Oggi su Isola Illyon c’è la scrittrice Claudia Mauro, autrice della saga “Le Cronache del Sangue“, di cui abbiamo recentemente recensito il primo capitolo: “Straziami“.Benvenuta sull’Isola Illyon, Claudia, come da consuetudine, presentati ai nostri lettori.
Salve a tutti e grazie per avermi invitata sulla vostra isola fantasy!
Di me non c’è molto da dire, sono una visionaria che ha fatto di necessità virtù e trasforma le sue visioni in storie e illustrazioni.
Come hai appena detto oltre che scrittrice sei anche illustratrice, quale di queste passioni è nata prima?
Il disegno è stata la mia prima – e unica – passione per anni, prima che la scrittura mi trovasse. Si tratta di un’eredità dei miei genitori che amano disegnare entrambi. Si potrebbe quasi dire che abbia imparato a disegnare prima ancora di imparare a camminare.
E invece la scrittura quando è subentrata?
Appena ho imparato a scrivere, la scrittura ha iniziato a insinuarsi nella mia vita. Inventavo storie per mio fratello, quando avevo circa sette anni, e per non dimenticarle le appuntavo in un quaderno. Ma la vera scrittura è giunta a dodici anni, quando decisi che volevo realizzare un fumetto. Per non dimenticare la storia, che diventava ogni giorno più intricata e complessa, iniziai a scriverla. Da questa è venuto fuori un progetto di scrittura che ha spinto la mia fame artistica nel campo letterario.
Quale è stata la prima opera (edita o non edita) a cui ti sei dedicata? Di cosa parlava?
La mia prima storia si intitola “Cuore d’Altalya” e sarà il nono volume di una saga ambientata in Atlantide. L’intero progetto ha uno stampo fantasy più classico rispetto alle mie opere attualmente edite, ma conserva di esse la componente sanguinaria e gli accenti orrorifici.
Racconta di Askanis, principessa destinata a diventare il “Cuore di Altalya”, ossia personificazione stessa dell’isola di Atlantide al fine di garantire l’equilibrio, rinunciando alla propria individualità e di fatto a vivere realmente la propria vita come tutti gli esseri umani normali. La principessa dovrà fare però i conti con qualcosa di ben più arduo del difficile destino a cui viene preparata sin dalla più tenera età: la Pietra delle Anime, un cristallo frutto di magie ancestrali dimenticate da secoli e capace di uccidere chiunque la guardi, è alla sua ricerca perché l’ha scelta come propria portatrice.
Se il gioiello riuscirà ad impossessarsi di lei, la trasformerà nella mano che trascinerà l’intera isola nel caos.
Per quanto invece riguarda Straziami e in generale Le Cronache del Sangue, cosa ti piacerebbe dirci?
Beh, è difficile rispondere a questa domanda, perché c’è davvero tanto che vorrei dire riguardo questo lavoro. Innanzitutto mi preme ricordare che è un progetto interattivo, sono infatti i lettori a decidere se la serie deve proseguire o no. Con “Straziami” il responso è stato positivo, quindi adesso è in lavorazione il seguito “Dissanguami” e spero che anche per questo i lettori chiedano un seguito perché più racconto del microcosmo di Castelvento, più scopro che c’è ancora molto da raccontare e che devo omettere o solo accennare perché non ha finalità nella trama portante.
Per il resto, posso dire che Le Cronache del Sangue sono, almeno nella mia intenzione, delle storie poliedriche, destinate ad esplorare le diverse creature che vivono a Castelvento, e quindi non racconteranno solo di Lara, che adesso ci accompagna in questa avventura iniziale alla scoperta dell’universo vampirico che ho iniziato a creare oltre dieci anni fa e che ancora evolve e si sviluppa giorno dopo giorno.
A proposito di vampiri, so che hai studiato e lavorato molto su questa figura. Vuoi parlarne anche ai nostri lettori?
Sì, ho lavorato e ci lavoro tutt’ora moltissimo. Sono appassionata di questa figura folkloristica praticamente sin da bambina, per cui era inevitabile che finissi col renderla protagonista di buona parte della mia produzione letteraria. Il mio vampiro però, nonostante si rifaccia comunque ai miti originari, presenta delle peculiarità che nascono sostanzialmente da una domanda: se il vampiro esistesse davvero, non come entità maligna – che presuppone una componente soprannaturale non provabile scientificamente – ma come creatura reale e organica, come sarebbe?
Così nascono i miei vampiri. Esseri viventi con delle loro caratteristiche specifiche – sensi acuiti, attitudine alla caccia, abilità psichiche date da una migliore comunicazione neurale – ma non invincibili. Hanno le loro malattie, le loro debolezze, e come tutti gli esseri viventi hanno un decorso vitale che si conclude con la morte.
Niente superman fluttuanti o fashion victim sbrilluccicosi, dunque, solo creature che, come ogni essere vivente, sono istintivamente spinte dalla necessità di sopravvivere, anche se questo comporta l’aberrazione dell’omicidio.
Noto nelle tue parole una frecciatina al fenomeno Twilight.
Mi aspettavo molto dal romanzo che nel 2006 ha originato un fenomeno pazzesco che prosegue tutt’ora. Mi aspettavo un titolo degno di rivaleggiare con le Cronache di Anne Rice, ma purtroppo sono rimasta delusa.
Il vampiro della Meyer è un essere politically correct, sovradotato, privo di punti deboli – e per questo assolutamente irrealistico. Si definisce erroneamente “vegetariano“, quando si ciba di animali in estinzione. Un messaggio sano di antispecismo, mi meraviglio che i vegetariani non si sentano pubblicamente offesi da questa barbara presa in giro della loro scelta etica.
La scena della profusione di glitter, poi, è stato il momento in cui il libro ha seriamente rischiato di fare un volo dalla finestra, perché non si può risolvere un elemento portante della figura del vampiro come la sua impossibilità di esporsi alla luce del sole in un modo così superficiale e immotivato.
Senza contare la avvilente vuotezza della trama, che in prologo promette quello che ci si aspetta in una storia di vampiri: pericolo, tensione, sangue, forse anche morte; e invece si conclude in una lunga narrazione di una puntata di “Piccoli problemi di cuore” in versione americana con qualche spruzzata di fantasy qui e lì giusto per vestire diversamente una storia che non ha niente da raccontare se non le paturnie sentimentali di un’adolescente con la psicologia di una nonna.
In pratica Twilight – e tutte le storie fotocopia che l’hanno seguita –è solo un romanzetto harmony vestito per Halloween che non fa altro che stuprare la figura del vampiro e del licantropo per tutta la saga.
Oltre ai vampiri, vuoi farci un piccolo accenno alle altre figure fantastiche del tuo romanzo?
Castelvento è popolato principalmente da vampiri, ma abbiamo anche due licantropi e una zombie, senza dimenticare le banshee che abitano la valle ai piedi del castello.
Come per i vampiri, tutte queste figure richiamano fortemente il loro archetipo leggendario, ma con un’applicazione scientifica. La licantropia infatti si presenta come un’alterazione genetica che si manifesta in età post-puberale e conferisce al corpo notevoli capacità di metamorfosi reversibile. Trattandosi di un’alterazione del genoma, dunque, non è infettiva e trasmissibile come invece accade per il vampirismo, che è un parassita simbionte.
L’unica creatura che più ricalca le sue origini esoteriche è lo zombie. Ho infatti scelto di sfrondare la figura di tutti gli attributi cinematografici – decomposizione incalzante, capacità cerebrali ridotte all’istinto di nutrimento, alimentazione a base di carne umana – cercando di riportare a galla l’origine degli zombie, mito che dall’Africa raggiunge l’isola di Haiti ed è una delle componenti più forti e sentite della religione vuduista dell’isola.
Per quanto riguarda le banshee, invece, ammetto di aver lavorato un po’ di fantasia, vista la scarsezza di informazioni reperibili. Sostanzialmente la banshee è uno spirito femminile della mitologia orale irlandese, ella è legata ai boschi ed è quindi assimilabile a uno spirito elementale della terra, e nel contempo strettamente vincolata alle cinque nobili famiglie irlandesi, per le quali predice, con un lungo urlo lamentoso, l’approssimarsi della morte.
Mi sono focalizzata principalmente sul legame che le banshee hanno con la terra e i boschi, trasformandole in una sorta di anello di congiunzione tra la vita corporea di umani e post-morti, e quella incorporea degli spiriti.
Altre opere in cantiere o di cui vorresti parlarci?
Ce ne sono così tante che elencarle tutte è impossibile. I progetti più imminenti sono appunto il seguito di “Straziami“, un altro romanzo gotico intitolato “Notturno d’Amore Rosso“, la serie di racconti autoconclusivi della serie “Vampiresi” e poi “Progetto Nymphea” una trilogia di fantascienza.
In totale, però, ho in programma 57 progetti, alcuni già in lavorazione, altri che esistono ancora solo nella mia testa.
Abbiamo parlato di Claudia Mauro come scrittrice, dicci qualcosa di Claudia come illustratrice.
Claudia illustratrice è molto impulsiva. Quando poso la matita sul foglio bianco non so mai cosa tirerò fuori, lascio che siano la mano e l’istinto a parlare, per cui sono la prima spettatrice delle mie illustrazioni.
Come artista mi piace sperimentare nuove tecniche, amo lanciarmi e scoprire nuovi materiali, soprattutto amo sfidare me stessa in tutte quelle tecniche che richiedono disciplina e progettazione iniziale, come la xilografia e l’incisione calcografica, anche se le mie tecniche preferite restano le matite, gli acquerelli e le chine, che molto si prestano all’improvvisazione.
Tu hai già conosciuto noi di Isola Illyon. Cosa pensi del nostro sito e in generale del nostro lavoro?
Innanzitutto avete un sito molto ben realizzato e facile da consultare – cosa che, per una come me che è sempre di corsa e al pc fa sempre settordicimila cose contemporaneamente, è una grande cosa.
Inoltre, credo che ci vorrebbero molte più Isole Illyon in giro, perché qui in Italia il Fantasy è un genere declassato a materiale per bambini quando in realtà non è concepito solo per un target infantile e adolescenziale e anzi spesso tratta temi molto importanti anche per gli adulti. La scorretta concezione che l’italiano medio ha del Fantasy spinge le case editrici a ricercare, nel panorama degli scrittori italiani, solo quei pochi che si adeguano al concetto italiano di Fantasy, lasciando in ombra tutti quei bravi autori che invece si discostano dall’idea maccheronica dell’argomento.
Un luogo come Isola Illyon permette a chi vuole di costruirsi una cultura sfrondata dai pregiudizi e dal senso collettivo, fornendo le conoscenze necessarie a formare un’opinione personale a riguardo.
E in questa analisi non posso non includere la profonda preparazione e soprattutto la simpatia di tutto lo staff che, purtroppo, dalle pagine scritte del web non è possibile gustare a pieno come invece è possibile fare dal vivo.
Grazie mille Claudia. A te lascio la conclusione, un messaggio e un saluto ai nostri lettori.
Grazie mille a te e a tutti gli isolani per la gentile ospitalità – e per aver avuto la pazienza di leggere le mie risposte chilometriche fino a qui.
Il messaggio per i vostri lettori è di essere come i vampiri: sempre assetati… di cultura, di letture, di arte.
E se la mia intervista è piaciuta e volessero scoprire qualcosa di più delle mie piccole sanguinarie storie, c’è tutto sulla mia pagina autrice:
https://www.facebook.com/ClaudiaMauroScrittriceIllustratrice
Oppure sul sito:
http://claudiamauro.iobloggo.com/
E se hanno voglia di dare un’occhiata alle mie illustrazioni, possono visitare la pagina Lilith & Lilyth su FB:
https://www.facebook.com/lilithlilythscrittrici
-Eleonora Carrano-