Si è svegliato da un lungo sonno, il suo nome è Lestat, è un vampiro e ha deciso di diventare una stella del rock.
Continuano i nostri appuntamenti con il percorso sulla bibliografia di Anne Rice. Quest’oggi parleremo del secondo capitolo delle Cronache dei Vampiri, edito qui in Italia con il titolo di Scelti dalle Tenebre, in orginale The Vampire Lestat.
È il 1984 quando qualcosa sveglia il vampiro Lestat dal suo lungo sonno. È la musica dei Satan’s Night Out, un complesso rock che si trova poco lontano dal suo rifugio. Nel momento in cui decide di presentarsi a loro, questi stranamente lo riconoscono e lo accolgono, collegandolo però ad una serie di informazioni reperite nel romanzo Intervista col Vampiro. Letto il libro, e dopo alcuni momenti di collera che lo porteranno a ridurre il volume in pezzi, Lestat prende la sua decisione: divenire famoso con una sua band rock, trovare i migliori registi, scenografi ed artisti per le sue canzoni e i suoi video, che rimarranno segreti fino al momento in cui verranno pubblicati insieme al libro che si è proposto di scrivere.
E così Lestat racconta la sua versione della storia, ma ancora di più, la sua di storia, dai giorni dell’uccisore di lupi all’incontro con Nicolas de Lenfent, la fuga verso Parigi e il vampiro che l’ha reso tale, Magnus. Sì, cari amici cinefili, Magnus e non Marius, come invece viene chiamato all’interno della pellicola La Regina dei Dannati, della quale parleremo prossimamente. Marius, signori miei, è un altro personaggio. Cascate male. Non vi dirò perché Magnus non provvederà personalmente all’educazione del giovane vampiro Lestat, ma soltanto che riuscirà fin da subito a trascinarsi dietro un buon carico di guai. E qui che per la prima volta ha a che fare con i vampiri che giacciono presso il Cimitero degli Innocenti e una figura che abbiamo conosciuto già nel precedente capitolo: Armand.
Nella seconda parte del libro si incontrano nuovi personaggi, Marius, il sire di Armand, che narrerà una parte della sua storia e di Coloro-che-devono-essere-conservati, il vero allaccio con quello che sarà il capitolo successivo.
Con questo volume, e tramite la figura di Lestat, la Rice introduce uno dei concetti con forse maggiore spessore all’interno dei suoi romanzi: “il Giardino Selvaggio”, dove non c’è altra legge che quella del Giardino, la legge estetica.
La bellezza non era il tradimento che lui aveva immaginato: era piuttosto una terra inesplorata dove si potevano commettere mille errori fatali, un paradiso selvaggio e indifferente senza nulla che indicasse la presenza del male e del bene. Nonostante tutti gli affinamenti della civiltà che cospiravano per creare l’arte, la perfezione inebriante del quartetto d’archi e la grandiosità distesa delle tele di Fragonard, la bellezza era selvaggia. Era pericolosa e senza leggi come lo era stata la terra molti millenni prima che l’uomo avesse un solo pensiero coerente o scrivesse codici di comportamento sulle tavolette d’argilla. La bellezza era un Giardino Selvaggio.
La figura di Lestat è essenzialmente estetica dunque. Ed è un estetismo che sfocia quasi nel poetico e filosofico. Se Louis era un personaggio malinconico, che amava la vita che aveva perso, Lestat ama a suo modo quella vita esplorandola con lo sguardo più attento della non morte. Non è più quella figura austera e scontrosa, il dittatore dell’Intervista, ma una creatura curiosa, affascinata da tutto quello che lo circonda. Il ribelle che sfida le leggi dei tempi antichi e che afferra quei segreti che erano stati tali per secoli e li riporta con forza in superficie svelandoli dinanzi agli occhi dei mortali. E poco gli importa di scatenare le furie di quelli che per tanto tempo hanno voluto quei segreti tali. Poco gli importa di risvegliare forze che nemmeno lui potrebbe essere capace di controllare.
La forza degli scritti di Anne Rice è trascinare il lettore, afferrarlo, farlo pensare. Mostra quello che l’occhio umano non può scorgere, ma che solo quello immortale può. Con questo libro vi è un evidente cambio di prospettiva, riuscita, perché nei volumi successivi sarà molto spesso proprio la voce di Lestat, quella narrante.
Detto questo, siamo alla chiusura, ma prima voglio lasciarvi con una piccola curiosità. Esiste una trasposizione musicale del personaggio del vampiro Lestat. Il musical Lestat ha debuttato a San Francisco nel 2005 e l’anno dopo si è spostato sulle scene di Broadway. Purtroppo, nonostante le musiche siano firmate non il nome di Elton John, non ha mai avuto molto successo, tanto che è stato soppresso quasi subito. Per i curiosi è comunque facile reperire qualche piccolo stralcio in giro per il web.
-Eleonora Carrano-