Per questa volta eviterò di fare una prolissa introduzione al gioco, proprio in onore di questo titolo. Questo perché Volgarr the Viking, sviluppato da Crazy Viking Studios e finanziato via Kickstarter, è un titolo action-platform duro e crudo di quelli che non se ne vedevano da anni e che, in tutto e per tutto, sembra essere uscito dal cabinato di una sala giochi degli anni ’80.
In questo gioco, infatti, tutte le semplificazioni ed i fronzoli tipici dei titoli moderni sono stati eliminati, a partire dalla trama: avviato il gioco verremo catapultati direttamente nel vivo dell’azione, con un’introduzione narrativa non troppo chiara in cui vedremo Odino in persona riportare alla vita il defunto Volkgarr, il quale, immediatamente, partirà per la sua imprecisata missione; da qui in avanti la trama non subirà ulteriori avanzamenti, a meno che i giocatori non riescano a raggiungere uno dei possibili finali del gioco, che chiariranno (?) in parte le vicende.
Dopo questa breve introduzione inizieremo quindi la partita, con un Volkgarr appena riesumato e pronto a maciullare con la sua spada qualsiasi nemico gli si parerà davanti; ed i nemici da affrontare saranno davvero tanti: si va dagli uomini lucertola ai giganti corazzati, passando per insetti di vario tipo, piante mangia uomini e chi più ne ha più ne metta! Non saranno solo i nemici, però, ad intralciare la strada del vichingo: il suo cammino verrà ostacolato anche da terribili trappole nascoste, palle di fuoco, burroni senza fine, nonché passaggi obbligati su piattaforme mobili ed instabili o corde e catene, proprio come nei grandi classici del genere.
Visto così il gioco potrebbe sembrare facilmente giocabile, ma credetemi, non è affatto così, dato che il livello di difficoltà del titolo è veramente, ma veramente elevato, per tanti motivi.
Innanzitutto il nostro vichingo non sarà molto resistente ai colpi: all’inizio di ogni partita, infatti, egli sarà equipaggiato solo con una spada, delle lance, le quali potranno essere utilizzate sia come arma che per formare piattaforme su cui salire (se lanciate contro un muro), ed uno scudo di legno, il quale si romperà dopo aver parato un paio di colpi, ed un singolo colpo infertogli provocherà la morte del nostro eroe. Naturalmente la resistenza ai colpi del nostro eroe potrà essere aumentata, in un modo simile a quello presente nel vecchio Ghosts’n Goblins: lungo i livelli, magari all’interno di uno dei vari scrigni del tesoro, sarà possibile reperire dell’equipaggiamento extra per il vichingo, tra cui uno scudo in metallo capace di parare tutti gli attacchi, un elmo che dona al nostro eroe un punto vita aggiuntivo ed infine un’utilissima lama infuocata, che aumenta i danni ed il “range” della spada base. Oltre a questi power-up i giocatori potranno trovare, all’interno delle aree segrete nei livelli, anche il mitico Mjollnir, arma magica dal mistico potere.
In secondo luogo la possibilità di salvare i propri progressi sarà rasente allo zero: l’unico modo per “salvare” consiste, infatti, nell’attraversare il checkpoint di metà livello presente in ogni mondo, altrimenti ogni volta che verremo sconfitti dovremo necessariamente ricominciare lo stage dall’inizio; e non è finita qui, in quanto se in preda ad una crisi di nervi chiuderemo la partita, riaprendo il gioco scopriremo, con nostro terrore, che il gioco non ha salvato alcun progresso del nostro avanzamento, costringendoci a ricominciare dal primo livello!
Il gioco si compone di 5 livelli, ognuno diviso in due parti, con tanto di checkpoint a separare la prima parte dello stage, spesso ambientato in un esterno, dalla seconda, ambientata in un interno; lungo i livelli, come già detto, dovremo dare il meglio di noi stessi per evitare che i nemici ci facciano a fettine e cercare di accumulare il set completo di armatura ed il numero di monete d’oro più alto possibili ( in modo tale da segnare lo score più alto, proprio come nei vecchi coin-op), oltre alle sfere magiche con cui potremo accedere a livelli bonus dopo aver sconfitto il boss di fine livello (tra l’altro spesso e volentieri particolarmente ostico, che riusciremo a sconfiggere solo dopo aver elaborato la giusta strategia di combattimento).
Beh questo è, più o meno, tutto quanto è necessario sapere su Volgarr the Viking; parlando fuori dal gioco, il titolo risulta particolarmente interessante, sia per l’elevato livello di difficoltà, che per la grafica e le colonne sonore, uscite, come già detto, dagli anni ’80: ogni dettaglio, sia esso legato alla grafica dei personaggi, agli scenari, alle musiche o agli effetti sonori, infatti, trasporterà sicuramente i giocatori di vecchia data direttamente agli albori dei videogiochi, rievocando alla mente piacevoli ricordi.
Io, personalmente, non sono ancora riuscito a superare il secondo livello del gioco (non sono abituato a livelli di difficoltà così elevati, altro che Dark Souls!) ma, sicuramente, con perseveranza e dedizione, riuscirò prima o poi a giungere ad uno dei vari finali possibili per il titolo.
E voi, invece, ci avete giocato e siete riusciti a finirlo? Oppure dovete ancora giocarlo e siete curiosi di cosa vi si parerà davanti? Ditemi la vostra!