Da una preview di “Echoes of War” ad una riflessione sul GdR e i suoi PG alla ricerca di personalità.
Come al solito noi ci rivediamo… anzi rileggiamo, nel dolore e nella sventura. Voi col mio articolo, io coi vostri commenti. La sventura di questa settimana si chiama “Ho sempre voluto partecipare ad un GRV maestoso, pieno di roba, ma non sapevo quale e comunque uno vale l’altro se l’ambientazione è quella di un evento annuale e io posso essere Pikachu”. No, scherzo. O forse no. In effetti è un titolo molto lungo, ma vi farà ben capire di cosa stiamo parlando se avrete la pazienza di seguirmi fino alla fine.
Eravamo in un lontano mercoledì pieno di sonno, noia e sogni giornalistici infranti quando decidemmo che urgeva dire la nostra su uno dei più grandi – se non forse il più grande ed interessante – eventi LARP italiani. Avremmo potuto decidere che l’urgenza fosse un’altra, come le nostre vite sociali, ma non siamo mica redattori senza motivo! Quel mercoledì, comunque, si sarebbe dovuto scrivere dell’evento “Echoes of War” che dal 10 al 13 ottobre farà risuonare del tintinnio di armi e urla di battaglia i campi di Vilegis. Una preview, in ogni caso, non sarebbe stata gustosa come un resoconto che, si spera, ci sarà quando potremo permetterci di partecipare all’evento. Capiterà, abbiate fede. Ed in più, la preview era destinata a decadere, perché quel mercoledì ebbi una delle mie serie riflessioni che portano l’articolo ad essere pubblicato con un qualche senso. Una di quelle riflessioni da tematica sociale che fa tanto alterare i nerd del girone dei Benpensanti che di solito affollano i commenti sotto i nostri post. Quelli da “ma io non faccio così”. Pace e amore, ragazzi. Pace e amore ai giocatori di buona volontà.
Come scrivevo, Battle for Vilegis È, sicuramente, l’evento che negli ultimi tempi ha fatto maggiormente parlare di sé. Le sue statistiche di iper epicità sono piene di pallini come “Cittadelle Vere” (vere, dannazione: capite cosa significa?!), “Battaglie Campali”, “Accampamenti”, “Banchetti”, “Taverne”, “Scenografia” e “Gioco Interpretativo&Mazzate Alla Cieca”. Tutto ciò fa di questa realtà un momento imperdibile per ogni buon giocatore dal vivo che si rispetti. I loro sforzi sono stati ben ripagati da un tasso di epicità che a confronto il referendum per l’acqua pubblica, a noi, non ci toccava nemmeno più di tanto.
Purtroppo però una minaccia rischia di far decadere questo meraviglioso arcobaleno color LARP. No, non si tratta del Nexus (hey, ma a me ricorda qualcosa…). Si tratta dei giocatori. Ebbene sì, miei cari. I giocatori. C’è una qualità, in questa ambientazione, che è molto vicina a trasformarsi nell’ottava delle piaghe d’Egitto. Il tasso di originalità e libertà di cui il giocatore è investito, al momento di creare il proprio background, è quasi dovuto: Vilegis vanta Live annuali che tentano di raccogliere giocatori da gran parte delle realtà GRV già esistenti, ed è normale quindi che si preferisca lasciare al player la totale libertà di decidere il come ed il perché si sia ritrovato a Vilegis, dall’ambientazione descritta blandamente come “un crocevia dei mondi”. Gli si lascia, inoltre, la sacrosanta libertà di decidere che PG essere. E non mi riferisco alle Casate Altea, Brandis, Radiant. O Soldraconis (hey, ma a me ricorda qualcosa…). Mi riferisco proprio al background personale del giocatore. Se ci si va a fare un giro all’interno del mastodontico sito, nella sezione “B4V Concept”, paragrafo “I Mondi Intorno a Vilegis” si può leggere, nell’ultima parte: “Battle for Vilegis è un’ambientazione aperta: scegli il mondo dal quale provieni, inventandolo o prendendo spunto da ciò che più ti appassiona nella letteratura, nel cinema, nei videogame… racconta la tua storia, e vivi quella altrui.“
No. Vi ho davvero ammirato al limite delle mie, scarse, possibilità, ma non potete farmi questo. Siamo partiti descrivendo un’enorme realtà ludica, piena di prospettive verso un mondo, quello dei giochi di ruolo, migliore. Abbiamo letto di cittadelle vere, di campali di tutto rispetto, abbiamo intravisto con orgoglio della professionalità nell’esprimere e descrivere la Campagna e tutte le sue attrattive. E poi siamo inciampati. Esattamente nel punto: “prendendo spunto da ciò che più ti appassiona nella letteratura, nel cinema, nei videogame“. Qui entra in scena la mia riflessione. Vi prego, ditemi che c’è qualcuno, fra i lettori, un qualsiasi master che abbia avuto Batman o Goku nella propria campagna di Faerun. Un narratore Live che si sia dovuto districare in una sessione di Mondo di Tenebra con un Alucard fra i suoi giocatori. Un player che abbia, suo malgrado, dovuto accompagnare, rispettivamente, Frodo Baggins e Drizzt Daermon N’a’shezbaernon Do’Urden nelle loro missioni. E ditemi, perché il GdR ne sente il bisogno, ditemi che li avete odiati. Perché non c’è nulla di più odioso che trovarsi di fronte un PG ripescato dal calderone dei fan. Per carità, il “prendere spunto” è stata una mossa ninja di tutto rispetto. Normalmente si tiene conto del fatto che prendere spunto significa appunto quello che sottintende. Ma la copia, presto o tardi, è garantita. Non metto in dubbio – e con questo presupposto vorrei evitare i “ma io non faccio così” di cui sopra – che ci siano giocatori capaci di cogliere il significato di “prendere spunto” e che lo facciano anche bene, magari con un’interpretazione fresca e originale, del tutto gradevole. Ma il rischio che si corre è altissimo. Specialmente in una realtà così vasta e un bacino di utenza così variegato come quello di B4V. Altra dannazione poi, sono i famosi cosplayer che si dilettano anche nel giocare di ruolo e che vi diranno, presto o tardi: “Sto facendo il vestito per x o y. Posso usare quello anche nel live, magari con qualche modifica, così faccio meno lavoro”. Da cosa dipende, in fondo, questa corsa alla copia ed al rifacimento? Per certo tutti noi, sin dalla nostra infanzia, abbiamo fatto incetta di storie, racconti e personaggi che sono rimasti come punto di riferimento ed ideale, e che, con il tempo, sono diventati un contorno sottile, silenzioso, ma essenziale dei nostri PG; un rimando costante, ma a noi caro, che segretamente ha plasmato l’interiorità e lo spessore degli individui che ci troviamo poi ad interpretare.
Alcuni però non si sono limitati o, dicendo meglio, non hanno avuto questo buon gusto, e nel corso delle loro carriere interpretative sono riusciti ad ammorbarci in mille ed altri cento modi, vuoi con un classico dei videogiochi, vuoi con uno Manga dell’80. La cosa che fa più paura di questo fenomeno è che il limite di scopiazzatura non esiste, qualsiasi personaggio può essere preso di mira per una radiografia ruolistica. Tanto più che i peggiori, fra i copioni della classe GdR, sono persone che si sono realmente riviste in un loro personaggio adorato, e il peggiore dei loro comportamenti umani viene giustificato facendo la similitudine col personaggio fittizio. Se il limite di copia non c’è, esiste comunque il limite di sopportazione, che in alcuni casi è anche basso. Così può capitare che un detestabile clonatore si veda negata l’opportunità di muovere il suo PG all’interno della campagna: il master ha finalmente straripato e, incattivito da anni di PG tutt’altro che originali, adesso è più che deciso a torturare il giocatore nel fargli notare tutte le similitudini possibili. Si scateneranno quindi contenziosi di giocatori che additano i master come crudeli creature senz’anima incapaci di apprezzare il loro BG e narratori che sputano indignati sulle schede dei loro player scopiazzoidi. Ci sarà mai dunque una redenzione, un potersi affrancare da questo fenomeno? Con la mia poca esperienza vi posso dire che dipenderà. Dipenderà dai giocatori, dal tasso di tollerabilità dei master, dallo spunto che si prende, ma soprattutto dal buon senso. Che è poco, per quanto la nostra speranza e voglia di giocar bene ci dica il contrario. In ogni caso, presto o tardi, Isola Illyon sarà anche a Vilegis, pronta a fare la propria parte per difendere la grammatica e il destino della redazione. Solo allora potremo raccontarvi quando sia davvero fantastico il tutto e quanti Conan il Barbaro avremo incontrato. Voi nel frattempo diteci cosa ne pensate. Copiare o non copiare? Siete stati capaci, nella vostra lunga carriera ruolistica, di cogliere la sottigliezza della frase “prendere spunto”? Avete avuto giocatori coscienziosi o cozze dei peggiori libri firmati R.A. Salvatore? E voi, giocatori sciagurati, segnati da un destino infausto di compagni d’arme di copie viventi, avete poi aiutato Bilbo 2.0 nel lancio dell’anello? Fateci sapere e mandateci gli esempi più lampanti di Copie in Gioco. Ne saremo grati e avviliti.
–Ilda RedKap–