio che catturasse completamente il pubblico (intento riuscito solo parzialmente, visto che la settimana successiva sarebbe uscito Batman di Tim Burton). Il desiderio di commercializzare la pellicola ai più piccoli spinse gli sceneggiatori a rivedere lo humor, rendendo più criptiche le battute adulte al costo di privarle di spontaneità (scommetto che ancora oggi non sono molti ad avere colto quella sull’epididimo), mentre ai concept artist fu richiesto di disegnare spettri meno temibili dei cani demoniaci visti in precedenza. Qui la cosa si fa strana poiché, sebbene sia vero che molte entità vantino un aspetto più umano, la pellicola è nota per avere atmosfere a tratti molto cupe, esibendo alcune delle immagini più terrificanti visionabili dai preadolescenti dell’epoca, avvicinandosi a tratti alle classiche tinte degli horror.
Notevole eccellenza di Ghostbusters II sono gli effetti speciali che, nell’epoca pre-computerizzata in cui è stato girato, sfruttavano divinamente prospettive forzate, miniature e fondali dipinti indistinguibili da paesaggi reali, ricreando soluzioni artistiche che appaiono perfettamente credibili nonostante l’età. Per quanto concerne le scelte musicali, è interessante notare come la colonna sonora abbia seguito da vicino l’evoluzione della società statunitense, abbandonando i ritmi sintetici di Ray Parker Jr. e degli Alessi Brothers per favorire l’incalzanti mode dell‘R&B e di Danny Elfman (qui presente con gli Oingo Boingo), passioni canore che avrebbe dominato gli anni ’90.
Come molti sapranno, Aykroyd e Ramis hanno passato gli scorsi due decenni a cercare di convincere il mondo – Bill Murray, in primis – a proseguire le vicende dei quattro scapestrati dottori (Winston si è laureato in egittologia successivamente allo scontro con Vigo, apparentemente), ma fino a pochi mesi fa pareva si trattasse di un progetto destinato a non vedere mai la luce; la sofferta dipartita di Harold Ramis ha smosso le acque, convincendo Hollywood a svecchiare la serie introducendo un nuovo cast e una nuova regia per rilanciare ciò che un tempo era stato grande. Le riprese inizieranno nel primo periodo del 2015 e più voci suggeriscono che lo staff tenterà di comprimere i tempi quanto basta per rilasciare il film prima delle prossime festività natalizie, rendendo questo capodanno, di fatto, l’ultimo in cui potremo visionare l’epopea dei ghostbusters così per come la ricordiamo.
-Walter Ferri-
Ghostbusters II: addio al vecchio
Isola Illyon
- Magnifici effetti speciali
- Non ne avremo mai abbastanza dei ghostbusters
- Bill Murray
- Impallidisce se paragonato al predecessore
- Eccessiva attenzione alla storia d'amore
- Bill Murray