Come i leggendari Ainur da cui trae il nome, descritti da Tolkien come potenze superiori che incarnano i vari aspetti della creazione, così questa band tutta italiana mescola musica progressive, classica, folk con del moderno prog metal. Il gruppo ha all’attivo quattro album: From Ancient Times (2006), Children of Hurin (2007), Lay of Leithian (2009), e The Lost Tales (2013); tutti concept album ispirati al Silmarillion di Tolkien, ovvero album che riprendono la scansione degli eventi e dei capitoli del libro trasponendoli in brani musicali, con la trama del classico tolkieniano sullo sfondo come fil rouge dell’intera opera. Attualmente il gruppo è formato da un collettivo di 17 musicisti, fra classici, elettrici e cantanti, mentre tutti i testi sono scritti da Wilma Collo, insegnante di inglese.
Scambiamo quattro chiacchiere con Marco Catalano (uno dei fondatori e compositori) che presta tastiere, percussioni e voce al gruppo:
Ciao Marco e benvenuto su Isola Illyon! Per chi ancora non vi conoscesse, raccontateci un po’ le vostre origini: come e quando nascete, e quale è stato l’impulso che vi ha portato a formare un gruppo così originale come gli Ainur?
E’ una lunga storia, ma per essere sintetici, diciamo che il gruppo nasce nel 2004 dopo che io, mio fratello e un gruppo di amici musicisti abbiamo creato questo ensemble ispirati dal mondo di Tolkien e dal libro Il Silmarillion. La passione per Tolkien era già presente da diverso tempo e l’uscita dei tre film sul SdA ci ha dato ulteriore spunto per il nostro lavoro.
Come si è evoluta la vostra line-up nel tempo, fino ad includere tanti musicisti dai percorsi artistici così diversi?
Hai presente l’amico dell’amico del tuo amico? Beh, più o meno è andata così. Volevamo creare una musica originale anche nello stile e quindi con strumenti diversi, da quelli elettrici a quelli acustici o classici. E soprattutto volevamo sperimentare con voci e timbri differenti. L’ensemble si è formato alla fine del 2004 e a gennaio 2005 abbiamo fatto i nostri primi concerti.
Al posto della ormai inflazionata domanda sulle sonorità che vi hanno influenzato, butto lì una serie di nomi, e voi ci dite quali e cosa vi fanno venire in mente, in completa libertà: Led Zeppelin, Blind Guardian, Dream Theather, Mike e Sally Oldfield, Alan Parsons Project, Rush, Styx, Enya, King Crimson.
Blind Guardian, la potenza e l’energia del metal abbinato ad una storia fantasy. Dream Theater, uno dei miei gruppi preferiti da sempre, completi, potenti e grandi compositori. Enya: molto poetica e rilassante. King Crimson: non di facile ascolto ma sicuramente innovativi ed affascinanti, soprattutto i primi anni.
I vostri concept album, ad oggi, riguardano quasi esclusivamente le vicende narrate nel Silmarillion, o comunque sono riconducibili alla Prima e alla Seconda Era. Qual è il motivo che risiede dietro questa preferenza per il “Pentateuco” della Terra di Mezzo?
Personalmente credo che Il Silmarillion, e quindi le prime ere tolkieniane siano le più epiche e fantastiche di tutte. Ci sono migliaia di anni di storia e così tanti personaggi interessanti che non si può non comporre musica a riguardo.
Sarà possibile ascoltare nel prosieguo della vostra carriera un concept riferito alla Terza Era, magari riguardante Il Signore degli Anelli o Lo Hobbit?
Probabilmente si, anche se la strada è lunga…
Pensate in futuro di adottare qualche altra formula per i vostri album, o di continuare con la modalità artistica del concept?
Noi cerchiamo di raccontare delle storie in musica, quindi credo che il concept sia la scelta più adeguata per questo genere di percorso, anche se credo che il nostro potrebbe chiamarsi soundtrack-concept, ovvero una sorta di colonna sonora della storia.
Una domanda extramusicale: negli ultimi dieci-dodici anni l’immaginario tolkieniano è stato sconvolto dal genio cinematografico di Peter Jackson: finalmente è possibile, piaccia o no, vedere materializzati luoghi, bestie, personaggi, costumi che ci era dato prima solo immaginare. Complessivamente è stato un bene o un male, secondo voi?
Da appassionato e laureato in cinema, credo sia stato un bene. Sia ben chiaro, il libro è un’altra cosa, ed è la fonte della nostra immaginazione su Tolkien. Ma nessuno di noi sarebbe in grado di dare forma al mondo tolkieniano da un punto di vista cinematografico, perciò trovo meraviglioso il lavoro che ha fatto Jackson e la sua Weta. Hanno reso alcuni elementi dei libri esattamente come mi aspettavo nel SdA e lo stesso con lo Hobbit.
Siete attualmente al lavoro sul vostro nuovo concept album, “Wars of Beleriand”. Al di là delle vicende evocate, potete anticiparci qualcosa circa le sonorità e la direzione artistica intraprese per questa nuova produzione? E’ già prevista una data di uscita di massima?
Sarà brutalmente prog-metal!! Siamo già al lavoro da diversi mesi ma adesso potremo concentrarci al meglio solo su questo album. Ci saranno lunghe suite, brani strumentali e brani decisamente più metal del solito. Credo che entro il 2015 uscirà…
Forse non avrete mai la fortuna di comparire sulla copertina di Rolling Stone (mai dire mai!), ma è indubbio come abbiate ormai raggiunto una vigorosa notorietà, estero compreso. Vi sentite “arrivati”, artisticamente parlando, oppure intendete imboccare direzioni ancora inesplorate con la vostra musica?
Gli Ainur sono un gruppo anomalo, di un genere di nicchia in un mondo musicalmente saturo. Personalmente non mi interessa “arrivare”. Mi interessa esprimermi come meglio credo, senza seguire mode o filoni musicali. Ognuno di noi fa altri lavori nella propria vita anche se alcuni fanno i musicisti di professione. La nostra è una realtà un po’ immacolata e ci piace che lo sia.
Ringraziamo Marco per la disponibilità e auguriamo a lui e agli Ainur una lunghissima produzione musicale, magari un’intera Era, sempre nella meravigliosa Arda! Non dimenticate di fare un salto sul loro sito e sulla loro pagina Facebook.
– Luca Tersigni –