“Il gioco di ruolo di The Witcher permetterà ai fan della saga di ricreare le trame e i personaggi dell’universo di Geralt di Rivia. Utilizzando il sistema di Fuzion, lo stesso di Cyberpunk V3, questo GdR sarà caratterizzato da una miriade di incantesimi, rituali e maledizioni; ci saranno equipaggiamento e oggetti tipici dell’ambientazione dei libri, incluso un ricco bestiario di mostri demoniaci che i giocatori potranno affrontare durante le loro avventure”.
Veniva annunciato così, da Marcin Momot di CD Projekt RED (il team responsabile dei videogiochi di The Witcher), l’inizio dei lavori sul pen-and-paper basato sull’universo del nostro strigo preferito, a opera della R. Talsorian Games. Era il 29 luglio del 2015, quasi due anni fa, e l’uscita era stata pianificata per il 2016. Ora abbiamo superato la metà del 2017: che cosa è accaduto al gioco?
Solitamente quando si verificano ritardi di questo genere, non seguiti da un comunicato che aggiorni il pubblico sullo stato dei lavori, si tende sempre a pensare al peggio. Fortunatamente, però, non sembra sia questo il caso del GdR di The Witcher, almeno a giudicare dalle brevi note che gli sviluppatori pubblicano saltuariamente sul sito ufficiale della R. Talsorian Games (l’ultima delle quali risale a marzo 2017).
Dalle informazioni rilasciate con questi micro aggiornamenti da Cody Pondsmith, lead designer del GdR, sappiamo che l’idea dei creatori è di replicare in formato cartaceo la stessa atmosfera che si respira nei videogiochi. Per ora sono previste 4 razze (Umani, Elfi, Nani e Strighi) e ben 9 classi (Bardo, Artigiano, Criminale, Dottore, Mago, Mercenario, Mercante, Sacerdote, Strigo). Se ne deduce che la varietà potrebbe essere uno dei punti di forza del gioco, unitamente a un insieme di abilità che dovrebbero determinare il gradimento del personaggio presso le razze. Ogni classe, inoltre, avrà uno ‘skill tree’ con abilità che renderanno il proprio PG unico.
Quanto ai contenuti, Cody ha rivelato di voler inserire nel pen-and-paper elementi tratti sia dai libri che dai videogiochi. Nel manuale base dovrebbero essere inclusi un background di ambientazione, informazioni utili per la creazione dei personaggi, un numero moderato di armi, armature ed equipaggiamenti tratti dai videogames, un bestiario sufficiente per poter dare un’idea approfondita del mondo di The Witcher, alcuni PNG apparsi già in Wild Hunt, e leggende riguardanti reliquie incontrate sempre nelle avventure di Geralt.
Quanto al combattimento, dovrebbe presentarsi frenetico e allo stesso tempo descrittivo, in puro stile Fuzion. Per esempio, solo con alcune armi sarà possibile effettuare determinate manovre come attacchi veloci o attacchi stordenti. Lanci, strangolamenti e prese, poi, dovrebbero assicurare un combattimento corpo a corpo soddisfacente e dettagliato. Ossa rotte e arterie recise saranno parte degli scontri a mani nude, e le pozioni non saranno in grado di ripristinare immediatamente i punti ferita persi, ma accelereranno solo la rigenerazione dei tessuti.
Nulla, invece, è stato ancora rivelato sul sistema di magia, segnale che probabilmente manca ancora un bel po’ alla versione finale del gioco (essendo – per tradizione – incantesimi, rituali e maledizioni di difficile bilanciamento).
A mio parere passerà ancora minimo un anno prima di poterlo vedere sugli scaffali. Cosa fare nel frattempo? Beh, potete immergervi in una bella rilettura di tutti i romanzi e i racconti, senza dimenticare che Netflix dovrebbe produrre una serie tv su The Witcher, sperando in tempi brevi. E se proprio avete voglia di giocare un GdR basato sul mondo di Geralt, e per incredibile coincidenza doveste conoscere anche il polacco, potreste provare a recuperare Wiedzmin: gra Wyobrazni, tabletop sviluppato da quattro volenterosi ragazzi e pubblicato da MAG; chissà, magari ne vale la pena!
–Fabrizio Palmieri–
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