Scaviamo nel passato, alla ricerca delle antiche e perdute Streghe. Che fine hanno fatto? Chi le conosceva davvero? Sono ancora tra noi?
Un tema che forse non sempre si affronta a cuor leggero è proprio quello in cui ci cimenteremo oggi, ovvero la stregoneria. Ma non parleremo della classica stregoneria di giochi, fiabe e racconti; sì, anche di quella, ma non solo. Approfondiremo insieme la figura che più di tutte ha influenzato questo mondo, incutendo paura negli animi fanciulleschi, in quelli più adulti e persino su un’intera società. Stiamo parlando di streghe.
Fattucchiere, sacerdotesse dell’occulto, adoratrici del male (e molti altri) sono i nomignoli con cui si usava spesso etichettare queste donne. Ma le loro origini sono antiche, ed è difficile far risalire ad una singola epoca la loro nascita. Già nell’antica Grecia erano conosciute e temute come “tessitrici di vendetta e di intrighi”, o come le Sacerdotesse di Diana (ricordate quest’ultima descrizione). Il loro successo arriva, però, durante il Medioevo, quando la paura e la superstizione regnavano sovrane, ed è proprio grazie a questa paura (o forse sarebbe meglio dire a causa di), che il loro mito dilagò. La poca istruzione e l’ignoranza di quel periodo mostrarono alla gente “timorata” una vasta gamma di potenziali servitrici del Diavolo, anche in quelle semplici donne che magari erano più pie e caste di Giovanna D’Arco, ma che per un semplice caso si ritrovavano con i capelli rossi. C’è da dire, però, che a quei tempi vi era anche un altro fattore che parecchio influenzava la mentalità della gente comune: la Chiesa. Una Chiesa molto diversa da quella di oggi, e di cui non va fatta assolutamente “di tutta l’erba un fascio”. Una Chiesa, e questo possiamo dirlo senza scandalizzare nessuno che non abbia un po’ di cultura, corrotta e più dedita a instaurare il suo controllo sulle menti dei “facilotti”, che alla salvezza dell’anima. Ma questo è un altro discorso, e non andiamo in off-topic, come si suol dire. Ah! Prima di proseguire, non è un caso che anche Giovanna D’arco sia stata accusata di stregoneria ed eresia e bruciata al rogo per tali crimini? Nonostante sia stata riconosciuta poi come patrona di Francia…
Dopo che vi fu questa possente “caccia alle streghe“, il loro mito divenne ancora più segreto e celato. La paura aveva funzionato, e ciò che prima si faceva nell’ombra, iniziò ad avvenire nell’oscurità più assoluta. Ma prima di procedere oltre vorrei giusto parlare di un piccolo libro che fu utilizzato come “manuale” per la caccia alle streghe: il Malleus Maleficarum. Un tomo che per molti anni si era pensato essere stato editato subito dopo gli ordini di Papa Innocenzo VIII e che era considerato quasi come un libro sacro e di Teologia assoluta, da non mettere in discussione. Dopo vari studi si è scoperto poi essere in realtà più che altro una “visione personale” del mondo delle streghe da parte di due frati che avevano ben visto, in quel periodo, un’ottima occasione per pubblicare la loro opera e diffonderla come “summa”. Furbi loro. Certo è che ancora oggi quel libro è studiatissimo e molto consultato da appassionati e studiosi, sia perché la sua lettura è molto ostica e in alcune parti ancora oggetto di indagini e di dubbi, sia perché contiene analisi delle streghe e su come le donne possano diventarlo, oltre a numerose descrizioni di condannate e delle loro testimonianze. Ma attenti a non prendere per vero tutto quelli che vi è all’interno!
Una delle frasi più significative che sia mai state scritte al riguardo (la frase è di Voltaire):
Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle
Le streghe tuttavia sopravvissero, e ancora oggi vi si sente di luoghi infestati dove i loro riti hanno luogo. Ma quand’è che le streghe si riuniscono? La risposta forse la conosciamo un po’ tutti: tra la notte del sabato e la domenica: nella notte del Sabba.
Il Sabba è il momento in cui queste donne si riuniscono tutte insieme per adorare (magari facendo anche altro) l’entità superiore alla quale sono devote. Nella concezione Cristiana è chiaramente il Diavolo, nella concezione Pagana è invece solitamente identificata con Diana, come già detto. Il rito è pieno di regole e ben strutturato, e non è la classica orgia che tutti immaginano quando si sente parlare di questi argomenti. Molto di quello che sappiamo oggi è traviato dalla paura e dalla “falsa credenza” che il passato di cui abbiamo appena parlato ci ha imposto. In realtà la stragrande maggioranza di questi riti che avvenivano di sera non avevano nulla di così orribile come diavoli, banchetti di carne umana o altro: erano semplici riti pagani dediti alla celebrazione della natura e dell’Universo (una sorta di antenati degli hippie, no?) che a volte sì, potevano sfociare in qualche “orgetta”, ma solo perché era considerato l’unico gesto adatto per sprigionare la natura selvaggia ed animalesca dell’uomo. Non vi era nulla di tenebroso che non venisse eseguito con il consenso dei partecipanti. Gli unici a soffrirne forse erano gli animali importunati dagli schiamazzi e dalle danze del simposio. Ma dove erano solite incontrarsi le streghe? Semplice anche questa: nelle foreste certo, ma più precisamente sotto gli alberi di Noce.
Il Noce è da sempre considerato uno degli alberi più sacri e più potenti, magicamente parlando. Non a caso anche nell’universo di Harry Potter le bacchette più comuni sono di legno di Noce. A proposito di Noce, proprio vicino alle zone della nostra Isola vi è uno dei luoghi più famosi di Italia sotto questo punto di vista, proprio per la presenza del grande Noce dove si riunivano un alto numero di streghe: il Noce di Benevento.
Era opinione comune già nell’antichità che Benevento fosse proprio il “quartier generale” di tutte le streghe italiane, dove erano solite riunirsi in massa nei periodi cruciali. Perché proprio Benevento? C’è da dire che sicuramente è una delle città più antiche e più ricche di storia che la penisola possa offrire, e che proprio il suo bagaglio culturale l’abbia resa cosi piena di “misteri”. Essendo stata una città prima sannita, poi romana e poi longobarda, si può immaginare che la gente che vi abbia messo piede e vi abbia abitato fosse molto eterogenea e che avesse gusti un po’ diversi in fatto di religione: chi pagani, chi cristiani e chi altre robe strane rendevano la città un vero groviglio di idee e credenze diverse. Da qui una cosa tirò l’altra e si arrivò ben presto a decretare che “credenze diverse” erano da considerare pericolose. La solita storia insomma, la solita paura del diverso. Singolare, poi, il fatto che il fiume che passa nei pressi di Benevento, dove si dice vi sia anche il grande albero di Noce protagonista di tanti riti occulti, si chiami proprio Sabato. Coincidenza?
Ma prima di concludere, vi è un ultimo piccolo argomento che dobbiamo trattare: se le streghe di tutta Italia venivano a Benevento ogni tanto per incontrarsi, quelle che erano proprio di casa, chi erano? Che facevano? Anche qui la risposta c’è: le streghe di Benevento e dintorni, con la quale paura vi sono cresciuto anche io, sono le famose Janare o Ianare.
Il nome deriva da sacerdotesse di Diana (Dianare), proprio come vi ho detto prima. Le leggende e i racconti su di loro sono tantissimi e molto interessanti, e vi invito ad approfondire questo argomento. Vi racconto solo qualche piccola storiella e caratteristica: innanzitutto sono streghe ancor più esperte di quelle comuni in materia di erbe e ricette medicamentose, e sapevano crearsi da sole l’unguento capace di renderle incorporee. Tuttavia mostravano anche qualche pecca. Bastava, infatti, un po’ di sale, o posizionare una scopa dinanzi la propria porta di casa per scacciarle: ossessionate dal contarne i fili che la compongono, esse si dilungano nella conta per tutta la notte, fino al sorgere del sole quando il loro potere svaniva. Inoltre erano abili ladre di bestiame e il loro unico punto debole è (oltre al simbolo della croce) i propri capelli. Tant’è vero che le leggende narrano che prendere una Ianara per capelli assicurava il proprio dominio e la sottomissione della stessa. Ecco una delle classiche formule che erano solite pronunciare:
Unguento unguento portami al noce di Benevento, sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni altro maltempo!
Ma esisteranno ancora queste streghe? Se sì, perché allora non si hanno più notizie di loro come in passato? O forse erano semplicemente frutto della nostra fervida fantasia e della nostra “superstizione”? Certo è che continuano a vivere nelle nostre fantasie e nei nostri racconti, e anche se nessuno ci rivelerà mai la verità sulla loro esistenza questo non è un valido motivo per non indagare. Forse ci aspettano, forse si stanno semplicemente preparando.
Tenete gli occhi aperti, la notte di Halloween è vicina, e lo è anche Benevento!
– Giulio Marciello –