La nuova pellicola sci-fi del ex dei Monty Python ha suscitato grande interesse ma anche qualche delusione. Le somme, però, tiriamole insieme!
Una storia travagliata e piena di rinvii ha inseguito questa pellicola, che ancora oggi, non ha visto la luce nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Già cercando su internet si può notare come molti siti web riportino il film già bello che uscito ma in realtà, vi è solo mala informazione al riguardo. L’unica occasione che si aveva di vederlo in anteprima era di ritrovarsi al 70° Festival del Cinema di Venezia, lo scorso 2 settembre. Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio descrivendo innanzitutto perché questo regista è cosi “diverso” dagli altri.
Penso conosciamo un po’ tutti lo strano e bizzarro regista Terry Gilliam. La sua esuberanza e comicità nei Monty Python sarà forse ben nota solo ai più grandicelli, ma di certo come regista è conosciuto da una gamma di pubblico molto più ampia: Parnassus, L’esercito delle 12 Scimmie, Brazil e altri, sono tutti film in cui c’è la sua firma e in cui il rompicapo e una sorta di ermetismo nella trama, sono all’ordine del giorno. Non a caso i suoi film fanno venire veramente il mal di testa. Ma altolà! Non stiamo dicendo che son brutti né che non valgano una cicca! Anzi, sosteniamo il contrario: i film del regista di Minneapolis hanno uno stile unico e originale, sia nelle riprese che nello svisceramento della trama. Non sono all’altezza di tutti, non sono film per la massa e possiamo di certo dire che non sono film per rilassarsi (vedere l’Esercito Delle 12 Scimmie con un mal di testa alle 9 di sera, dopo una giornata di lavoro no stop, equivale ad un’implosione!). Potremmo definirli ricercati e allo stesso tempo anche “frizzantini”. Gilliam infatti non manca mai di inserirci esplosioni di colori e scene vive come se vedessimo il mondo dopo una bella giornata da Hippie.
È il caso infatti proprio di questo nuovo film: “The Zero Theorem” (ebbene sì, dopo circa 340 parole abbiamo svelato il vero titolo), uno sci-fi futuristico che prende come principale spunto la massificazione e la perdita della coscienza individuale dell’individuo. Un mondo in cui dei misteriosi “uomini telecamera” spiano ogni singolo movimento e che sanno sempre tutto in ogni momento, grazie alla loro mente collettiva. Il nostro protagonista sarà un certo Qohen Leth, interpretato da un volutamente apatico e freddo Christopher Waltz che per una volta lascerà a casa il suo bagaglio di sorrisi beffardi e geniali trovate, per far posto appunto, ad un personaggio più cupo. Qohen si ritrova ad essere un hacker formidabile al quale viene assegnato il compito di risolvere il famoso “Teorema Zero”, un’equazione capace di ricondurre alla sua risoluzione la scoperta del vero significato dell’esistenza umana, ammesso che ve ne sia uno. È proprio questo infatti il perno su cui ruota l’intero film: la ricerca del vero significato della vita. Può sembrare un tema poco originale ma Gilliam ci fa il regalo di porci questa riflessione in un mondo in cui non c’è posto per le riflessioni. Mi spiego: Ognuno ha sempre meno tempo per “vivere”, vi è solo la possibilità di lavorare e ripetere all’infinito le proprie azioni monotone della giornata e ciò che ci circonda di certo non aiuta: l’aspetto del futuro sembra un enorme caricatura delle città odierne, i colori che vediamo ci danno l’impressione di essere sotto l’effetto di acidi o droghe e le pubblicità sono cosi invasive da aver preso il dominio assoluto sullo skyline delle megalopoli. In un futuro così verrebbe da pensare che la risposta alla domanda è che non vi è alcun significato nell’esistenza umana, o che addirittura, in un mondo del genere, non ci sia proprio più nessuno a farsi questa domanda. Eppure qualcuno che tenta di risolver l’equazione c’è e che il risultato sia positivo o meno, passa in secondo piano, lasciando solo la speranza. Chissà se sto solo sognando ad occhi aperti o forse il film lascia veramente questi spunti di riflessione. Voi che ne pensate?
Anche l’occhio ha la sua parte in questo film ma questa volta nulla di incredibilmente sinuoso e ricurvo come si ci aspetti dagli standard estetici futuristici. Lo stile di Gilliam per rappresentare il suo futuro, è una sorta di cyber punk anni 80/90 che lascia intendere una realtà più degradata e in rovina che ad un futuro roseo e fuori dai problemi del presente. Insomma, se si tratta di Terry, c’è sempre da aspettarsi qualcosa, punk o meno!
Il film poi, e molti di Gilliam lo sono, è a basso budget e perciò ha trovato una grande resistenza nel trovarsi in distribuzione. Nessuno aveva il coraggio di pubblicare un lavoro costato pochi spicci (anche se il regista non ha mai affermato l’effettiva quantità di denaro speso, ha più volte ribadito di esser alle prese con un progetto economico) dal quale era facilmente presumibile che nessuno avrebbe tratto profitto. Forse un problema di poca fiducia da parte delle grandi case produttrici, ma si sa che Gilliam a queste sfortune è avvezzo e infatti, anche se con oltre 2 anni di ritardo dall’inizio delle riprese, forse questo 2014 regalerà una maggior distribuzione di questo film nelle nostre sale/case. Sale o case? Uscirà al cinema o direttamente in Tv? Ebbene c’è anche questo problema: essendo stato presentato alla mostra di Venezia – quindi teoricamente il film è uscito nel 2013 – ora che si richiede a gran voce la sua espansione sul mercato 2014 si sta decidendo se lasciarlo passare come film da riprodurre nelle sale cinematografiche o direttamente come DVD/Blu-Ray. Non è dato sapere altro, si aspettano solo nuovi aggiornamenti entro la fine di marzo.
Le nostre speranze in questa pellicola sono buone, si tratta comunque di una sorta di “fantascienza” mai raccontata prima, che finalmente mette da parte astronavi, alieni e missioni spaziali a rotta di collo per lasciar più spazio al dramma. Non a caso il regista ha dichiarato di rifarsi anche un po’ a Metropolis di Lang, del quale già abbiamo trattato in passato e se ci fate caso, i punti di contattato sono molteplici.
Nel frattempo, se questo film pensate possa valere la vostra attenzione, vi lascio al trailer invitandovi a commentare stesso qui o utilizzando i social network.
– Giulio Marciello –