Salve cari illyonisti! Siamo arrivati alla nostra ultima parte sulla rubrica di Berserk (se vi siete persi le precedenti eccole: Parte 1, Parte 2). Ci siamo avvicinati a Gatsu quando non era altro che un ragazzotto che sentiva la battaglia e ora lo ritroviamo nei panni di un guerriero anzi, più precisamente, nel capitano d’assalto dell’Armata del Falco Bianco. Oggi scopriremo però una brutta verità.
DISCLAIMER: Per evitare troppi spoiler questa rubrica sarà un riassunto/analisi degli ultimi episodi dell’età d’oro. Chiedo quindi scusa in anticipo se il riassunto non sarà esaustivo come nelle rubriche precedenti.
La Fine dell’Età D’Oro
Dopo la conquista di Dordrey, Griffis diventa ufficialmente un membro di spicco di tutte le Midlands; chiunque evoca il suo nome come salvatore del regno e sono in molti coloro che, invidiosi, pregano per una sua dipartita sul campo di battaglia. I Tuder, però, sembrano intenzionati a firmare una pace. In mezzo a quest’epoca di pace spunta la figura della regina delle Midland, una donna che ci ha visto lungo e che non vede di buon occhio l’ascesa di un plebeo a nobile. Questa donna, mistica e determinata, decide di far fuori Griffis utilizzando come capro espiatorio la nomina del Falco Bianco ad aristocratico, fallendo e venendo uccisa a sua volta dal piano della sua stessa vittima, spalleggiata da un Gatsu sempre più simile ad un cagnolino. Cagnolino al quale il collare, però, va stretto.
Nella sua progressione psicologica Gatsu capisce difatti che non sta facendo altro che “nutrirsi di un sogno che non è il suo” e, dopo aver fatto piazza pulita di tutti i collaboratori scomodi di Griffis, decide di andarsene. Al Falco Bianco, esattamente come un bambino viziato, la situazione non va bene; sta scappando il suo gioco preferito, pertanto i due si sfidano e questa volta è Gatsu a vincere, guadagnandosi una libertà che sarebbe stato in grado di guadagnarsi già da tempo. La sconfitta fa impazzire Griffis che, usando una terminologia volgare quanto esatta, manda a donne facili tutti copulando con la principessa Charlotte e facendosi scoprire come il peggior amante. Il Falco viene imprigionato e l’Armata dei Falchi viene sterminata; solo una piccola parte sopravvive (personaggi secondari inclusi).
Passano gli anni e Gatsu partecipa ad un torneo nel quale incontra uno strano guerriero orientale. Dopo averlo sconfitto con facilità viene a sapere della dipartita dei Falchi e, sospettoso, li cerca, trovando una Caska ora Generale e un’armata ben lontana dal suo passato splendore. I due, forse ora abbastanza vicini alla fine per smettere di fingere, si dichiarano l’un l’altro e fanno l’amore. Purtroppo, però, l’Armata dei Falchi ha perso il suo pilastro portante e nulla sarà più come prima. Il piano è semplice: salvare Griffis, tenuto prigioniero nella torre/segreta dove in precedenza si è svolta l’Eclissi (ma nessuno lo sa). Forti del loro capitano delle truppe d’assalto Caska e Gatsu, guidati da Charlotte in persona, entrano nella torre e trovano Griffis, portandolo lontano e affrontando mille pericoli (assassini orientali, eserciti sguinzagliati addosso e i Cani Neri). Griffis è ridotto ad uno straccio, calvo, senza lingua e inerme: ha montato addosso il casco che portava in battaglia come segno di sfregio, non ha più nulla.
Quando la folle corsa di un carro sfuggito al comando lo fa precipitare in una polla poca profonda l’ex Falco Bianco trova il bejelith che gli era stato portato via durante le torture e, pieno di rancore, esprime il desiderio che ha sempre avuto: diventare abbastanza potente da avere un proprio regno. Avviene, quindi l’Eclisse. L’armata dei Falchi viene sacrificata per il bene di Griffis a demoni e alla Mano di Dio, e Griffis rinasce come Phemt dalle Ali Nere. Uno ad uno i nostri eroi soccombono ai demoni, rimangono vivi solo Gatsu e Caska. Phemt, pieno di odio, stupra/copula con Caska, contaminando il figlio che le cresceva in grembo, il tutto tenendo Gatsu in prima fila, immobilizzato da un demone enorme che lo priva del braccio e lo acceca. La quantità di rabbia e odio cresce nello spettatore lettore ed io, umilmente, non posso pensare solo minimamente di poterlo narrare con la stessa completezza. È Skull Knight a salvare i nostri due eroi e a lasciare l’Inferno, o il Paradiso.
Gatsu si risveglia da queLl’incubo in una grotta di elfi che conosce: ad assisterlo Godor il fabbro e la figlia adottiva, assieme a Rickert, unico superstite dell’Armata dei Falchi. Caska ha perso il senno, regredito ad uno stato primordiale di istinti quali l’affetto e la paura. Gatsu non sa ancora cosa credere e vedere il suo amore così rovinato lo getta in una furia, per l’appunto, BERSERK. Dovrà combattere tutte le notti contro i demoni che ancora bramano il suo sangue perché, per l’appunto, marchiato come sacrificio.
Conclusioni
Terminata l’Età d’Oro al lettore resterà davvero poco da dire. Si limiterà a guardare il libro incredulo, ad arrabbiarsi e a sbraitare proprio come Gatsu. L’insieme di emozioni provate è inspiegabile, una sorta di rabbia crescente e implacabile che terminerà solo con la morte di Phemt, ora Dio perciò imbattibile. Il non poter far nulla sconvolge lo spettatore e lo turba, mettendolo davanti ad una potenza incalcolabile. Vi sono cose, però, che necessitano di essere analizzate in questo fumetto. Parliamo di due cose in particolare: il capitolo 83 e la fine di Berserk.
Il Capitolo 83 è la spiegazione di Dio. In questo capitolo, inedito perché censurato in praticamente tutto il mondo, si capisce che, nell’opera di Miura, Dio è L’Inferno. Dio è la parte umana dell’uomo ed è stato creato appunto da essi. Non v’è paradiso in Berserk: tutto termina con l’essere animale, tutto termina con violenza e solitudine. Dio/Inferno nasce per dare delle motivazioni agli uomini ed è nutrito dall’odio che gli uomini vogliono provare nel profondo di ognuno di loro. Il mondo non serve ad altro che a dare sfogo agli uomini.
Berserk, per alcuni, inizia e finisce con la fine dell’Età d’Oro. Questi due punti di vista dividono i fan in due schiere. La prima schiera è formata da coloro che pensano che Berserk sia l’Età d’Oro e che tutto ciò che è stato creato da Miura successivamente non sia altro che “allungare il brodo“. Berserk difatti in avanti perde il suo tono, passando quindi da storico/gore a dark fantasy. L’altra schiera pensa invece che Berserk cominci dall’Eclisse, e che l’Età d’Oro non sia altro che un immenso Flashback. Hanno in parte ragione anche loro, considerato che Gatsu nei primi capitoli ci viene mostrato già mondo e mezzo cieco.
Certo è che su questa serie posso solo dire una cosa: inimmaginabile.
E voi, cosa ne pensate? Cosa avete provato alla visione dell’Eclisse? Fatecelo sapere qui sotto!
– Yari Montorsi –