Avevamo lasciato Lestat sul palco del suo debutto, ma la sua musica ha risvegliato Akasha, La Regina dei Dannati. Un viaggio verso le origini di tutti i vampiri…
E proprio in tempi biblici veniamo condotti a conoscere i nostri progenitori, Enkil e Akasha, sovrani della valle del Nilo prima che venisse chiamata Egitto.
Non ci sono parole migliori che quelle usate dalla stessa autrice per cominciare a descrivere il terzo capitolo de Le Cronache dei Vampiri, il secondo redatto dalla prospettiva del vampiro Lestat: è di nuovo lui a farsi portavoce degli eventi che vengono narrati. Lo avevamo lasciato, nel volume precedente sul suo palco, fra le urla dei suoi fan: voleva portare allo scoperto i signori della notte e c’era riuscito.
Senza svelare troppo della trama, voglio ragionare su quelli che sono i punti chiave di questo romanzo. Innanzitutto mi piace pensare alla visione riceiana delle origini dei vampiri. Uno spirito, combattuto dagli antichi progenitori, viene a fondersi con loro, creando i primi esseri di una nuova specie. Da qui si farà conoscenza di quelli che sono i personaggi più antichi delle cronache: le gemelle dai capelli rossi, Khayman, Pandora. Di nuovo personaggi che, chi ha letto i precedenti capitoli, ha già conosciuto: Marius, Armand, perfino Gabrielle. C’è ovviamente anche Louis, ci potremmo mai dimenticare di chi ha dato origine alle Cronache stesse? E per la prima volta, vedremo anche quella che è una delle istituzioni che perdurerà e che avrà una grande importanza non solo nelle Cronache, ma anche e soprattutto nella trilogia delle Streghe Mayfair: il Talamasca.
Questo è un ordine di studiosi che si occupa di osservare e studiare il mondo sovrannaturale. Da questo capitolo, il Talamasca prenderà sempre più importanza, e sarà proprio grazie ad esso che molto spesso si verrà a conoscenza di alcuni dei dettagli fondamentali all’interno delle Cronache. Non solo, il Talamasca sarà anche il punto di relazione fra le Cronache dei Vampiri e le Streghe Mayfair, prima che i personaggi comincino a muoversi da una serie all’altra creando degli intrecci fra le trame. “Noi osserviamo e ci siamo sempre”, questo è il loro motto, e sempre saranno presenti a documentare i futuri avvenimenti e ricacciare fuori quelli del passato.
Un altro punto di originalità di Anne Rice è quello di ricacciare le origini dei vampiri in Egitto, terra che, è chiaro, l’autrice deve amare particolarmente. Interessante è la scelta di prendere in esame società e gerarchie di riferimento di tipo matriarcale, dando grande importanza al ruolo della donna come madre, dispensatrice di conoscenza ed educatrice. È la stessa Akasha a proporre una società dominata da donne all’interno del romanzo.
Rispetto a Scelti dalle Tenebre, e ancora maggiormente all’Intervista col Vampiro, la Regina dei Dannati è rappresentata da una divisione netta fra una parte documentaristica e gli avvenimenti del presente. Gli altri due romanzi erano principalmente una raccolta di memorie, in questo invece gli eventi del passato, un passato molto antico, si riversano prepotentemente nel presente, sconvolgendo le vite, o meglio non-vite, dei protagonisti, tutti, indissolubilmente. Daniel stesso, il ragazzo dell’intervista, è un esponente della nostra epoca, o meglio di quella in cui il libro è stato scritto.
Per quanto riguarda il film del 2002, titolo omonimo a quello del romanzo La Regina dei Dannati, non è stato particolarmente apprezzato dagli amanti della serie. Il film riprende eventi sia tratti da “Scelti dalle Tenebre” che da “La Regina dei Dannati”. Tuttavia, proprio per cercare di unire i due romanzi, ci si è ritrovati ad avere un’accozzaglia di eventi e personaggi fusi insieme nella pellicola. La figura di Magnus integrata in quella di Marius, il personaggio di Nicholas sparito del tutto, eventi di particolare importanza assenti, mentre ne figurano altri che nel romanzo non vengono nemmeno menzionati.
-Eleonora Carrano-