DISCLAIMER: il presente articolo presuppone la conoscenza dell’universo di Mass Effect, ma pretende di essere fruibile anche dai neofiti della serie. Tuttavia, per ragioni logiche e logistiche, contiene LEGGERISSIMI SPOILER (relativi, ad esempio, ad alcune romances e ad altri sbocchi narrativi secondari), per cui chi volesse restarne del tutto immune farebbe bene a fermarsi qui.
A vederli possono sembrare mingherlini e debolucci, ma le apparenze ingannano: anche un guanto di velluto può celare un pugno di ferro. I Quarian sono una delle tante specie aliene, perfettamente caratterizzate, che costellano l’Universo della saga di Mass Effect: compaiono fin dal primo capitolo, e diventano man mano più importanti con il progredire della storia. Umanoidi, in media leggermente più bassi degli umani, si riconoscono per la conformazione di mani e piedi (che presentano tre dita), per un bacino piuttosto largo e… per l’onnipresente maschera.
I Quarian sono originari di Rannoch, un esopianeta particolarmente arido, con una scarsa copertura oceanica, che segue un’orbita parecchio ravvicinata alla piccola stella arancione che gli fa da sole, Tikkun. C’è un profondo senso di romantica perdita nella memoria di questo popolo: già il nome del pianeta, nella lingua aspra parlata dai Quarian – filtrata dal microfono delle maschere e caratterizzata da consonanti e parole tronche – significa “Giardino murato”, come ad enfatizzare l’importanza della vita vegetale in un mondo che, senza le poche piante esistenti, non potrebbe sopravvivere.
Il nome del pianeta dei Quarian, però, ha anche un che di profetico. Rimanda all’idea di un Eden perduto per sempre, un paradiso dimenticato. Questi alieni, infatti, si sono da sempre distinti per il loro amore ed il loro talento nello sviluppo delle più estreme tecnologie: uno dei massimi prodotti dell’intelletto dei Quarian sono i Geth, una razza di androidi talmente avanzata da raggiungere l’autocoscienza. Purtroppo questa tappa ha rappresentato anche la rovina dei Quarian: formando un’intelligenza collettiva, “ad alveare”, i Geth hanno unito le forze contro i loro creatori e li hanno costretti ad abbandonare il pianeta natio, a rifugiarsi nei ventri metallici della Flotta Migrante e a divenire un popolo nomade. Da questa sconfitta epocale, risalente a circa trecento anni prima degli eventi narrati nella trilogia originale di Mass Effect, ha inizio il loro pellegrinaggio infinito, il loro vagare senza meta per una Galassia sconfinata.
Il nomadismo è, per l’appunto, una delle caratteristiche imprescindibili dei Quarian, per come si presentano agli occhi del comandante Shepard, sfaccettato protagonista della serie videoludica, nel futuribile Ventiduesimo Secolo. La maggior parte delle altre specie della Via Lattea li disprezza, li tiene a distanza, giungendo addirittura a vietare alle loro navi di sbarcare sui propri pianeti o preferendo “corrompere” la loro Flotta perché getti l’ancora (in senso figurato, s’intende) da tutt’altra parte. Giudicati – più o meno ingiustamente – nullafacenti, ladri e vagabondi, i Quarian faticano a trovare un posto nella Galassia. Gitani dello spazio, portano con sé una cultura misteriosa, plasmata dal distacco dagli oggetti materiali e da un bagaglio ricchissimo di canti e danze esotiche. La loro Weltanschauung è incentrata sul concetto di sopravvivenza: la sopravvivenza del singolo, da imparare nel corso di una vita di stenti; la sopravvivenza del gruppo (a seconda dei casi i compagni di viaggio, la nave, la Flotta), da mettere al primo posto in assoluto. I Quarian, a causa degli spazi ridotti, non possono permettersi di mantenere dei prigionieri e puniscono il tradimento della Flotta Migrante con l’esilio perpetuo.
I giovani Quarian affrontano riti di passaggio legati al concetto di sopravvivenza: quello fondamentale è il Pellegrinaggio, una sorta di esilio forzato in cui il pellegrino viene rifornito di una manciata di crediti e allontanato dalla nave, costretto a vagare per l’intera Galassia. Potrà fare ritorno alla Flotta Migrante solo quando, nel corso del Pellegrinaggio, avrà trovato un dono da fare al comandante della nuova nave, che ne valuterà il pregio e sarà libero di accettare o rifiutare il nuovo arrivato. Il pellegrino non potrà, però, fare ritorno alla nave di partenza, ma sarà obbligato a sceglierne una nuova: una pratica che, probabilmente, mira a scongiurare il pericolo di endogamia, cioè di accoppiamento fra Quarian nati sulla stessa nave e quindi, in definitiva, imparentati. Purtroppo proprio il Pellegrinaggio alimenta in massima parte la cattiva reputazione di questi alieni: per tanti che fanno ritorno alla Flotta Migrante, non mancano giovani Quarian che si smarriscono, spendono tutti i loro averi, vengono derubati e si ritrovano a mendicare, a fare lavoretti ai limiti della legalità o, nei peggiori dei casi, a rubare. Da qui il pregiudizio, radicato in tutta la Galassia, che li vuole dediti solo al crimine.
Ma cerchiamo di svelare il mistero della tuta pressurizzata e della maschera: perché i Quarian ne hanno talmente bisogno da non spogliarsene mai? La ragione è da rinvenirsi, ancora una volta, nell’esilio dal pianeta Rannoch. Costretti a vivere per tutta l’infanzia, generazione dopo generazione, a bordo delle loro carrette spaziali, a respirare aria filtrata e depurata dai sistemi di sostentamento vitale della Flotta, i Quarian hanno compromesso in maniera irrimediabile il loro sistema immunitario, divenuto delicatissimo. Da qui deriva anche la necessità continua di assumere antibiotici, come la compagna di viaggio Tali’Zorah, combattente tenace ed esperta di informatica aggiunta all’equipaggio della Normandy, sarà costretta fare se il nostro comandante Shepard sceglierà di farla entrare nel suo cuore… e nel suo letto. Poi però non stupitevi se si lamenterà di aver beccato un raffreddore: non significa che avrà rimpianto la sua scelta!
Con tutti i loro pregi e difetti, i Quarian rappresentano una delle forze più importanti con cui il comandante Shepard dovrà scontrarsi – o venire a patti – nel tentativo di salvare la Galassia dai Razziatori.
E voi, Isolani, come la pensate? Siete affascinati da questa specie o condividete il pregiudizio delle altre razze? Meglio un morto in casa che un Quarian sull’uscio? Che riflessioni vi suscita la condizione di questa specie aliena? Il vostro Shepard ha mai avuto una romance con una Quarian (una a caso)? Fatecelo sapere nei commenti!
– Stefano Marras –