Il 19 ottobre scorso è arrivata la notizia della cancellazione su Kickstarter, da parte dei promotori, del nuovo progetto GdR di Frank Mentzer, chiamato Worlds of Empyrea. Il buon Frank, leggendario autore TSR dell’epoca eroica del Gioco di Ruolo, cui tutti dobbiamo tra le altre cose la riorganizzazione del Basic Set di Dungeons & Dragons (che sfociò negli anni ’80 nella mitica serie scatolata BECMI facendo letteralmente il giro del globo), ha chiuso il progetto con un velo di tristezza e un’amara riflessione sul crowdfunding per i GdR che – a suo parere – sarebbe ormai snaturato nei suoi intendimenti iniziali.
Ma di che progetto stiamo parlando? Worlds of Empyrea è un’ambientazione “open” sviluppata a partire dal 1992 da Frank per essere giocata privatamente o nei ritrovi e nelle fiere locali vicino Lake Geneva, la ruolisticamente mitica cittadina del Wisconsin. Dopo tanti anni di testing, Mentzer ha deciso di provare a trasformarla in un prodotto commerciabile, mettendo su uno staff mica da ridere: oltre alla sua squadra, ha reclutato come autori “ospiti”, incaricati di dar vita nei dettagli ad Empyrea, nomi del calibro di David “Zeb” Cook, Ed Greenwood, Tracy Hickman, Steve Marsh, “Skip” Williams, Margaret Weis, Larry Elmore e Clyde Caldwell, cioè la crema del game design e dell’illustrazione degli anni d’oro di quel meraviglioso mezzo narrativo che è il GdR. Empyrea è situata nello sconosciuto continente di Aquaria, sul pianeta Oerth, a est del continente di Greyhawk creato da Gary Gygax, del cui setting fa pienamente parte. Una porzione di ambientazione mai esplorata dai prodotti D&D, se non in un breve scorcio comparso nell’avventura di AD&D “Egg of the Phoenix”, scritta proprio da Mentzer e da Jaquays e pubblicata nel 1987.
Una nuova puntata nell’ambientazione di Greyhawk, per di più scritta da uno degli ultimi mostri sacri del GdR ancora in circolazione, ha dunque fatto venire l’acquolina in bocca a molti, considerato anche il fatto che si sarebbe trattato di un’ambientazione multi-regolamento, ovvero di un prodotto che avrebbe consentito di essere giocato indifferentemente con alcuni dei più famosi e diffusi sistemi mai rilasciati (D&D 5a Edizione, BECMI, Savage Worlds, Pathfinder, Castles&Crusades, Dungeon Crawl Classic, Hackmaster, Sword & Wizardry). Il tutto sarebbe stato poi applicato a un continente “sandbox”, pronto per essere plasmato dai giocatori stessi in tutto il mondo, nel contesto di un classico universo fantasy medievale assediato dall’avanzare della tecnologia, proibita a livello legale. Decisamente allettante.
E invece la campagna di crowdfunding su Kickstarter, seppur partita molto bene (avendo collezionato quasi 62.000 dollari con 621 finanziatori in poco più di due settimane), ha segnato il passo a fronte del fantasmagorico obiettivo di 250.000 dollari, da centrare in meno di un mese. Nel dare la notizia della cancellazione, un comprensibilmente mesto Frank Mentzer si è lasciato andare, in diversi post sulla pagina del Kickstarter, a una riflessione sul fatto che il crowdfunding abbia in questi anni in parte tradito lo spirito col quale era nato agli inizi: a suo modo di vedere, gran parte dei backers sono rimasti scottati da progetti dilettanteschi (o, peggio, in malafede), organizzati da persone che hanno intascato i soldi senza mai consegnare il prodotto per il quale hanno ricevuto i finanziamenti. Per questo motivo, in tanti hanno iniziato a supportare esclusivamente prodotti sicuri, già scritti e magari prefinanziati, trasformando Kickstarter da piattaforma di lancio per talenti senza possibilità di finanziarsi tramite canali usuali, a mero strumento pubblicitario e logistico dei grandi editori.
Ora, è indubbio che in parte le piattaforme di crowdfunding abbiano iniziato a prestare il fianco anche a questo tipo di politica, soprattutto quelle mainstream come Kickstarter, ma andando a esaminare un minimo più nel merito la campagna di Worlds of Empyrea, saltano subito agli occhi degli errori letali nell’impostazione della stessa, come l’assoluta mancanza di stretch goal, l’entry pledge per avere in mano il cartaceo troppo alto (75 dollari più la spedizione) e soprattutto l’assurda cifra di 250.000 dollari come obiettivo, ammessa dallo stesso Frank utilizzando la parola “imbarazzo”.
Il grande Mentzer, cui tutti vogliamo bene e guardiamo come un nonno o un padre che ha trasmesso la passione a migliaia di ruolisti, non si deve però abbattere: i più di 600 backers che hanno creduto nel suo progetto non sono un capitale da disperdere, e speriamo tutti che, come fatto balenare dall’autore stesso, con un crowdfunding un po’ meglio concepito e calibrato ci venga dato modo di tornare a calcare il suolo di un’ambientazione di Greyhawk. Vi terremo informati.
–Luca Tersigni–
[amazon_link asins=’0786912499,B00BABT0YU,B06XYN9L8C’ template=’ProductCarousel’ store=’isolilly-21′ marketplace=’IT’ link_id=’3ebad251-b9cb-11e7-9221-373c580edd13′]