“Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l’umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula!“
Tenebroso, crudele ma al tempo stesso affascinante. Amato e temuto, il vampiro è una delle figure horror più famose e ricorrenti. Abbiamo letto di vampiri spietati sopraffatti dalla bramosia di sangue, e sappiamo di altri totalmente umanizzati tanto da frequentare scuole, camminare in pieno giorno grazie a particolari escamotage e affezionarsi e legarsi ad esseri umani. Insomma, ne abbiamo lette in tutte le salse di questi esseri sovrannaturali, ne sappiamo forse fin troppo, ma tutto fa capo alla geniale penna di chi ha scritto per la prima volta di loro: Bram Stoker.
Dracula è una figura intrigante, misteriosa e seducente. Lui è la sottile linea che c’è tra l’uomo e la bestia.
Vari adattamenti cinematografici sono stati fatti nel corso del tempo, alcuni anche recentissimi (vedi Dracula Untold), per non parlare di quelli che hanno fatto la storia e sì, sto pensando proprio al capolavoro datato 1992 di Francis Ford Coppola, che se ancora non avete visto… svolazzate subito a rimediare!
Oggi, dei tanti Principe delle Tenebre portati sul grande e piccolo schermo, parliamo di una serie Tv: Dracula, uscita nel 2013 (giusto un anno fa) e che vede come protagonista appunto il più famoso dei vampiri, interpretato da Jonathan Rhys-Meyers.
Alexander Grayson è un ricco imprenditore americano che arriva nella Londra vittoriana del diciannovesimo secolo per portare una ventata di novità all’interno di una società apatica: giovane, affascinante, galante, riscuote sin da subito un certo fascino tra le nobildonne. Ma chi è Alexander Grayson quando si guarda allo specchio, chiuso nella sua immensa villa? Beh, in teoria, se proprio vogliamo essere pignoli, la sua immagine non si dovrebbe neanche riflettere allo specchio, come il buon Stoker ci racconta attraverso le pagine del diario di Harker… Per chi ancora non lo avesse capito, Grayson è ovviamente Dracula!
In realtà la copertura “sociale” del nostro personaggio principale è quella di un ricco magnate arrivato a Londra per sensibilizzare la società del tempo a una nuova forma di energia rinnovabile, il geomagnetismo, considerata una totale innovazione e al tempo stesso anche una minaccia nei confronti dei ricchi londinesi che accrescevano i loro profitti grazie all’industria petrolifera (un chiaro tentativo di attualizzare la vicenda). L’ambiente raffinato e un po’ snob dell’alta aristocrazia inglese, all’apparenza tanto per bene, troverà il fare così “americano” del nostro protagonista quasi offensivo, per le sue idee di libertà e l’ambizione di cambiare la storia, tanto da arrivare perfino a boicottare i suoi progetti, fino a quando scopriremo che è composto dai membri di una setta segreta, l’Ordine del Drago, da secoli impegnata nella lotta contro i vampiri.
Ovviamente, in pieno Stoker-mode non manca la coppia formata da Jonathan Harker e Mina Murrey, anche se vedremo una serie di vicende che porteranno i due ad allontanarsi. Jonathan è un giornalista ambizioso, dalla mentalità chiusa in linea con l’epoca, sessista ed egoista, mentre Mina è una studentessa di medicina molto intelligente e talentuosa tanto da meritarsi il posto come assistente del suo professore, l’illustre Van Helsing, e che si allontanerà poco dopo da Harker perché attratta profondamente da Alexander.
Grayson è Dracula, ma secoli prima fu Vlad, un pover’uomo che ha visto morire la moglie davanti ai suoi occhi, uccisa proprio dall’Ordine del Drago. Van Helsing è un medico e professore universitario ma allo stesso tempo è stato anche lui come Vlad una vittima dell’Ordine del Drago, che ha torturato e ucciso moglie e figli davanti ai suoi occhi.
Mina è l’oggetto del desiderio di Alexander Grayson e in lei vive il ricordo della sua controparte, Vlad. E’ stata innamorata di Jonathan, che manipolato da Alexander finirà per trovarsi in una serie di situazioni che lo faranno allontanare definitivamente da Mina, che ferita si getterà fra i canini…ehm, volevo dire fra le braccia di Dracula!
La storia, sviluppandosi in dieci episodi che concludono la prima ed unica stagione (senza riconferma di alcun seguito), presenta diversi colpi di scena soprattutto a livello psicologico; questo almeno lo possiamo dire! Non c’è una chiara distinzione fra bene e male e questo intriga molto lo spettatore che è costretto per forza di eventi a cambiare totalmente l’idea iniziale che poteva essersi fatto di un personaggio. Van Helsing ad esempio, che vediamo come un uomo composto, un dottore, (sicuramente opposto a quello stokeriano considerata un po’ la nemesi di Dracula), è un uomo che soffre, che ha visto la sua famiglia morire e cerca di vendicarsi risvegliando Dracula e unendosi a lui, ma qualche episodio dopo lo vediamo commettere episodi spiacevoli infliggendo la stessa sorte toccata ai suoi figli ai bambini di uno degli esponenti dell’Ordine del Drago: dove è finito quindi quell’uomo perseguitato e sottomesso dal dolore che tanto ci inteneriva e consideravamo una povera vittima? E la stessa cosa possiamo dire di Jonathan Harker, brillante giornalista, ambizioso, e follemente innamorato di Mina, che poi però si ritrova addirittura a giacere nello stesso letto con la migliore amica di Mina, Lucy, per gelosia e vendetta, ormai trasportato dagli eventi e manipolato da Grayson (odio profondo per questo personaggio). Nel complesso cosa possiamo dire di questa serie? I personaggi si sviluppano, come già detto, a livello psicologico: evolvono. E questo è un bene. Ma poi cosa altro è Dracula?
È una serie dalle belle idee sicuramente, che poi però sono state sviluppate male. Assistiamo allo struggente desiderio che ha Alexander/Dracula nei confronti di Mina in relazione (con tanto di somiglianza!) a una donna che Vlad ha amato tempo prima, ma il suo personaggio quanto ha della figura spietata del vampiro? Sostanzialmente poco e nulla.
I vampiri sono sempre stati i figli della notte e, come Stoker scriveva, appena calato il tramonto Dracula era lì pronto a uscire dal suo castello arrampicandosi sulle mura per scendere e andare a caccia… E il nostro Meyers che fa invece, chi è? È un’ispirazione poco riuscita del Dracula di Coppola (si innamora di Mina che, anche nel film di Coppola, è la reincarnazione della sua defunta moglie) e del capostipite letterario di Stoker. Lui odia la notte, perché lo limita, lo tiene distante dalla donna che ama (e questo potrebbe anche essere lodevolmente romantico) tanto da farsi aiutare da Van Helsing a creare un siero che può permettergli di resistere al sole senza che la sua pelle bruci. È praticamente un Dracula che vorrebbe esser tutto, salvo che Dracula. Per giunta un Dracula “politically correct”, infatti lui non vuole mai uccidere (lodevolmente cristiano e caritatevole da parte sua), a dispetto della sua natura vampiresca. Ma dov’è il cacciatore di sangue? Niente: salvo qualche imprevisto estremizzato, in questa serie abbiamo Ghandi con i canini. Se, quando si parla di vampiri, non aspettiamo altro che assistere alla famosa scena del “bacio” in cui il vampiro non si nutre solo del sangue, ma anche dello spirito, dell’anima con tanto di ricordi, qui non c’è nulla di tutto questo. Il romanticismo di questa figura gotica è omesso, così come la bellezza della notte, il suo profumo, il momento della caccia, la scelta della preda… Insomma, non aspettatevi il magico contesto a cui è legato questo essere perché tanto non ci sarà.
Vogliamo parlare della “sapiente” scelta di lasciare i nomi originali dell’opera di Stoker? Un totale bluff. Non c’è alcun personaggio che possa corrispondere all’originale stokeriano, non che noi di Illyon odiamo i liberi adattamenti, per carità. Ma a tutto c’è un limite! Si tratta di semplici omonimi e niente più.
A concludere la solfa negativa, oltre a un combattimento finale tra Dracula e uno dei cacciatori di vampiri (una cacciatrice, per l’esattezza, che per tutto il telefilm non aveva capito una cippa su chi fosse realmente Grayson… una tipa sveglia insomma!) ingaggiati dall’Ordine del Drago che rasenta il ridicolo (due omini LEGO avrebbero combattuto con più azione, dinamicità ed eleganza), c’è una fine che apre le porte timidamente a un possibile proseguo che vede un Van Helsing, alleato di Dracula per tutta la serie, passare, dopo la sconfitta dell’Ordine del Drago, al lato oscuro… Più oscuro di quanto fosse già quello di Dracula! E unirsi ad Harker per partire alla caccia al vampiro! Finalmente, giusto alla fine, ci danno un pizzico di stokerianesimo! Abbiamo aspettato dieci episodi e finalmente c’è un esile richiamino alla storia originale, peccato che la seconda stagione non sia neanche stata confermata!
Ci chiederete allora: perché dobbiamo vederlo se ci sono così tante cose che fanno storcere il naso?
Il segreto è vederlo per quello che non è! E’ una bella serie tv, di puro intrattenimento, che mostra degli aspetti interessanti e positivi, ma che è lontana dalla figura universale del vampiro, che qui è interpretato semplicemente in chiave diversa. Certo, come ogni cosa ha i suoi difetti, non grida al capolavoro, per quello dobbiamo spostarci verso altri lidi.
Nel complesso Jonathan Rhys-Meyers è un bravo attore e fa bene il suo lavoro, interpretando il personaggio che gli è stato assegnato. È un non-Dracula che fa il non-morto, desiderando di non esser morto (mica robetta da tutti i giorni!).
– Alessia Bellettini –
Dracula – la serie TV: quando l’uomo d’affari ha i canini affilati
Isola Illyon
- Personaggi ben sviluppati e profondi;
- Buona ricostruzione scenografica della Londra vittoriana;
- Jonathan Rhys Meyers
- Figura di Dracula stravolta in un personaggio buonista e privo di mordente (gravissimo per un vampiro);
- Storpiatura caricaturale dei personaggi di Stoker;
- Storia traballante e trama piena di clichè;
- Jessica De Gouw nel ruolo di Mina sottotono;
- Poco coinvolgente;