Siamo alla resa dei conti per le terre di Ikan! Ora che Arstor ha recuperato il suo potere, quale speranza è ancora rimasta ai popoli che abitano questo mondo?
In redazione è arrivato il nuovo volume della saga de Il Sigillo di Moira di Andrea Tranchina. Dove eravamo rimasti? Alla fine del primo, Arstor era riuscito a rientrare in possesso del Libro Nero, la chiave per potersi liberare della sua prigionia. A nulla è valso il tentativo di difenderlo del guaritore Fergus che nell’impresa ha perfino perso una mano. Pianalunga è in rovina, le sue difese sono state decimate dall’attacco del rinnegato al servizio di Arstor, e a Lotriel la situazione non è decisamente migliore. A questo status delle cose gli eventi sembrano riversarsi sulle spalle di Pouline, e il titolo stesso di questo secondo e ultimo capitolo, Il potere dell’Eletta, ne è la conferma. Ne viene subito chiaro che è proprio l’elfa la chiave dell’intera impresa, l’elemento indispensabile perché le cose possano avere una qualche risoluzione. Questo non significa che però gli altri personaggi passino in secondo piano. La trama si divide nettamente prima in due, poi successivamente in tre ambiti spaziali. Se da una parte abbiamo il piccolo gruppo composto da Marion, Klaus, Katrina e il drudo Mestis, nei pressi appunto di Lotriel, dall’altra Izzag si troverà con gli altri nani alle difese di Pianalunga. “E l’Eletta?”, vi starete domandando. Questa dovrà fare sì che il suo potere diventi effettivo, quindi partirà alla ricerca dell’oggetto che potrà aiutarla in questo: la Pietra Blu.
A questo punto mi arresto per ragioni di spoiler e andiamo a valutare il libro come romanzo. Da una parte devo dire di aver preferito il primo volume: l’ho visto meno frenetico di questo, se devo essere sincera. Ho apprezzato però il fatto che non si sia ribadito che Pouline sia bella e brava. In questa seconda parte l’ho presa maggiormente in simpatia. Mi è piaciuto leggere di Runia e di conoscere meglio questo personaggio che in questo secondo volume assume una nuova dimensione e una maggiore connotazione psicologica, rivelandola come un personaggio più complesso di quello che poteva apparire all’inizio. Buono anche il bilanciamento dello scorrere degli eventi, vittorie e sconfitte si susseguono. Buono anche lo stile di scrittura che non risulta affatto pesante. Il finale beh, direi che è più che apprezzabile nel contesto del libro, sicuramente è quello che si potrebbe considerare più naturale.
Insomma, in toto, possiamo definire la saga de Il Sigillo di Moira di Andrea Tranchina un fantasy interessante, con richiami classici, quello agli elfi e ai nani, al mondo delle creature fantastiche. E se questo è il tipo di fantasy che vi piace, allora vi lasciamo il link dove potete acquistare l’ebook e vi aspettiamo a breve quando Andrea sarà di nuovo nostro ospite.
-Eleonora Carrano-