Lara Clerico voleva solo morire e invece si trova catapultata in qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare.
Immaginate di svegliarvi nella vostra tomba. L’aria intorno a voi sempre meno carica di ossigeno. Seppure siate stati voi a voler porre fine alla vostra esistenza, immancabilmente l’istinto di sopravvivenza vi porta a voler uscire, a battere coi pugni contro il coperchio di legno che vi separa dal mondo esterno, sperando che qualcuno vi senta e venga a trascinarvi fuori di lì, quando una parte di voi è del tutto cosciente che nessuno possa veramente sentirvi… o forse no.
Lara viene trascinata fuori da tre singolari individui Agate, Max e Spina. Le supposizioni di Lara sulla natura dei suoi tre presunti salvatori sono fra le più disparate, dubita di quella che vuole essere la loro sanità mentale. La realtà dei fatti le riesce difficile da poter credere, e cioè di avere a che fare rispettivamente con una zombie e due vampiri. Eppure suo malgrado dovrà imparare a confrontarsi con questa realtà, con tutte quelle creature che aveva sempre creduto far parte solo di una tradizione folkloristica. Perché per il resto del mondo Lara è morta, Lara può essere viva solo fra le mura di Castelvento.
Per quanto si dica che non bisognerebbe mai giudicare un libro dalla copertina, spesso è la mente a tracciare un certo tipo di collegamenti. Guardando la copertina di Straziami, il primo volume delle Cronache del Sangue di Claudia Mauro, avevo erroneamente immaginato un libro che seguisse la scia del fenomeno Twilight. Ma anche i grandi sbagliano, per cui ho sbagliato anche io. Ho parlato con l’autrice e per curiosità ho preso il libro e l’ho letto. O meglio l’ho divorato. Poco da dire se non che con Twilight non ha veramente niente a che fare, anzi è piacevole vedere che esista ancora qualcuno che scriva di vampiri che fanno quello che i vampiri fanno, ovvero ammazzare la gente. Per fame, sì, ma i vampiri di Claudia Mauro non hanno certo pietà delle loro vittime. È necessario. È una depravazione di madre natura. Ma alla fine funziona così.
Allora vi starete chiedendo perché nessuno dei vampiri di Castelvento non ha pensato di trasformare Lara nella propria colazione? Semplice, Lara è l’eccezione, un fenomeno particolare, perché sebbene sia viva non profuma affatto di vita. Questo la rende particolarmente interessante agli occhi di questa congrega (possiamo chiamarla congrega riprendendo il termine riceiano?). Ma non è l’unico motivo: ve ne è un secondo nelle profondità dei sotterranei di Castelvento che però verrà svelato solo in prossimità della fine del romanzo.
Claudia crea i suoi vampiri, li rende diversi, li personalizza per la sua storia. I suoi vampiri sono vivi, nel senso letterale della parola. Il termine che viene usato per definirli è post-morti e non non-morti, il che dovrebbe lasciarci comprendere la vera differenza fra le sue creature e quelle già incontrate in romanzi precedenti. Altra cosa che ho trovato interessante all’interno di questo scritto è che, per una volta, non vi è presente nessuna storia d’amore. Diciamolo, non sono propriamente un’appassionata del romance (comunemente detto love-love) soprattutto quando questo diventa un elemento che prende il sopravvento su quella che è la vera trama. Va bene un po’ d’amore, ma quando questo diventa la trama principale oscurando altri temi mi viene un po’ da storcere il naso. Uno dei meriti della Mauro è proprio questo. Nessuno si innamora di nessuno, ognuno ha i propri interessi che vanno al di là di questo sentimento ormai fin troppo sfruttato.
Per quanto riguarda lo stile, il termine migliore per descriverlo non può essere altro che concitato. Il libro corre e scorre, gli eventi si susseguono l’uno dopo l’altro senza dare alla protagonista il tempo di raccogliere il respiro. Così come la protagonista ansima per i respiri che le vengono meno, per l’ansia, l’apprensione e la paura, il lettore segue velocemente le pagine dalla punteggiatura fitta che fanno comprendere meglio proprio questo ritmo incalzante e spedito.
È un romanzo breve, potrebbe anche essere un’ottima lettura da viaggio, da gustare in treno o in aereo, o anche la sera prima di andare a letto come ho fatto anche io, sempre che non temiate che poi i vampiri vengano a prendervi.
-Eleonora Carrano-