Poteri sopiti da tempo, vengono improvvisamente risvegliati. Il Sigillo che li teneva intrappolati è stato aperto e un signore oscuro vuole recuperare il suo potere perduto.
Un guaritore si ritrova fra le mani un antico tomo contenente una magia in grado di salvare la vita della moglie, malata da tempo: il prezzo è un’altra vita, quella di un uomo anziano. Ma questo suo gesto ha spezzato il Sigillo di Moira e liberato, così, un potere che ha risvegliato l’oscuro signore, Arstor. Fortunatamente per riacquistare pieni poteri, Arstor ha bisogno di ottenere nuovamente il suo libro. Non può ovviamente farlo da solo e per questo si affida alla sua creatura: il Krapheln. Questo essere un tempo era stato un elfo: pare, da come ce lo descrive il libro, che si sia trovato sul fronte opposto a combattere contro Arstor, ma ora lo ha trasformato in questa bestia (o forse sarebbe meglio dire inglobato in essa). E così il Krapheln è alla ricerca del libro, e il guaritore, Fergus, deve allontanasi dalla sua dimora per trovare una soluzione ai problemi che inconsciamente ha causato. Durante la narrazione verranno presentati altri personaggi che in un modo o nell’altro saranno coinvolti nella vicenda e diverranno parte fondamentale della stessa. La bella elfa Pouline (ce lo dirà tante volte che è bella, brava, buona, dolce e qualche altra cosa che ora mi sfugge) e il nano Izzag; i Chiforma Kiplin e Rafav; Klaus, Trin e Mestis.
Partiamo dunque da questo, i personaggi. Pare che l’autore autore abbia voluto creare una sorta di Compagnia dell’Ane… ehm.. del libro. Un gruppo variegato con elfi, nani, uomini e perfino goblin, sebbene ancora tutti i personaggi non si siano conosciuti fra di loro. Questo libro a tratti sembra un elogio a Pouline, l’eletta, il che un po’ la sminuisce anche perché la lunga serie di complimenti diventano un po’ eccessivi e li si comprende nei Chiforma, ma nella narrazione diventano un tantino pesanti. Per il resto è promettente, ha un carattere interessante ed è un personaggio forte. Marion, la moglie del guaritore, è stato il personaggio che meno ha attirato le mie simpatie: l’ho trovata un po’ povera di carattere; sembra vivere in funzione del marito, un po’ come se fosse il suo satellite e che ogni sua azione dipenda strettamente dall’altra figura, quindi mi è decisamente antipatica. Interessante è invece la figura di Nodert, che appare misteriosa, e tale rimane fino alla conclusione del libro, così come l’Eremita. Grande è la simpatia di Trin e anche dei due Chiforma. Il nano, non sono riuscita bene a dargli un ruolo: all’inizio mi è parso quasi una spalla, poi ha preso una sua posizione e si è allontanato dalla maggior parte del gruppo dirigendo la faccenda su un fronte opposto.
Passando invece alla trama, la prima parte è fondamentalmente di conoscenza degli eventi passati e dei personaggi, e il nesso fra gli uni e gli altri si comprenderà soltanto con lo svolgersi degli eventi. La seconda parte non si può negare che sia una buona storia: l’ho letta con piacere, per quanto continui a trovare faticoso il metodo ebook. In ogni caso è una buona trama, non mancano i colpi di scena e gli eventi inaspettati. Mi sarebbe piaciuto conoscere qualcosa in più sulle figure malvagie che compaiono successivamente, e ho apprezzato le divergenze alla dottor Jekyll/Mr Hyde che sono emerse nella personalità elfo Lerion/Krapheln, e spero di rivederle anche nel seguito de Il Sigillo di Moira. Per il resto devo ammettere che Andrea Tranchina ha fatto con Il libro nero davvero un ottimo lavoro, posso classificarlo come uno dei romanzi più interessanti che abbia letto ultimamente.
–Eleonora Carrano–