Avete voglia di tornare a incrociare le lame contro Mitsurugi, Ivy, Taki e tutti gli altri personaggi dell’universo di Soul Calibur, e soprattutto volete farlo senza cacciare una lira?
Free-to-play è una parola che oggi dovrebbe spaventarvi, e tanto: più volte sulle nostre pagine avrete letto delle maledette politiche adottate dalle case di produzione su alcuni loro videogiochi, che venivano distribuiti gratuitamente per poi includere una miriade di micro transazioni che andavano a far spendere al povero utente cifre ben più alte del valore effettivo del gioco. Politiche contro le quali personalmente mi sono sempre battuto con tutte le forze, e nulla più di quanto ho appena scritto mi aspettavo per Soul Calibur: Lost Swords, il primo esperimento di free-to-play per una delle saghe picchiaduro più amate dagli appassionati di fantasy. Tutto sommato, invece, è andata meglio di quanto sperassi.
Il gioco è scaricabile dallo scorso 22 aprile in esclusiva per PlayStation 3. A conti fatti, ci troviamo tra le mani un classico Soul Calibur: la modalità principale ci mette di fronte ad un elenco di missioni di difficoltà crescente, ognuna composta da una serie di lotte contro un minimo di 3 avversari, da battere consecutivamente e senza possibilità di recuperare energia. Al primo avvio veniamo accolti da un tutorial che ci spiega come funziona il tutto: il sistema di combattimento è identico a quello dei precedenti episodi, quindi chi ha già giocato un qualsiasi Soul Calibur si troverà subito a suo agio; all’inizio possiamo scegliere un solo personaggio tra tre (Sophitia, Sigfried o Mitsurugi), e man mano che si vincono le battaglie si accumulano punti esperienza che fanno salire il lottatore di livello, nonché aumentare il nostro rango. Negli scontri è essenziale seguire la “legge degli elementi”: se la nostra arma ha elemento fuoco, sarà forte contro un personaggio di elemento aria e debole contro uno di elemento acqua (poi aria batte acqua e acqua batte fuoco – insomma, nulla di trascendentale); sono presenti anche personaggi di elementi oscurità e luce, che sono deboli ed efficaci l’uno contro l’altro. Basandosi su queste regole è possibile, nell’apposito menù, switchare tra armi idonee all’elemento che vogliamo affrontare: vincendo gli scontri, infatti, riceveremo nuovi pezzi di equipaggiamento, nuove armi e dei cristalli da fondere con esse, così da poterne potenziare forza d’attacco, difesa e aggiungerne effetti particolari passivi (come maggiore efficacia nella parata, o un lieve recupero dell’energia ad ogni KO nemico). Durante la lotta, i nemici hanno anche la possibilità di entrare in una sorta di modalità “berserk”, sempre legata ad uno specifico elemento, durante la quale diventano decisamente pericolosi.
In cosa consistono, allora, le micro transazioni? Accedendo al negozio è possibile acquistare:
- Pozioni AP: ogni volta che vogliamo affrontare una missione, questa richiederà una spesa in punti AP. Normalmente l’indicatore si riempie alla velocità di 1 punto ogni 2 minuti (anche quando non si gioca), ma utilizzando questa pozione è possibile ricaricarlo immediatamente;
- Scrigni Premium: sono scrigni che contengono oggetti di vario tipo a rarità casuale, come armi, oggetti o pietre elementali;
- Biglietti “Continua”: se si viene battuti durante una lotta si può scegliere tra il ricominciare tutta la serie da capo (spendendo altri punti AP) o utilizzare uno di questi biglietti, riprendendo così la battaglia esattamente dal punto in cui si è stati sconfitti, con tutta l’energia ricaricata e mantenendo tutti gli oggetti già ottenuti.
Il bello, qui, è che questi acquisti non sono mai veramente fondamentali ai fini delle missioni, e affrontando le battaglie col giusto ordine si ottiene sufficiente esperienza per riuscire a completare anche quelle più impegnative senza troppi sforzi. In più, si può contare sul supporto di “cloni” di altri personaggi, che hanno statistiche, elementi ed equipaggiamento presi in maniera random da altri giocatori di Soul Calibur Lost Swords: ne possiamo scegliere uno all’inizio di ogni missione, ed evocarlo (al riempimento dell’apposita barra) durante le nostre battaglie, così da avere un aiuto offensivo e difensivo per un piccolo lasso di tempo. Questa è effettivamente l’unico elemento che ricordi un qualche tipo di interazione online, visto che non è presente nessuna modalità multiplayer, né in rete né in locale.
Come dicevo prima, inizialmente è possibile selezionare soltanto un personaggio tra Mitsurugi, Sophitia e Sigfried. Per sbloccare gli altri bisogna attendere le missioni evento organizzate da Bandai Namco, e accessibili soltanto per periodi di tempo limitati: partecipando a queste e battendo tutti gli avversari, si ha una possibilità di ottenere un personaggio. Le missioni evento sono disponibili a varie difficoltà, e maggiore è l’impegno richiesto a portarle a termine e più alta sarà la possibilità che il personaggio venga sbloccato. Nel momento in cui vi scrivo sono disponibili missioni per lo sblocco di Taki e Ivy, ma vengono aggiornate settimanalmente.
A voler tirare le somme, vi posso dire che Bandai Namco ha fatto un buon lavoro, proponendoci un Soul Calibur “lite” che può anche essere giocato senza spendere una lira (tra l’altro i programmatori sono stati molto generosi, e completando le missioni principali ogni tanto si ricevono anche gli oggetti che normalmente andrebbero comprati). Una piaga, comunque, il gioco ce l’ha, e purtroppo incide pesantemente sul giudizio finale del prodotto, nonché sulla pazienza di chi si mette col controller alla mano: in pratica per giocare è richiesto di essere perennemente connessi al PlayStation Network, e fin qui ci può stare. Il problema è che ogni menù che si seleziona, ogni missione che si avvia e ogni oggetto che si modifica richiede che il gioco effettui una sincronizzazione col server, e qui iniziano i grattacapi: durante i primi giorni è stato impossibile giocare, con caricamenti interminabili che culminavano in errori di connessione che costringevano a riavviare la partita. Per fortuna hanno risolto quei problemi, peccato che comunque le sincronizzazioni siano estremamente lente: pensate che dalla selezione di una missione all’effettivo avvio della stessa possono passare anche quaranta secondi, che videoludicamente parlando sono un’infinità! Converrete con me che si tratta di un fenomeno incredibilmente frustrante, che vi farà passare spesso persino la voglia di tornare al menù precedente per cambiare arma, pur di evitare un’ulteriore, snervante attesa. Onestamente non sono in grado di dire se questo problema potrà mai essere risolto in futuro, ma certo è che in tanti potrebbero stancarsi presto di aspettare tutto questo tempo per una semplice partita, quindi mi auguro che almeno con future manutenzioni ai server si riesca a ridurre queste attese il più possibile.
Ah, e dimenticavo… che diavolo di fine ha fatto il RING OUT? Bastardi, me l’avete tolto, non ve lo perdonerò mai.
– Mario Ferrentino –