“Korra: una ragazza come tutte le altre, un avatar come pochi.”
È sicuramente questo lo slogan rappresentativo del finale della serie di Avatar: The Legend of Korra che ha tenuto incollati ai teleschermi i tanti appassionati americani e non che, sin dai tempi del prequel sull’avatar Aang seguivano le avventure dei dominatori. Abbiamo seguito per quattro libri (così sono state chiamate le quattro stagioni di cui è composta la serie) le avventure di questa ragazza: l’abbiamo vista maturare e dove nel primo libro, Aria, sprizzava spavalderia da tutti i pori, nell’ultimo, Equilibrio, peraltro il più bello, la ritroviamo come una protagonista fragile, dalla tempra forte ma dalla mente confusa. È così che si apre questo quarto libro, con una Korra dai modi di fare totalmente diversi rispetto a come l’abbiamo conosciuta nei capitolo precedenti: quella ragazza gentile e simpatica di un tempo si è chiusa in se stessa e soffre per qualcosa che pensa di aver perso dopo l’esperienza traumatica dello scontro con il Team del Loto Rosso, in cui ha rischiato la vita e che addirittura per mesi l’ha costretta su una sedia a rotelle.
Una stagione impegnativa certo, non adatta al target della Nickelodeon, rete che ha distribuito la serie, dove l’azione passa in secondo piano e dove l’io del protagonista è appunto il fulcro di tutto. Addirittura gli autori vogliono talmente tanto portarci in questa condizione di ricerca di equilibrio che enfatizzano perfino il momento in cui Korra decide di tagliarsi i capelli, quasi a voler far nascere una nuova donna; la ragazza gentile e simpatica è cresciuta e non si pone più come una guerriera superba dal potere illimitato, bensì si mostra agli altri con tutta la sua fragilità, dimostrando che anche il più forte del mondo può cedere alle sue debolezze. Dopo aver scelto saggiamente di lasciare aperti i portali e aver permesso a spiriti e umani di vivere insieme, sono arrivati quindi nuovi nemici che hanno destabilizzato Korra, fino a farle perdere una delle cose più importanti che una persona deve avere: la fiducia in se stessi. È in quest’ampio mare di situazioni che vanno a concatenarsi che, all’inizio della quarta stagione, l’avatar cede alle proprie debolezze, comincia a fuggire per paura allontanandosi da tutto e tutti, mantenendo come unico contatto la sua migliore amica, Asami. In tutto il quarto libro si susseguono eventi che portano Korra a riprendere poi in mano la sua vita e il suo potere, grazie anche all’aiuto dei suoi amici che non l’hanno mai abbandonata (e i saggi consigli di vecchie conoscenze de La leggenda di Aang ) per arrivare al gran finale in cui la vediamo contro Kuvira, l’ultimo nemico. Tralasciando il combattimento finale che, come tutti quelli della serie, merita di essere visto e goduto per quanto sia dinamicamente bello, ciò che ha portato tutti i fan nel caos più totale è stato un finale un po’ particolare. Il “vissero tutti felici e contenti”, tipicamente fiabesco è urlato a gran voce nella serie. Ovviamente, il bene ha prevalso sul male e l’avatar è riuscita a salvare ancora una volta il mondo, ma a lasciarci di stucco in realtà è stata una insolita scena. Insolita poiché la Nickelodeon si occupa di programmi per bambini e sappiamo quanto in questo campo ci siano censure.
Veniamo al dunque. Un po’ tutti i romanticoni come me si aspettavano un finale dove il bel dominatore del fuoco Mako prendeva fra le braccia la “principessa avatar” e dopo un lungo bacio le confessava quanto non avesse mai smesso di amarla e quanto desiderasse stare con lei per tutta la vita. Infatti un po’ tutti probabilmente alla fine dell’ultimo episodio, quando Korra e Mako si sono ritrovati da soli, si aspettavano questo bacio e scommetto che c’era chi già piangeva (tipo me), ma Michael Dante Di Martino e Bryan Konietzko, i due creatori della serie, invece, hanno optato per qualcosa che lasciasse spazio ad altro, ma che soprattutto potesse lasciare il ricordo di The Legend of Korra nelle menti dei fan per lungo tempo. Il fatidico (e forse anche un po’ scontato) bacio della coppia chiamata dai fan “Makorra” non c’è stato; ci sono state delle profonde parole amichevoli fra i due, ma niente più, e l’ultimo episodio si è concluso in maniera del tutto inaspettata: Korra e Asami, dopo essersi confessate a vicenda, come due amiche, di quanto quest’ultimo periodo passato fosse stato terribile e di quanto non avrebbero potuto superarlo se non si fossero aiutate a vicenda, decidono di intraprendere un viaggio insieme nel mondo degli spiriti e così, in una suggestiva scena da far uscire comunque le lacrime, le due si tengono per mano e spariscono via nel portale degli spiriti.
Questa scena, ovviamente, ha portato anche infiniti dubbi. Amicizia e basta o qualcosa in più? Abbiamo tutti fantasticato, ma alla fine a darci una concreta risposta per questo finale così interrogativo, così pieno di interpretazioni, sono stati proprio gli autori che hanno confermato che l’intenzione era esattamente quella di far intendere che l’amicizia di Korra e di Asami si era evoluta in qualcosa di più profondo, e che proprio il loro partire insieme e attraversare mano nella mano il portale degli spiriti doveva essere la conferma che per tutto questo tempo, combattendo l’una al fianco dell’altra, si era stabilita una particolare connessione fra le due. Bellissimo, inaspettata conferma di quanto questo show televisivo abbia influenzato le nostre vite. È entrato nelle nostre case con la semplicità di un bambino come poteva essere Aang e ne è uscito con la maturità di un tema come è quello dell’omosessualità. Ma sin da subito si vedeva che non ci trovavamo di fronte ad una serie come le altre: aveva affrontato tematiche importanti come l’uguaglianza, la giustizia, il senso di libertà, il sentimento che porta alla ribellione, fino ad arrivare a quei temi che possono essere propri della nostra quotidianità come la perdita di una persona cara e uno stress post traumatico. Insomma, una serie che andava al di là di un semplice programma per bambini, affrontando tematiche anche molto dure tanto da essere definito dalla giornalista Johanna Robinson di Vanity Fair uno show sovversivo. Un complimento secondo gli autori, che possono ritenersi più che soddisfatti perché, come loro stessi hanno detto, sono riusciti a raccontare le avventure di Korra trattando temi molto importanti che ci toccano nel più profondo, portandoci alla riflessione indipendentemente dal sesso, età, razza, cultura, religione o orientamento sessuale.
In conclusione, quanto ci è dispiaciuto per il mancato finale da fiaba con principe e principessa abbracciati? Se Korra stessa ci ha insegnato qualcosa durante il suo percorso, dovremmo dire che in realtà questo finale è perfetto così come è. Sì, sicuramente è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ma in fondo credo sia più bello così, perché il coraggio dimostrato da quest’opera nel trattare tematiche così attuali con questa umiltà e con questo rispetto sia solamente da premiare. Ben vengano lavori come The Legend of Korra e, chi lo sa, magari – e la fan che è in me lo vorrebbe ardentemente, pur essendoci stato un così bel finale – possiamo ancora sperare in una nuova stagione di Avatar: Legend of Korra. Intanto diteci la vostra e fateci sapere qui sotto se vi è piaciuto!
– Alessia Bellettini –