Un week-end a cavallo di maggio e giugno vede i prati di Rozzano vivacizzarsi con maghi, cavalieri e ninja: un viaggio rurale nella fantasia.
Da anni, l’ambiente fieristico-ludico lombardo procede con passo implacabile verso una china di crudele materialismo. Gli spazi adibiti a mostra sembrano divenire angusti e torridi col passare delle edizioni, l’affitto delle bancarelle raggiunge costi esorbitanti che fanno desistere i piccoli negozianti o li spingono a condividerne la sofferenza facendo lievitare i prezzi della propria merce, le gare cosplay sono avvelenate da maliziosi antagonismi e divengono teatro di malignazioni tanto aggressive da poter fornire nuovi spunti a Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos… situazioni dove, insomma, non sempre si assiste alle più elevate vette della civiltà umana e che possono riservare momenti di amarezza.
Poco distante dal logorio della vita moderna, tuttavia, si trovano Rozzano (comune a ovest del capoluogo meneghino) e la Cascina Grande che, per il secondo anno consecutivo, fanno da scenario all’evento noto come Rozzano in Fantasy. Nulla da temere, però, della cascina è rimasto solo il nome! Le sue rifiniture di mattoni in cotto sono state convertite già da tempo all’uso urbano di biblioteca /centro culturale, mentre le deserte stalle, ormai mancanti di equini, sono state reinventate come improvvisati depositi di scope volanti marca Nimbus. Onore e gloria per la riuscita dell’evento sono da attribuirsi ai ragazzi del Convivio d’Arte – un’Associazione Culturale di buone speranze che organizza serate ricreative e accoglie sotto la sua ala individui legati alle arti -, i quali si sono impegnati al massimo per radunare tutti coloro felici di ritagliarsi uno spazio per esprimere le personali peculiarità e presentarle in modo adeguato. Primi, sia in ordine geografico che in quello di appariscenza, sono i maghi e streghe che hanno disertato la nebbiosa terra di Albione per favorire quella piana della Padania, annunciando il loro raduno con un fragoroso campanaccio percosso sin dal varco di ingresso. Selezione della casa di appartenenza consultando un cappello parlante, lezioni di magia applicata e dinamico combattimento contro i mangiamorte, tutto rispecchia il mondo narrato nella saga di Harry Potter con l’eccezione delle caratteristiche sventure che tendono ad affliggere gli studenti di Hogwarts (per questioni di noiose norme legislative, non è stato infatti possibile evocare entità innominabili che sterminassero i ragazzi più promettenti).
Altrettanto professionali, ma diversamente fantasy, sono i componenti della Compagnia della Penna e della Spada e quelli della Compagnia de’ Viaggiatori in Arme – CdViA, per gli amici – che sin dalla prima mattina hanno attrezzato il campo per accoglierei scudieri e apprendisti da introdurre all’arte del combattimento medioevale. A più ondate individui corazzati si sono sbracciati per catturare l’attenzione di energici volontari e istruirli nell’arte della scherma o ad altre tecniche meno cavalleresche che, tuttavia, consentiranno loro di emergere vittoriosi nel probabile caso si trovassero a fronteggiare energumeni difesi da pesanti armature di piastre. Alternativamente agli allenamenti per adulti, toccava ai più piccoli scendere alle armi (lignee) e riprodurre le coreografie belliche con cui venivano ammaliati, intraprendendo senza neanche accorgersene la lunga e irta via della spada. A intrattenere coloro che hanno ritenuto superflua questa forma di addestramento (evidentemente non hanno mai visto il film “Highlander”) o si sono trovati a cedere al desiderio di poltrire in un verdeggiante prato campestre ombreggiato da dolci fronde incontaminate, ecco che si manifestano le sgambettanti e attraenti pulzelle della Kalenda Maya Danze che con i balli sfrenati dei magnifici anni 1200 rimandano alla nostalgia dei tempi in cui Papa Innocenzo III era sulla cresta dell’onda.
In secondo piano, ma immancabili, sono anche i cosplayer con rispettiva gara. Prendendo in considerazione che Rozzano in Fantasy non è nato nell’ottica dell’incitare le folle a vestire indumenti di anime&manga, non sorprende che dimensioni e qualità della competizione siano contenuti e umili, ma questo permette ai partecipanti di godere di un’ambiente rilassato e amichevole. Tra protesi giganti e accessori ricreati con dovizia di particolari si scorgono anche individui che, più modestamente, si difendono con manici di scopa o scudi di cartone senza però incorrere in alcuna forma pregiudiziale. Altrettanta apertura è stata garantita ai neofiti dei Giochi di Ruolo che hanno avuto modo di farsi le ossa approfittando di un torneo atto a stabilire quale fosse il migliore GameMaster del circondario o esplorando le informali, ma grandemente godibili, sessioni di gioco live gestite dai ragazzi di Mordi e Fuggi II.
Protetti dall’ombra del sottoportico, tra infiniti match di Krosmaster Arena e triangolari scacchiere trekkie, è possibile tergiversare allegramente prendendosi il tempo per analizzare ogni banchetto e il corrispondete portavoce; autori desiderosi di presentare i libri in uscita, artisti che prosciugano decine di penne BiC scarabocchiando su fogli A4, artigiani che mostrano con entusiasmo la bigiotteria creata nottetempo dopo essere stati incantati dall’ultimissimo film Disney, associazioni che pazientemente mettono a disposizione rompicapi nonostante i maleducati che gli boicottano l’esposizione lasciando in disordine (mea culpa), senza poi menzionare gli onnipresenti negozietti di giochi&accessori che popolano regolarmente questo genere di realtà.
Benedetta da un clima mite e clemente, Rozzano in Fantasy si è rivelata una piacevole esperienza che, nonostante le minime pecche derivanti dall’inesperienza e la posizione disagevole per chi costretto a usare i mezzi pubblici, si propone come apice di una piramide le cui basi sono il capodanno celtico, le fiere del fumetto e le scampagnate con picnic. Confidando che le future edizioni riescano a mantenere l’identità attualmente in formazione, sarà il caso io recuperi un cesto di vimini ove riporre le vettovaglie e un costume per partecipare ai GdR live e interpretare un mago buddista con l’inconsapevole tendenza a fare continui riferimenti pop.
– Walter Ferri –