Quando si tratta di rispolverare i grandi classici della fantascienza televisiva e cinematografica, l’uomo a cui rivolgersi da qualche anno a questa parte pare essere J.J. Abrams, regista responsabile di aver fatto innamorare un’intera nuova generazione a una saga leggendaria come Star Wars, e al tempo stesso di aver fatto disinnamorare (meglio, infuriare) buona parte delle generazioni precedenti.
Tristemente nota è la quantomeno controversa accoglienza riservata al settimo capitolo della serie, Il Risveglio della Forza (2015): un film il cui incasso stellare è valso a poco o nulla per sedare argomentazioni e contro-argomentazioni di chi ha detestato (o amato) il forse eccessivo desiderio di onorare la tradizione.
Lasciandosi però alle spalle quello che alcuni definirebbero un passo falso e altri un’occasione mancata, l’universo narrativo di Star Wars guarda al futuro, sul quale però sembra continuare ad aleggiare l’ombra del Lato Oscuro. A tutti è nota la travagliata storia di produzione di Episodio IX, per ora ancora senza titolo: senza dilungarci più di tanto, ricordiamo in breve l’incerimonioso allontanamento del regista Trevorrow (ce ne parla qui Daniele) e la vitriolica risposta della rete al ritorno di Abrams dietro la macchina la presa (qua).
J.J. però non si lascia scoraggiare: pochi giorni fa, in un’intervista rilasciata alla BBC assieme a Michael Giacchino (compositore cinematografico e suo compagno di merende di lungo corso), spiega senza mezzi termini quanto entusiasmante sia lavorare su un titolo come Star Wars.
“Dobbiamo approcciarci a questi film con la stessa eccitazione di quando eravamo bambini, e amavamo ciò che questi film erano. Al tempo stesso, dobbiamo portarli là dove non sono mai andati, e questa è la nostra responsabilità […] Star Trek e Star Wars, questi sono l’equivalente di sogni.”
Una responsabilità che molti fan hanno sentito certamente disattesa con Il Risveglio della Forza, che al massimo è riuscito a riportarci sulla Morte Nera 3.0. Una decisione assolutamente intenzionale, sempre sentendo Abrams: secondo lui, lo scopo di Episodio VII era quello di farci riprendere confidenza con una storia rimasta per troppo tempo lontana dai grandi schermi.
Toltosi dalle spalle l’ingombrante peso dell’eredità, il regista sembra pronto ad abbracciare in pieno quanto già affermato in precedenza dal collega Trevorrow (prima che a quest’ultimo fosse tolto il film). Quello che Abrams ci promette è uno Star Wars nuovo e sorprendente, con l’ambizione (pindarica?) di racchiudere in un singolo film la conclusione di una trilogia di trilogie. Come già riportato da fonti indipendenti (un utente di reddit a seguito di un incontro a quattr’occhi con Abrams e Chris Terrio, co-sceneggiatore del film), il regista riafferma il desiderio di riprendere temi ed elementi tratti dalle origini della storia, da quella trilogia prequel che rappresenta un altro nervo scoperto per molti fan di Star Wars.
Non occorre preoccuparsi, rassicura in ogni caso Abrams: il risultato non sarà certo un incrocio tra Il Ritorno dello Jedi e La Vendetta dei Sith. Solo, per completare il proprio percorso occorre accettare le proprie origini, che si sia figli di Darth Vader, oppure di un aborto in CGI come Jar Jar Binks.
Che ne pensate?
–Federico Brajda–
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