Doppiaggi così tremendi da far implodere i timpani: qual è la soluzione?
Che si parli di film o di videogiochi, un punto sempre scottante è il doppiaggio. Di doppiatori italiani capaci e degni di nota ce ne sono tanti e più volte nelle pellicole fantasy ne abbiamo avuto la prova. Certo, la disputa tra doppiaggio originale e (ri)doppiaggio italiano è quanto mai presente, ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: un bravo doppiatore sa trasmettere emozioni e pathos con la stessa efficacia di una voce originale (a volte anche meglio). Nel caso dei videogiochi, tuttavia, gli esempi di doppiaggi eccellenti scarseggiano e i videogiochi fantasy non fanno eccezione.
Alcuni casi curiosi si hanno con alcuni giochi tratti da famose saghe cinematografiche, come “Il Signore degli Anelli” o “Harry Potter”. La stranezza che possiamo riscontrare è che nonostante in molti (non tutti, ma molti) videogames di questo tipo i doppiatori siano gli stessi del film o della saga intera, il doppiaggio risulta molto più scadente quando viene riproposto in versione ludica. Il che ci lascia abbastanza perplessi, devo dire.
La maggior parte delle volte si tende ad associare doppiaggi scadenti a giochi scadenti. Ma non è sempre così. Ci sono infatti esempi di videogiochi discreti o anche molto belli rovinati, però, da un doppiaggio nostrano da far accapponare la pelle. È il caso, ad esempio, di “Baldur’s Gate”, famosissimo GdR per PC, con un gameplay molto ben fatto e una trama interessante, condito da un doppiaggio fatto con i piedi. E ricordiamo anche “King’s Field”, gioco della From Software uscito prima di Demon’s Souls e Dark Souls, la cui introduzione è doppiata da un babbuino strafatto di oppio.
Ma perché il doppiaggio nei videogiochi fa così schifo? Una delle possibili risposte è che in Italia, come nel caso di tante altre cose che non sto qui ad elencarvi, il mondo dei videogiochi viene considerato roba da nerd e rivolto a un pubblico talmente limitato da non essere degno di troppi sforzi. O magari lo sforzo c’è ma subentra un problema più “tecnico”: molto spesso (la maggior parte delle volte, in realtà), il ridoppiaggio dei videogames è fatto “al buio”, ovvero i poveri doppiatori sono costretti a leggere le loro battute senza avere immagini di riferimento, il che non è facile (e questo spiega molte cose). Anche se, tutto sommato, c’è da dire che pur essendo consapevoli (perché devono esserlo per forza) che il pezzo appena doppiato fa schifo, non si azzardano nemmeno a pensare di rifarlo un po’ meglio. Ahimè, speriamo che con le console di nuova generazione, tutto ciò possa migliorare, almeno un po’.
– Giovanni Vietri –