Nella notte dei tempi, prima che tutto fosse, avvenne qualcosa.
E poiché non era mai successo, fu una cosa nuova, l’uomo se ne meravigliò e la volle raccontare. Cominciò allora il lungo peregrinare della storia, di bocca in bocca, ma sempre meno nuova, sempre più stanca e conosciuta.
Per farla più leggera, l’uomo le costruì due ampie ali di incanto e mistero; e la storia prese quota, e cambiò colore. Così nacque il fantasy.
Tanto antica è l’alba del genere, come antica è la memoria dell’acqua. Prova ne sia l’antichissima leggenda sui quattro più grandi fiumi della Cina.
Molto tempo fa, in Cina non esistevano né fiumi né laghi. La pioggia cadeva di tanto in tanto sui raccolti, ma l’unico bacino d’acqua era il Mare d’Oriente, dove vivevano i quattro re dragoni: il Dragone Nero, il Dragone Lungo, il Dragone di Perla e il Dragone Giallo (che farà dono del segreto della scrittura all’Imperatore Fu Hsi).
Come ogni cosa in terra e in mare, essi erano sottoposti all’Imperatore di Giada, che viveva con la sua corte nella residenza celeste, oltre le nubi, e da lì vegliava sulle vicende terrene.
Un giorno che i quattro dragoni si erano levati in volo dalle acque, il Dragone di Perla notò all’improvviso qualcosa di strano sulla Terra: gli uomini erano diventati magrissimi, perché la pioggia non cadeva da tempo e i raccolti avvizzivano. Il Dragone di Perla vide gli uomini invocare l’Imperatore di Giada innalzando al cielo frutti, dolci e altre offerte.
“Oh, grande Imperatore di Giada”, implorava una donna minuta con un bambino in braccio, “ti prego, mandaci la pioggia così che possiamo coltivare il riso per sfamare i nostri figli!”. Il Dragone di Perla fece notare la circostanza agli altri re dragoni, che si mostrarono molto preoccupati. “Questa povera gente morirà di sicuro se non pioverà al più presto” esclamò il Dragone Giallo. “Dobbiamo chiedere subito aiuto all’Imperatore di Giada” suggerì il Drago Lungo.
E così, i quattro dragoni si proiettarono fra le nuvole, diretti alla residenza celeste dell’Imperatore.
Quando giunsero al palazzo, l’Imperatore di Giada, che stava ascoltando una melodiosa musica di fate, si mostrò infastidito nel vederli.
Il Dragone Lungo si fece avanti dicendo: “Maestà, vi prego di mandare la pioggia sulla terra al più presto, perché i raccolti stanno avvizzendo nei campi”.
L’Imperatore, che non desiderava essere distolto dalla sua musica, finse di accogliere la richiesta.
“Certo, va bene”, rispose. “Tornate sulla Terra, domani manderò la pioggia.”
I quattro re dragoni, confortati dalla risposta, fecero ritorno sulla Terra. Trascorsero, però, quasi due settimane senza che una goccia di pioggia cadesse sui raccolti. Gli uomini erano ormai così affamati da essere costretti a cibarsi di erba e radici.
I quattro re dragoni si rattristarono nel constatare che l’Imperatore di Giada non aveva prestato attenzione ai problemi del popolo cinese. Decisero di trovare una soluzione e, alla fine, al Dragone Lungo venne un’idea, mentre scrutava il Mare d’Oriente.
“Quanta acqua c’è nel mare dove viviamo!” disse. “Perché non la usiamo per aiutare gli uomini? Possiamo raccoglierla e spruzzarla dall’alto del cielo, come tante gocce di pioggia!”
Gli altri tre dragoni furono d’accordo, ma sapevano che l’Imperatore si sarebbe adirato se lo avesse scoperto.
“Io, comunque, sono ben felice di rischiare l’ira dell’Imperatore”, esclamò il Dragone Giallo.
“Anche noi”, convennero il Dragone Nero e il Dragone di Perla. “Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare gli uomini”.
Così, i quattro re dragoni cominciarono a raccogliere l’acqua del mare nelle loro bocche e a portarla lontano, rovesciandola sulle campagne. Gli uomini, felici per l’arrivo della pioggia, uscirono in strada e si misero a ballare per la gioia.
Presto, il riso e il grano dei campi riacquistarono il loro aspetto florido.
Ma il dio del mare, che aveva osservato l’operato dei quattro re dragoni, riferì l’accaduto all’Imperatore di Giada.
Infuriato perché i quattro dragoni avevano agito senza il suo permesso, l’Imperatore convocò immediatamente i propri generali celesti con le loro truppe perché li arrestassero.
I quattro re dragoni vennero condotti nella residenza celeste dell’Imperatore.
“Portami quattro montagne” ordinò l’Imperatore al dio delle montagne. “Questi quattro draghi devono essere puniti!”
Così il dio delle montagne radunò quattro altissimi monti e li schiacciò sui draghi, uno per ogni regione della Cina.
La storia, per fortuna, non finisce qui, perché i quattro re dragoni erano ben decisi a fare tutto il possibile affinché gli uomini non restassero più senz’acqua. Si trasformarono perciò nei quattro fiumi principali della Cina, uno per ciascuno dei quattro monti.
Il Dragone Nero divenne l’Heilung Kiang nell’estremo nord, il Dragone Giallo si trasformò nello Hwang Ho o Fiume Giallo nel centro, il Dragone Lungo nel Chang Jiang detto anche Fiume Azzurro, il più lungo dell’Asia, nel sud, mentre il Dragone di Perla divenne lo Xi Jiang, detto anche Fiume di Perla, nell’estremo Sud, che scorrono in Cina ancora oggi.
Naviganti d’acqua dolce, il nostro viaggio per ora termina qui, ma tenetevi sempre pronti a ripartire: lo spirito del fantasy si annida nella natura di tutte le cose ed il bravo Illyoner non si risparmia mai quando si tratta di avventure!
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