Esattamente 86 anni fa il capolavoro del cinema fantascientifico “Metropolis” faceva la sua comparsa! Qual è stato il suo impatto sul mondo? Quale il suo lascito?
Proprio oggi, proprio il 10 gennaio – ma del 1927, si teneva la prima di questa famosissima pellicola che probabilmente ha cambiato la storia e, soprattutto, le idee di molti. Da registi a spettatori, dopo quel giorno tutti hanno dovuto fare i conti con ciò che avevano appena visto e tentare di rendere omaggio a quell’incredibile capolavoro.
Sembra quasi che stiamo parlando di aria fritta, quindi è giusto spiegare tutto dall’inizio. Per chi non lo sapesse, “Metropolis” è una pellicola del regista austriaco Fritz Lang, che va sotto la famiglia del “cinema muto” ma anche sotto “sci-fi”, avanguardia ed espressionismo. Il film tratta le vicende di una città del futuro (Metropolis appunto), precisamente del 2026, in cui le distinzioni tra le classi sociali sono estremizzate al massimo. La torre principale della città e tutti i grandi grattacieli che la compongono sono abitati dai magnati, ricconi e imprenditori, mentre le profondità, i ghetti e i sobborghi spettano alla classe operaia, di cui nessuno ha memoria. Il tutto è raccontato dagli occhi di alcuni personaggi chiave: il dittatore e mega-ricco della situazione Fredersen, suo figlio (un po’ più coscienzioso) Freder e l’insegnante Maria. Questi sono i tre protagonisti principali ma non dobbiamo dimenticarci nemmeno di altre importanti figure come l’ inventore Rotwang e il robot da lui inventato.
Riassumere qui la trama e l’intero film sarebbe stupido e inutile. Vi basti sapere che il filo conduttore della storia è incentrato sulla presa di coscienza della classe operaia riguardo la situazione in cui vive, e della conseguente rivolta che essa comporta. Una ribellione che non avviene mai, come si vede dai frequenti simbolismi, in maniera sminuita e frettolosa: la classe operaia stessa è un personaggio a sé stante, con tanto di caratterizzazione e di crescita mentale. Per chi ha visto il film sicuramente sarà facile capire ciò che ho detto. Ma non è tanto la pellicola che vogliamo analizzare, quanto le scelte, i significati e soprattutto il loro eco nel mondo e nelle epoche successive.
Faccio qualche esempio per farvi capire dove voglio andar a parare: quando il figlio del crudele dittatore capisce cosa diavolo stanno combinando alla povera gente, prova a scendere nelle profondità e vedere con i suoi occhi il degrado degli operai, costretti a lavorare senza sosta vicino a strane macchine. Fermando la loro attività, però, le macchine esplodono causando molte vittime, e questo effettivamente accade proprio sotto gli occhi del nostro protagonista. Ed ecco accadere la strabiliante magia cinematografica di Lang: la macchina esplosa che sta uccidendo alcuni lavoratori prende le sembianze di una bocca, di fauci fameliche che divorano gli uomini sacrificati. È un fortissimo richiamo al Dio Moloch, il quale è da sempre riconosciuto, sin dalle prime civiltà, come una divinità esosa alla quale è obbligatorio sacrificare molto. Allegoria del “Lavoro” come attività alla quale bisogna sacrificare tutta la propria forza vitale, e che porta inevitabilmente all’annullamento di se stessi (=morte)? Quando vidi la scena la prima volta pensai subito a ciò, ricordandomi di aver fatto un errore: non è il Lavoro che toglie la vita, ma chi impose quel tipo di attività così fuori i limiti. Voi concordate con me? Che ne pensate?
Altra mirabolante, stupenda scena della quale non posso trattenermi di descrivere è quando vengono raffigurati gli operai a lavoro sulle loro cosiddette “macchine”: il movimento di tutte le persone avviene all’unisono, proprio come in una catena di montaggio ove le macchine conducono i lavori. Simbolo che anche l‘uomo, privato della sua linfa vitale (se preferite possiamo chiamarla anche Umanità), non è altro che un automa privo di emozioni.
Infine come non ricordare la scena in cui il robot, prendendo le sembianze della protagonista Maria (bella e maliziosa), si trasforma in un vero e proprio falso idolo adorato dagli operai e che, in un fremito di lussuria e peccato, diventa allegoria della Fine del Mondo, dell’Apocalisse. Non a caso, proprio in quelle scene si nota come la Torre della città somigli molto alla Torre di Babele, costruita appunto dagli uomini per raggiungere il cielo. La ribellione porterà al collasso della Torre e al castigo (quasi come quello di Dio per i babilonesi) per i nobili che hanno osato costruirla.
Non siate arrabbiati se ho potuto annoverare solo queste piccole tre sequenze. Ma è giusto anche proseguire il nostro discorso, adesso che ci siam fatti un’idea di quanto immane sia stato il lavoro dietro una singola pellicola.
Una pellicola muta è stata capace di urlare più di un film moderno con razzi, astronavi, esplosioni e altre diavolerie.
Qui nasce quindi il nostro dilemma: se codesto regista è riuscito a far così tanto, in una pellicola degli anni venti, perché adesso i film odierni non riescono ad essere all’altezza? Ovviamente non tutti, qualche capolavoro (a modo suo) c’è, ma la maggior parte invece non smette di deluderci.
Eppure, come si può evincere anche da trama e temi trattati, i rifacimenti dei nostri tempi non sono mancati e capolavori come Blade Runner, Matrix, V per Vendetta, Terminator e altri (dichiaratamente ispiratisi a Metropolis) hanno saputo sbancare sia il botteghino che la critica.
Cosa è mancato, e cosa manca, allora a tutte le altre pellicole che in qualche modo hanno un filo conduttore con Lang Fritz e il suo capolavoro? Sicuramente mancato approfondimento delle storie, dei dialoghi e dei personaggi. Poi alla fine, in ogni “bisiniss” che si rispetti non si può semplicemente dar sfogo alla propria vena creativa, ma si deve prima calcolare ordini di produttori, scelte strampalate di marketing e altre cose odiose che al giorno d’oggi strozzano l’ingegno di molti. Possiamo azzardare anche noi una metafora dicendo che “gli affari sono il cappio al collo per le idee”?
O forse, andando più nel profondo possiamo trovare altre motivazioni? Che le menti di adesso non siano sensibilizzate a tal punto da produrre una così vasta gamma di concetti e di punti di riflessione? Forse i tempi che correvano hanno aiutato Lang e il suo staff a tirar fuori tutte quelle idee e quelle critiche alla loro società, di questo siamo certi. Ma cosa manca a noi più di loro? Fare un paragone del genere può sembrare tanto stupido quanto azzeccato: non abbiamo vissuto una guerra mondiale, è vero, ma siamo costantemente sul punto di farla esplodere. Viviamo nella paura. Cosa che anche loro sentivano a causa del regime nazista più che imminente in quell’epoca. Quindi, a distanza di quasi cento anni, le differenze sono più che mai minime, ma i prodotti e i risultati delle nostre coscienze diametralmente opposti. A noi piace fare film cine-panettoni, sci-fi senza un briciolo di chiave critica o analisi sociale e tante altre belle cosine che ci fanno odiare il cinema di massa. A loro film/capolavori come questo di cui parliamo adesso. C’è qualcosa che ci sfugge in tutto questo? Dove sarà il problema? Magari è un modo per esorcizzare la paura, la crisi e cose così? Io non ne sono totalmente convinto. Che idea vi siete fatti voi al riguardo?
Tralasciando queste piccole note malinconiche, anche se vi sfido a non riconoscervi un briciolo di verità, possiamo tenere a mente che oggi è un giorno importante da ricordare per amanti di cinema, fantascienza ed arte in generale e che quindi già di per sé la sua memoria ci farà riflettere, tenendoci lontano dallo sparlare sempre delle stesse cose. Risparmiamo fiato, inchiostro e tastiere e lasciamoci per un attimo alle riflessioni che “Metropolis” ha saputo trasmetterci. Forse le risposte son tutte lì. Basta solo coglierle.
Prima di salutarvi, non posso lasciarvi senza link, lasciando le vostre menti affamate di sapere all’oscuro di tutto. Dovete assaporare con me questo pezzo di storia, e anche se quelle poche parti descrittive sono in tedesco, su alcuni forum potreste trovare tutte le traduzioni che volete. Quindi gustatevi l’INTERO film e, che dirvi, non abbiate paura della sua durata: è un film muto lo so, e molti, anche se armati di buona volontà, non riescono a visualizzarlo tutto. Ma vi chiedo di fare un sforzo. Per amore del cinema, e della fantascienza… buona visione!
A presto!
– Giulio Marciello –