Oggi ai nostri microfoni abbiamo Maddalena Cioce che ci parlerà del suo libro, Le Cronache di Ériu – La Faida.
Qualche giorno fa abbiamo parlato del libro Le Cronache di Ériu – La Faida, in una recensione che potrete trovare cliccando qui. Oggi intervistiamo l’autrice di questo romanzo Maddalena Cioce. Conosciamo meglio lei e la sua opera.
Prima di tutto benvenuta qui sull’isola. Prego rilassati. Ho già chiesto ai nostri goblin-maggiordomi di prepararci dei gustosi e freschi cocktail al cocco fermentato. Nel frattempo vuoi presentarti ai nostri lettori?
Grazie del benvenuto e degli ottimi cocktail. Mi chiamo Maddalena Cioce e sono una scrittrice autoprodotta, appassionata di fantasy e psicologia, oltre che un’editor, una traduttrice, una blogger e una recensitrice. Ho scritto due romanzi e ne ho in cantiere altri quattro, che spero di riuscire a scrivere presto, destreggiandomi tra la gravidanza e la marea di cose che faccio contemporaneamente.
Bene ora che ci siamo riscaldati, parlaci del tuo lavoro, Le cronache di Ériu. Come è nato questo romanzo?
Le Cronache, come le chiamo in “privato”, sono il mio secondo romanzo e la prima parte di una trilogia. Questa prima parte è nata circa tre, quattro anni fa ed è stata una di quelle idee fulminanti che ho dovuto mettere su carta, nel vero senso della parola: ho preso penna e agenda e ho buttato tutto (cioè la bozza iniziale) giù nel giro di una settimana… e, no, l’idea fulminante da dover scrivere per forza e “l’Agenda” NON sono coincidenze puramente casuali! Le Cronache sono disseminate di spunti presi dalla mia vita privata, tanto che la mia migliore amica, quando ha letto la prima bozza, ha pensato che Sara fossi io. In realtà non è così, anche se Sara ha molto di mio (per la cronaca: io non sono cintura nera di tae kwon do, ma verde), soprattutto i lati negativi, che ho accentuato per dare al tutto un tocco di comicità.
Avevo sospettato che ci fosse molto di tuo nel personaggio principale, Sara. Vista la tua abilità col tae kwon do cercherò di non farti arrabbiare, altrimenti mi ritroverei un calcio volante alla Chuck Norris dritto sui denti. Torniamo a noi. Perché proprio il genere fantasy e quali sono i lavori che ti hanno maggiormente ispirato del genere?
Io sono un’appassionata di fantasy da quando ero piccola, è il genere che prediligo perché si presta perfettamente alla realtà. Mi spiego: io amo offrire spunti di riflessione e inserire diverse denunce sociali in ciò che scrivo, e il fantasy è ciò che meglio si sposa con queste cose, senza farle risultare pesanti. Posso gestire l’approccio come voglio, anche attraverso l’ironia, e parlare di ciò che voglio, purché sia stemperato con l’elemento fantasy. E poi, diciamocelo, il fantasy rende tutto più interessante! Per quanto riguarda le opere che mi hanno influenzato, invece, non posso fare citazioni, perché io faccio sempre di tutto per allontanarmi dagli altri romanzi, piuttosto che prenderne spunto. Ne ho letti tanti, di ogni genere di fantasy, e se una mia idea somiglia a qualcosa che ho già letto, o la scarto o la modifico radicalmente, in modo che non vi abbia più niente a che fare.
Torniamo ai nostri personaggi… Ma quanto è “figo” Cal?
Tanto figo da disegnare una faccina sbavante! :Q___ (Chi non ha letto non può capire!) Scherzi a parte, che nessuno mi tocchi Cal! Povero piccino, ne ha passate tante, se la prenderebbe a morte se qualcun altro oltre Sara lo definisse figo… e, quando si arrabbia, diventa letale, quindi non lo consiglio.
Un aspetto molto interessante del tuo romanzo e che ho sottolineato anche nella recensione è proprio questo rapporto che si viene a creare tra l’autrice, Sara, e il personaggio del suo romanzo Cal. Senza fare spoiler, in un particolare momento l’autrice se la vede davvero brutta proprio ad opera di Cal. La cosa mi ha molto colpito. Cosa pensi del rapporto tra l’autore e i suoi personaggi? Si riesce sempre ad essere distaccati o in alcuni casi è meglio lasciarsi “trascinare” dal personaggio e rinunciare ad una scelta narrativa già premeditata?
Ciò che io ho fatto, durante la stesura delle Cronache, è stato semplicemente rimuginare su questo rapporto che si viene a creare tra un autore e i propri personaggi, soprattutto quelli di sesso opposto. Tra di essi si crea sempre un rapporto particolare, sono quasi in grado di comunicare, e durante la stesura del romanzo prendono sempre vita propria e finiscono per fare, alla fine, quello che più li aggrada. Sembrano quasi esseri pensanti, veri, “vivi”. E se lo fossero davvero, magari in un’altra dimensione? O se, partendo dal presupposto che “cogito ergo sum (penso dunque sono)”, invece fossimo noi ad avergli dato vita? Questi sono gli spunti riflessivi alla base delle Cronache. Da questi presupposti è sorto, poi, un altro pensiero: noi autori (io, almeno) siamo sadici con i nostri personaggi, gli facciamo capitare di tutto. Se un giorno prendessero vita e ce li trovassimo davanti, ci ucciderebbero di certo. Ed ecco che Cal è nato.
Allora ho fatto bene a non aver scritto niente fino ad ora! Le cronache di Ériu sono una trilogia. Cosa ci aspetta nei futuri romanzi?
La Faida, il primo libro, è solo una mera introduzione, un preludio al finale, su cui si basano il secondo e il terzo libro. Senza fare spoiler, perché il finale è (o, almeno, spero di esserci riuscita) il mio colpo di scena/asso nella manica, posso anticipare ciò che metterò nella sinossi del secondo volume, quando riuscirò a scriverlo (ho già tutto in testa sia per il secondo che per il terzo volume, ma poco tempo per trasporli su carta): il rapporto tra Cal e Sara procede così bene che lei ha finalmente deciso di accettare la sua proposta di matrimonio e mettere su famiglia, ma non gli ha ancora rivelato della sua ultima visione, per paura che lui decida di tornare a Ériu. Quando, divorata dai sensi di colpa, decide infine di confessare, accade ciò che aveva temuto e Cal la lascia, questa volta sul serio, per tornare a Ériu e scoprire le cause di ciò che è accaduto. Il resto non si può dire.
Fai bene. Lasciamo il gusto della sorpresa ai nostri lettori. Oltre al fantasy quali altri generi ti appassionano?
A parte il fantasy, di ogni tipo, leggo volentieri romanzi con componenti psicologiche, romance (non “puro”), fantascientifiche, distopiche, noir. L’importante è che siano scritti bene e la trama mi attiri.
Un consiglio a chi si avvicina per la prima volta alla scrittura o per chi vuole diventare uno scrittore di libri fantasy?
Scrivere non è facile, farsi conoscere lo è ancora meno, tanto che a volte conta più come tu sappia farti pubblicità (o che tu abbia qualcuno che la fa per te), che quanto talento tu abbia. Quindi, il mondo della scrittura non è nemmeno equo, né giusto. Come tutto il resto del mondo. Il consiglio più grande che io possa dare è di perseverare, non arrendersi mai e di avere tanta, ma tanta pazienza. È molto utile anche confrontarsi con altri autori e cercare sempre di migliorarsi, affrontando il proprio cammino con umiltà, senza credere di essere i più bravi in circolazione solo perché qualche amico o parente ci ha detto che scriviamo bene. Bisogna essere pronti a sbattere la testa più e più volte contro i propri errori, e a cadere e rialzarsi più forti e determinati di prima.
Ottimi suggerimenti. Dai, dai, ormai abbiamo concluso. Un saluto ai nostri lettori e un breve sponsor per il tuo libro. Perché leggere Le Cronache di Ériu – La Faida-?
Un saluto anche a voi e a tutti coloro che leggeranno questa intervista. Perché leggere “Le Cronache di Ériu – La Faida”? Sinceramente non so che dire. Potrei dire che è una storia fuori dal comune, che alterna momenti divertenti ad altri romantici, ad altri ancora d’azione. Potrei dire tante cose, ma io sono l’autrice e non avrebbero valore, quindi leggetelo e basta! Poi sarete voi lettori a dirmi se ne è valsa la pena o no!
Grazie mille Maddalena e per il tempo concessoci e per la simpatia e naturalezza con cui hai risposto alle nostre domande. Speriamo di riaverti presto qui sulle sponde di Isola Illyon.
–Vincenzo Mirra–